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I servi di Dio Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo

Guarda con misericordia, Signore, alla decadenza della nostra società che si esprime nella crisi della famiglia e concedi che i giovani sposi, seguendo gli esempi di Rosetta e Giovanni, possano dare alla Tua Chiesa famiglie autenticamente cristiane.

Rosetta nasce a Crova (Vercelli) nel 1902. Si diploma maestra elementare nel 1918, cura l’asilo ed è sostituta nelle scuole del paese. Impegnata a servizio della parrocchia, alla sera istruisce gli adulti analfabeti. Giovanni nasce a Viancino (Vercelli) nel 1900, diplomato geometra nel 1918, partecipa alla prima guerra mondiale. Apre uno studio a Tronzano (Vercelli) ed è segretario del “Distretto irriguo ovest Sesia” per la distribuzione delle acque del canale Cavour alle risaie.
Rosetta e Giovanni venivano da famiglie molto religiose, ambedue membri dell’Azione cattolica, giovani di Messa quotidiana. Sposandosi nel 1928, volevano formare una famiglia allietata da numerosi figli, nella quale potessero fiorire vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa; una famiglia aperta al prossimo, ai poveri. La missione di Rosetta fu quella della maternità, cercata ed accolta con gioia come dono di Dio. Ebbe tre figli: Piero (1929), ora missionario del P.I.M.E., Francesco (1930) e Mario (1931); poi due aborti spontanei e il 26 ottobre 1934 due gemelli nati prematuri che morirono con lei, ammalata di polmonite. Il parroco di Crova, celebrando la Messa di suffragio indossò i paramenti bianchi dichiarando ai fedeli: “Conosco Rosetta da quand’era bambina, sono stato il suo confessore e l’ho confessata poco prima che morisse. Era un angelo ed è già in Paradiso. Non celebriamo la Messa da morto, ma cantiamo la Messa degli Angeli”. Giovanni è ricordato a Tronzano “il geometra dei poveri”. Impegnato in varie opere parrocchiali, per la sua indiscussa autorità morale era chiamato come conciliatore quando succedevano litigi nelle famiglie: si appellava alla Divina Provvidenza e portava la pace. Sei anni dopo il matrimonio accettò con fede la terribile prova della vedovanza con tre figli piccoli. Era esente dal servizio militare, ma è mandato in guerra in Urss per il suo noto antifascismo. Muore il 17 dicembre 1942 durante la grande offensiva sovietica. Avrebbe potuto mettersi in salvo con i suoi militari, ma lascia questa opportunità al suo giovane sottotenente scegliendo di restare lui con i feriti intrasportabili. Per questo gesto di eroica carità venne premiato con medaglia di bronzo alla memoria.
Ci sono molte e commosse testimonianze della santità di Rosetta e Giovanni, in una normale vita di famiglia, soprattutto nella carità ai poveri. Nella loro semplicità e “ingenuità” evangelica, dimostrano che tutti i battezzati sono chiamati alla santità. Il segreto della loro vita è quel che diceva spesso Rosetta: “Quel che conta è fare la volontà di Dio”. Senza nessuna rivelazione, né miracoli, né misticismi, hanno vissuto pregando assieme e accettando dal Padre Eterno le gioie e i dolori, le incertezze, le prove, i successi e gli insuccessi della loro breve esistenza. La causa di beatificazione di Rosetta e Giovanni l’ha iniziata il 18 febbraio 2006 a Tronzano mons. Enrico Masseroni, arcivescovo di Vercelli.



Chi riceve grazie per l’intercessione dei servi di Dio Rosetta e Giovanni è pregato di comunicarlo alla postulatrice: dott.sa Francesca Consolini - Piazza Duomo, 16 - 20122 Milano - Tel. 02.86.46.26.49; oppure a: P. Piero Gheddo, PIME - Via Monte Rosa, 81 - 20149 Milano - Tel. 02.43.82.01, al quale si può scrivere per avere immagini e libri.
Offerte per la causa di beatificazione: mandare (specificando la causale del versamento) all’amministrazione dell’Arcidiocesi di Vercelli, c.c.p. 11990132.


Volumi del figlio Piero su Rosetta e Giovanni:

  • Il testamento del capitano - Lettere di papà Giovanni dalla Russia”, San Paolo 2002, Euro 12,00.

  • Questi santi genitori - Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo”, San Paolo 2005, Euro 10,00.

  • Rosetta e Giovanni Gheddo, sposi secondo il cuore di Dio”, pagg. 68.

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