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La Dedicazione della Chiesa

Autore:
Riva, Gloria
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Chartres, La Creazione di Adamo



Stringendovi a Cristo, pietra viva anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale (1Pt 2,4).
Le belle cattedrali gotiche si ergono come poderose e vive sculture a cantare, ancora oggi, la bellezza dell'essere Chiesa, edificio di Cristo. Noi siamo pietre vive instancabilmente plasmate dal divino Artista fino a che raggiungiamo la piena somiglianza col Figlio, la piena maturità di Cristo, come direbbe l'Apostolo Paolo.

Il Dio creatore che plasma l'uomo a sua immagine e somiglianza è immortalato in quella grande opera scultorea dell'arte gotica del XIII secolo che è il portale settentrionale della Cattedrale di Chartres. Si tratta della creazione di Adamo, scultura non molto grande nell'originale, ma fortemente evocativa. L'immagine di Dio Padre è vigorosa e giovanile, nei tratti del volto e nella croce presente all'interno dell'aureola, rimanda volutamente alla figura di Cristo.
"Chi ha visto me ha visto il Padre mio", dice il Signore a Filippo e rivolto a tutti gli altri precisa: "Io sono nel Padre e il Padre è in me, se non altro, credetelo per le opere stesse" (Gv 14, 9. 11).
E qual è l'opera divina se non restituire all'uomo la bellezza originaria, l'innocenza di quell'Adamo che uscì dalle sue mani vestito di immacolato splendore?
L'immagine biblica della creazione dell'uomo non è da collocarsi tanto all'inizio del mondo, quanto all'origine di ogni chiamata alla vita; ciascuno di noi può dire a Dio: le tue mani mi hanno fatto e plasmato (Sal 119, 73).
Le mani di Dio Padre, mentre plasmano il volto di Adamo, sembrano dirigerlo verso la sua nascita, verso la luce. Il corpo di Adamo, in posizione fetale, è colto nell'attimo di fuoriuscire dal grembo di Dio.
L'abbandono sereno di Adamo all'opera plasmatrice del Padre dice la sua completa accoglienza della figliolanza divina. In lui sono rappresentati tutti coloro che accolgono Cristo riconoscendosi figli nel figlio, i quali non da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati (cfr. Gv 1,12-13).
Adamo viene alla luce rivestito di tunica e non nudo come vuole la pagina biblica. Si ritrae qui l'uomo ricreato, rivestito di Cristo, plasmato secondo il modello del primogenito di coloro che risuscitano dai morti (Col 1,18). Un unico abito sembra rivestire il Padre e la sua creatura; il sapiente panneggio, colpito dai raggi obliqui del sole (il portale è a settentrione), immerge i due in una cascata di luce. È la misericordia di Dio che si riversa, benefica, sull'uomo. E l'uomo è lì, rannicchiato, per nulla intenzionato ad uscire da quell'abbraccio caldo e protettivo. L'uomo è beato dentro la rivelazione dell'amore premuroso e compassionevole della Trinità.
Sebbene inespressa sul piano figurativo, la Trinità è colta nella profonda unità dell'atto creativo. Per i Padri della Chiesa, in particolare S. Ireneo, il Verbo e lo Spirito sono le due mani del Padre che modellano il volto di Adamo.
In queste mani ogni credente affida la sua vita. In queste mani operose e instancabili che trasformano la durezza dell'uomo in pietra viva per l'immensa cattedrale della creazione, riedificata secondo la bellezza dell'archetipo che è Cristo.

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