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Il Monte Tabor: “Signore, come è bello, non andiamo via...”

Fonte:
CulturaCattolica.it

La mattina è leggera e frizzante quando ci avviamo al pullman che ci condurrà al Monte Tabor. Il diario fotografico dell’Opera Diocesana Maronita Pellegrinaggi (il nostro referente in Terrasanta) ci invoglia a lasciare tracce di memoria, e crea un’attesa stupita anticipandoci le foto dei luoghi che visiteremo. Don Franco sul pullman ci propone l’Angelus come ricentratura del cuore di fronte al nostro cammino: chiediamo di avere gli occhi di Maria, di lasciarci guidare da Lei in questa terra che La ha vista crescere e aderire alla proposta divina, cambiando la storia del mondo. Oggi è Venerdì 2 gennaio 2009, ma noi meditiamo i Misteri Luminosi del Rosario: prima la Trasfigurazione sul Monte Tabor, poi il miracolo dell’acqua cambiata in vino alle Nozze di Cana.
Cominciare il Pellegrinaggio dal Monte Tabor, anziché da Nazareth o da Betlemme, non è un semplice ripiego organizzativo: qui Gesù ha coinvolto tre suoi discepoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) in una amicizia più stringente, rivelando loro la Sua divinità. E’ come se venisse detto anche a noi: “Sei privilegiato, ti faccio entrare più strettamente nella mia amicizia”. E infatti il pellegrinaggio sarà un coinvolgimento materiale, carnale, con tutti i passi della vita di Cristo.
Mentre saliamo col pullman verso la zona più elevata del Monte (una altura di circa 600 metri sopra la pianura di Esdrelon), Salim ci introduce alla storia della Galilea, dimostrando una conoscenza non solo ricchissima dal punto di vista dell’erudizione, e aggiornatissima sulle questioni di attualità, come solo un protagonista abitante del luogo può avere, ma profonda sul piano religioso e sapienziale. Lasciato il pullman al parcheggio, una serie di pullmini guidati con perizia su per i tornanti da tassisti figli degli antichi nomadi, che vivevano sul fianco del Monte Tabor, ci conduce, a gruppi di sette, in cima all’altura. Passiamo sotto l’arco crociato della Porta del Vento ed eccoci di fronte all’edificio. La Basilica della Trasfigurazione è opera dell’architetto italiano Antonio Barluzzi (questo nome ritornerà più volte nel nostro itinerario) e risale agli anni Venti del XX secolo. All’interno, un grande mosaico absidale ricorda il momento in cui Cristo diviene sfolgorante di luce davanti ai tre apostoli prediletti; due cappelle più piccole sono dedicate a Mosè ed Elia, i due personaggi dell’Antico Testamento apparsi di fianco a Cristo quasi a suggellare il passaggio alla Nuova Alleanza con Dio. Qui il Coro che abbiamo la fortuna di avere come compagno di viaggio entra in scena: è impressionante vedere come tutti i passi decisivi della vita di Gesù siano sottolineati da canti nati dall’esperienza della Chiesa, e in particolare del Movimento.


Andate in mezzo a loro
(Signore com’è bello) di Gianni Foddai
1. "Signore, com’è bello, non andiamo via,
faremo delle tende e dormiremo qua;
non scendiamo a valle dove l’altra gente
non vuole capire quello che Tu sei".

1° Rit. Ma il vostro posto è là, là in mezzo a loro;
l’amore che vi ho dato portatelo nel mondo;
io son venuto a salvarvi dalla morte;
il Padre mi ha mandato ed io mando voi.

2. Quando vi ho chiamato eravate come loro
col cuore di pietra, tardi a capire,
ciò che io dicevo non lo sentivate;
"E’ pazzo - si pensava - non sa quello che dice". Rit. 1

3. Adesso che capite cos’è la mia parola,
volete stare soli e non pensare a loro.
A cosa servirà l’amore che vi ho dato,
se la vostra vita da soli vivrete? Rit. 1

4. "Il tempo si è fermato: è bello stare insieme,
perché pensare agli altri
che non ti hanno conosciuto?
Possiamo mascherare la sete d’amore
facendo del bene solo se ne abbiamo voglia".

2° Rit. "Ma il nostro posto è là, là in mezzo a loro;
l’amore che ci hai dato portiamolo nel mondo
tu sei venuto a salvarci dalla morte;
il Padre Ti ha mandato e Tu mandi noi".

5. Scendete nella valle, vivete nel mio amore,
da questo capiranno che siete miei fratelli.
Parlategli di me, arriveranno al Padre,
se li saprete amare la strada troveranno. (Rit. 2)


Dopo la preghiera comune, Salim ci guida sul belvedere a destra della Basilica, mostrandoci la piana di Esdrelon con i luoghi vicini; visitiamo poi gli scavi archeologici e cominciamo ad accorgerci della presenza dei Francescani della Custodia di Terrasanta.

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