«Amo il modo in cui sono»

Incontriamo Simona Atzori a San Marino, nella Veglia Diocesana dei Giovani, il 2 settembre 2014 alle 20.30, nella piazza davanti alla Basilica del Santo Marino
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Ho incontrato Simona Atzori dopo questa intervista che anni fa Nerella Buggio ha pubblicato su CulturaCattolica.it. È stato un incontro entusiasmante, che ha inciso nel mio cuore la sua affermazione: «Amo il modo in cui sono». E nel dialogo e nella amicizia con lei questa è diventata una evidenza e un compito, uno sguardo con cui stare nella realtà. Ed è per questo che, con i responsabili della Diocesi, abbiamo deciso di incontrarla nella giornata dei giovani, il 2 settembre, davanti alla Basilica del Santo, alle ore 20.30. sarà un incontro che lascia il segno buono nella nostra vita.

La prima domanda potrà sembrarti banale, ma credo che molti si chiedano come sei arrivata a fare della mancanza delle braccia la tua ricchezza, il tuo punto di forza.

Con tutta franchezza non ho una risposta per così dire “in pillole” a questa domanda. Non c’è una formula che ho dovuto utilizzare per avere dalla vita tutto quello che ho avuto. Ho sempre vissuto la mia vita essendo semplicemente me stessa, e ho creduto in me stessa e soprattutto nella vita. La determinazione e la grinta non mi sono mai mancate, e ho sempre creduto che i sogni si possono realizzare per tutti, se solo lo si desidera con forza ed entusiasmo. Io ho sempre sentito che i miei piedi erano nati per essere anche mani e che in loro era nascosto il segreto della mia vita, e che proprio loro mi avrebbero permesso di esprimere tutto quello che avevo dentro. Il mio punto di forza sta proprio nella mia grande voglia di vivere e nel mio credere che la vita sia il dono più grande.

Ci saranno stati momenti difficili, magari legati a problemi pratici da risolvere, momenti di scoraggiamento di sconforto, chi ti ha aiutato o ti aiuta a superarli?

Io credo che le difficoltà facciano parte della vita di tutti. Anche nella mia vita ci sono state difficoltà soprattutto poste dagli altri, ma le ho sempre affrontate con molta forza e soprattutto con tanta positività, che io credo sia il mio vero punto di forza. La mia famiglia mi ha sempre aiutato e soprattutto mia mamma è stata colei che ha sempre creduto in me e ha sempre voluto darmi la possibilità di fare ciò che desideravo e amavo e quindi affrontavamo gli ostacoli come affrontiamo la vita, con serenità e un grande sorriso sulle labbra.

Parli spesso di tua madre, che probabilmente è stata la persona a te più vicina, ma che posto ha avuto la tua famiglia nella tua realizzazione come donna e artista?

Con mia madre ho un rapporto speciale e molto bello, sincero e vero, mi piace pensare che siamo cresciute insieme attraverso momenti difficili e di gioia, ma il nostro cammino di crescita è avvenuto con molta semplicità e soprattutto con tanta voglia di vivere nel modo migliore una vita che ci è stata donata.

[…] Uno dei tuoi quadri donato al Papa è esposto in Vaticano, com’è stato il vostro incontro e quale posto ha Dio nella tua vita?

È stato un momento importantissimo della mia vita, un’emozione unica e indescrivibile che non potrò mai dimenticare, così come quando ho danzato per il giubileo 2000 a Roma. La fede ha un ruolo importante nella mia vita, credo proprio di poter dire che anche la danza mi ha avvicinato a Dio. Ho vissuto delle esperienze meravigliose e delle sensazioni fortissime quando sono stata nominata ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000 portando per la prima volta nella storia, la Danza in Chiesa con una coreografia che è stata inserita nella Grande Enciclopedia Multimediale del Vaticano. E quando ho ricevuto il Premio Michelangelo 2000 per l’Arte e in particolare per la Danza. Ringrazio il Signore per avermi dato il dono più bello: quello della vita e per darmi ogni giorno la voglia di vivere sorridendo e sognando.