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Natale 2010

Fonte:
CulturaCattolica.it

Preghiera dei fedeli

Introduzione del celebrante

Preghiamo un Dio che si è fatto vicino, che ci guarda e ascolta

1. Signore Gesù, Figlio di Dio, nato Bambino nella debolezza della nostra umanità, apri il nostro cuore ad accoglierti come Dio e Signore della vita,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Signore Gesù, ti contempliamo nel Presepio insieme con la Vergine Maria e con Giuseppe; dona a Papa Benedetto e a tutti i nostri pastori la grazia di annunciarti e testimoniarti come Salvatore,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. O Gesù, la grazia del tuo Natale porti a tutte le nazioni e a tutte le famiglie il dono della speranza e della fraternità; ti domandiamo che tutti i cristiani nel mondo possano celebrare in libertà e pace la tua venuta,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Gesù, i giorni del Natale fioriscano in opere di conversione e di carità; ti preghiamo per i poveri e abbandonati; per quanti sono incerti o confusi nella fede,
Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione
Signore Gesù, Dio fatto Bambino, i doni che ti portiamo sono le nostre domande per noi e per tutti: Tu sei la speranza del mondo.

25 Dicembre NATALE DEL SIGNORE

Buon Natale ! La liturgia del giorno di Natale prevede, oltre alla Messa della vigilia, ben tre formulari, scanditi secondo il ritmo della notte, dell’aurora, del giorno. Il Vangelo della notte e quello dell’aurora riportano in due tappe il racconto semplice e chiaro dell’evangelista Luca: il censimento, l’arrivo di Giuseppe e Maria a Betlemme, la nascita del Bambino, l’annuncio degli Angeli ai pastori, la gloria; e quindi la visita dei pastori, il loro stupore e la loro lode, insieme con la contemplazione di Maria che conserva in cuore gli avvenimenti che accadono. La terza Messa, quella del giorno, riprende l’avvenimento dell’incarnazione attraverso il volo d’aquila del prologo del Vangelo di Giovanni.

Un Bambino per noi è nato. Questo Bambino è il Verbo che si è fatto carne. Il Verbo è Colui che, provenendo dal Padre e proteso verso di Lui fin dall’eternità, è la vita che è stata donata a tutta la creazione ed è diventata luce degli uomini. Il principio dell’Essere, l’origine delle cose, il Figlio unigenito che è nel seno del Padre e ha visto Dio dall’eternità ed è Egli stesso Dio, si è fatto carne, è venuto ad abitare in mezzo noi, e ci ha mostrato, nel farsi uomo e nell’agire da uomo, lo splendore prima invisibile della gloria di Dio, espresso nel dono della grazia e della verità.
Giovanni non racconta il fatto dell’incarnazione, ma ne dichiara il soggetto protagonista, in modo tale che vedendolo poi agire nella sua presenza tra gli uomini, possiamo credere in Lui come Unigenito del Padre. Tutta la vita di Gesù è rivelazione della sua gloria, è la sua manifestazione come Figlio. Come viene dettagliato di pagina in pagina nel ‘Gesù di Nazaret’ di Papa Benedetto, la novità portata da Gesù non consiste nelle opere da lui fatte o nelle parole pronunciate, o nella nuova morale proclamata, ma nel mostrare se stesso come Figlio, nel donarsi agli uomini come Dio. Questa è la vera novità del cristianesimo, l’annuncio nuovo del Vangelo. Questo è ciò che fa la differenza con gli Ebrei, fedeli all’Antico Testamento e con qualsiasi altra religione. Che cosa ha aggiunto allora Gesù alla rivelazione precedente ? Se stesso! Nel Natale possiamo constatare che Dio non rimane oggetto della ricerca complicata dei filosofi e degli intelligenti di questo mondo, ma viene incontrato dai poveri e dai semplici, poiché Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi, a vivere la nostra vita umana, per incontrare ogni uomo che viene nel mondo e condividere da Figlio di Dio la vita di ciascuno.

La preghiera di questo giorno di Natale è uno sguardo di contemplazione come quello di Maria, dei pastori e di tanti cristiani che guardano Gesù nei sacramenti della Chiesa e nel presepio, con gli occhi di un bambino.

Cercherò che anche nella mia casa sia evidente il segno semplice del presepio, e manifesterò il segno efficace della carità verso qualche persona vicina a me, che vive in condizioni difficili.

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