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L’Enciclica Diuturnum illud

Autore:
Jacopo Rossi
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Leone XIII volle presentare la dottrina cattolica sull’autorità civile sia come uno strumento per confutare le moderne concezioni sull’autorità elaborate a partire dall’Illuminismo sia come una vera e propria proposta al fine di risolvere le problematiche politiche e sociali che infiammavano il XIX secolo, come ad esempio quella sul rispetto della legittima autorità costituita

L’Enciclica Diuturnum illud, scritta da Papa Leone XIII nel 1881, fu il primo testo pontificio dell’età contemporanea a riproporre in modo organico e dettagliato la dottrina cattolica sull’origine dell’autorità politica e civile.
Dalla Diuturnum illud Papa Pecci attinse il nucleo concettuale per elaborare la successiva Enciclica Immortale Dei del 1884 e anche i suoi successori si ispirarono a questa opera per redigere i loro documenti magisteriali.

Leone XIII volle presentare la dottrina cattolica sull’autorità civile sia come uno strumento per confutare le moderne concezioni sull’autorità elaborate a partire dall’Illuminismo sia come una vera e propria proposta al fine di risolvere le problematiche politiche e sociali che infiammavano il XIX secolo, come ad esempio quella sul rispetto della legittima autorità costituita.
Quando il Romano Pontefice scrisse l’Enciclica, infatti, il processo di scristianizzazione dell’Europa, e in senso più ampio dell’intera civiltà occidentale, innescato dalla Rivoluzione Francese era ormai giunto ad una fase vincente e irreversibile, essendo riuscito a compiere una vera e propria metamorfosi degli assetti politici, istituzionali, culturali e sociali degli Stati e dei popoli.
Nel corso dell’Ottocento molti Regni erano caduti, e tra questi lo stesso Stato Pontificio, mentre le antiche dinastie cattoliche erano state rovesciate o sostituite da governanti più aperti alle ideologie liberali: i nuovi governi avevano così iniziato a porre in essere azioni fortemente laicizzanti e anticlericali come l’esproprio dei beni ecclesiastici, la chiusura di interi ordini religiosi, la statalizzazione dell’istruzione unita ad una limitazione dell’insegnamento religioso, l’introduzione del matrimonio civile.

Un processo così radicale e di rottura rispetto al precedente assetto non poteva che generare guerre tra nazioni e conflitti sociali, come tumulti, sedizioni, rivolte operaie e azioni terroristiche. Casi emblematici di questo stato di cose furono i moti del 1848, la Comune di Parigi del 1870 e gli attentati anarchici culminanti con tragici regicidi, come quello dello Zar di Russia Alessandro II cui fece riferimento la stessa Diuturnum illud.

Leone XIII scrivendo l’Enciclica volle affermare il concetto che per risolvere i problemi politici e sociali che attanagliavano il mondo occidentale occorreva che i popoli e i governanti ritornassero a riconoscere l’origine divina dell’autorità: solo Dio è il fondamento dell’autorità perché Egli è il Creatore e il Signore della natura e dell’uomo.
Come la Santissima Trinità regge tutto l’universo, il quale è regolato da leggi e gerarchie, così è l’autorità che unisce e dirige le comunità umane. Per questo motivo la dottrina cristiano-cattolica afferma, a differenza delle teorie politiche che esaltano il generico concetto di sovranità popolare, che il diritto di comandare deriva naturalmente e necessariamente da Dio.
L’origine divina dell’autorità non rende automaticamente la monarchia come l’unica forma di governo accettata ma ogni popolo, in base alle proprie esigenze e caratteristiche, può stabilire il sistema di governo più consono e funzionale, incluso il modello repubblicano e democratico. La democrazia è dunque un metodo di scelta dei governanti e la volontà del popolo (stendardo di facciata dietro cui si possono celare le ambizioni dei singoli o gli interessi di ristrette consorterie) non è la fonte dell’autorità.

Papa Leone XIII fissò il concetto dell’origine divina dell’autorità facendo riferimento alle parole di Gesù davanti a Ponzio Pilato, riprese successivamente da San Paolo e dalla Patristica.
Di conseguenza, i cittadini devono obbedire a chi governa e, parallelamente, i governanti per essere seguiti liberamente e degnamente da essi devono agire secondo quei principi e fini voluti da Dio per gli uomini. L’adozione di altri metodi di potere o il perseguire scopi diversi porta inevitabilmente all’esercizio arbitrario del comando il quale a sua volta causa l’obbedienza forzata e servile nonché la conseguente ribellione dei sottoposti.

Le teorie politiche moderne di Hobbes, Locke e Rousseau, che hanno fornito la base teorica per l’assolutismo, il liberalismo e la democrazia, hanno fatto venire meno la concezione del potere classico-cristiana la quale si basa invece sulla natura sociale dell’essere umano e sull’ordine finalistico che il Creatore ha impresso in ogni creatura: era attraverso questa realtà acquisibile tramite la ragione che derivavano i concetti di bene comune e di legge naturale, dal cui rispetto si legittimava l’autorità politica. Le teorie contrattualistiche moderne negano invece che la natura umana sia finalisticamente ordinata da Dio e affermano che l’autorità nasce da un patto stipulato tra individui che cedono determinati diritti ad un soggetto terzo, che è lo Stato, il quale garantisce la pace sociale e l’ordine.
Questo potere è quindi “sovrano” nel senso che non riconosce alcuna legge naturale o divina, traendo la legittimazione, in fin dei conti, esclusivamente da sé stesso ma proprio per questo motivo, secondo il Papa, finisce per essere un’invenzione umana inconsistente.

Leone XIII evidenziò inoltre l’importanza dell’educazione dei cittadini ai fini di vivere pubblicamente nella Fede e di avere governanti effettivamente cristiani per chiamare poi la potestà politica a cooperare con la Chiesa nella missione di evangelizzazione dell’intera umanità. Ecco il motivo per cui la Chiesa si premurò di consacrare i re medievali e di istituire in Occidente il Sacro Romano Impero.
Per questo scopo la potestà civile e quella ecclesiastica, ambedue sovrane nel proprio ordine, trovano nella Santissima Trinità quel fondamento imprescindibile che le rende armoniosamente coordinate come il corpo lo è con l’anima, dove la Chiesa concilia i contrasti e invita i cittadini ad obbedire ai legittimi governanti e i governanti ad operare la giustizia e a rispettare i diritti naturali dei cittadini.

Contro le ribellioni e i disordini sociali non bastano leggi severe e il timore delle pene inflitte dal braccio secolare; gli uomini devono essere spinti dal dovere che essi stessi scoprono nel disegno che Dio ha riservato per loro e nel sano timore della Sua Giustizia rispettando ossequiosamente le potestà e le gerarchie divinamente disposte ed è per questo che la Chiesa Cattolica offre ai capi degli Stati il presidio della religione e della sana dottrina, che li tutela e legittima, esortandoli a governare rettamente, garantendo l’equità delle leggi, tutelando i cittadini loro soggetti e la libertà della Chiesa.
La mansuetudine dei popoli verso i sovrani riconosciuti, infine, non deve essere cieca e servile bensì ragionevole e ponderata dal momento i cittadini si sottomettono all’autorità civile in ossequio a Dio e secondo la Sua Legge poiché è Dio che dona forza e saggezza ai governanti e la pace alle nazioni: solo da Lui il vincolo sociale può trarre origine, fondamento e legittimità.

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