Avere tempo per i giovani
- Autore:
- Fonte:
Sono di ritorno da una esperienza molto bella: ho partecipato alle vacanze di più di 200 ragazzi delle scuole medie a Passo Oclini, sulle Dolomiti. Qualche anno fa abbiamo creato una associazione , «Stand by me», collo scopo di proporre ai ragazzi una esperienza educativa, secondo i criteri della fede cristiana. E ogni anno facciamo le vacanze insieme. Gioco, canto, gite, preghiera, ascolto di personaggi significativi, momenti intensi di dialogo con i ragazzi. Quest’anno è venuto a trovarci una guida di Bolzano che è stata in Nepal, per conquistare uno dei tanti 8mila metri.
In uno dei momenti di vita comune, dopo un bellissimo gioco a cui proprio tutti hanno partecipato, un professore ha chiesta ai ragazzi che cosa li aveva colpito maggiormente. E la risposta di un ragazzo è stata una domanda: «Voi dite che Dio è presente, e c’entra colla vita. Ma io oggi ho solo giocato, pensando di divertirmi e di vincere. Dio non c’è» e questo ha innescato una serie di testimonianze, domande, risposte che hanno coinvolto tutti i giovani. E lui, il ragazzo, poi, ha voluto continuare a parlarne, per capire.
Parto da questo episodio per una riflessione che mi ha segnato. Certo quello che quel ragazzo ha detto è stato significativo, non solo per la domanda in sé, ma per il fatto che c’era un ambito in cui si potevano con libertà porre le questioni decisive per la vita, certi di essere ascoltati e non giudicati. E questo è ciò che più necessita anche qui tra noi. Un luogo umano dove i giovani possano essere accompagnati nel cammino della vita, dove mettere a tema ciò che ci sta a cuore, certi che qualcuno avrà tempo per te e per le tue domande. Un po’ come il grande Papa Giovanni Paolo II ha detto ai sacerdoti (credo per farlo comprendere a tutti gli educatori): «Il testo del Vangelo indica che il giovane ricco ebbe facile accesso a Gesù. Per lui il Maestro di Nazareth era qualcuno, a cui poteva rivolgersi con fiducia: qualcuno, a cui poteva affidare i suoi interrogativi essenziali; qualcuno, da cui poteva attendere una risposta vera. Tutto questo anche per noi è un’indicazione di fondamentale importanza. Ognuno di noi deve distinguersi per un’accessibilità simile a quella di Cristo […] L’amore per i giovani […] è pienamente consapevole sia dei pregi sia dei difetti, propri della giovinezza e dei giovani. Al tempo stesso, quest’amore - così come l’amore di Cristo - attraverso i pregi e i difetti raggiunge direttamente l’uomo: raggiunge un uomo, che si trova in una fase della vita estremamente importante. Sono veramente molte le cose che si formano e si decidono in questa fase (a volte in modo irreversibile). Da come è la giovinezza dipende in grande misura il futuro dell’uomo, cioè il futuro di una concreta ed irripetibile persona umana. La giovinezza, dunque, nella vita di ogni uomo è una fase di particolare responsabilità. L’amore per i giovani è, prima di tutto, consapevolezza di questa responsabilità e disponibilità nel condividerla».
Questo è tempo di vacanza, almeno per moltissimi dei nostri giovani: chissà se troveranno adulti che «hanno tempo per loro», a cui confidare le proprie domande e paure e speranze? Chissà se anche noi, così assillati dai problemi della nostra società (che sembrano mostrare purtroppo il fallimento di una generazione di adulti) sapremo essere insieme ai giovani con una prospettiva di bellezza e speranza. Papa Giovanni Paolo II, nella indimenticabile lettera «Dilecti amici» rivolta proprio a tutti i giovani del mondo, così ha detto: «Voi, giovani, siete la giovinezza delle nazioni e delle società, la giovinezza di ogni famiglia e dell’intera umanità; voi siete anche la giovinezza della Chiesa. Tutti guardiamo in direzione vostra, poiché noi tutti, grazie a voi, in un certo senso ridiventiamo di continuo giovani. Pertanto, la vostra giovinezza non è solo proprietà vostra, proprietà personale o di una generazione: essa appartiene al complesso di quello spazio, che ogni uomo percorre nell’itinerario della sua vita, ed è al tempo stesso un bene speciale di tutti. È un bene dell’umanità stessa».
E chissà se in questo «avere tempo» per loro sapremo anche suggerire letture che spalancano il cuore, che aprono a un futuro di nuova umanità, che esortano a una vita che sappia vivere eroicamente per il bene comune, rifiutando scappatoie e mezzucci che bruciano la vita, aumentando il senso di vuoto e frustrazione?
Mi ripropongo di suggerire anche qualche buon libro che possa aprire spazi di dialogo e confronto tra le generazioni. Intanto cerchiamo di essere «amici diletti» per i nostri giovani diletti amici!