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Meditazione davanti alla Croce

Autore:
Riva, Gloria
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Marie Michèlle Poncet, Crocefisso, Chiesa Parrocchiale di s. Paolo, Brugherio, Milano


Mille si spaventeranno per la minaccia di uno,
per la minaccia di cinque vi darete alla fuga,
finché resti di voi qualcosa
come un palo sulla cima di un monte
e come un'asta sopra una collina.



Eppure il Signore aspetta per farvi grazia,
per questo sorge per aver pietà di voi,
perché un Dio giusto è il Signore;
beati coloro che sperano in lui!
Is 30, 17-18


Impossibile non vederla: bruna e luminosa sulla parete bianca, come sagoma infuocata dentro una colonna di fumo, come palo misterioso in cima a una brulla collina.
Il trofeo tra i più infami della storia è stato trasfigurato dall'Amore di un Dio che aspetta l'uomo per fargli grazia. Dopo duemila anni ancora attraversiamo il deserto del mondo grazie a lei: la croce.


Cercheremmo invano il Crocefisso sulla Croce di Michèlle Poncet. Gesù non c'è. Al suo posto v'è un intreccio di simboli arcani capaci di evocare l'intera storia di salvezza.


Anzitutto la luce. Una lama di luce scintillante sale verso il cielo e abbraccia idealmente la terra: Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. (Gv 8,12)


Colui che è la luce vera, è stato inchiodato dalle tenebre del mondo, ma dalle sue piaghe, come da sorgente, sono scaturiti bagliori di fuoco: ogni uomo ne è illuminato.
Ogni uomo piagato dai morsi del serpente infuocato trova ristoro in questo Corpo affisso all'asta.


Ecco dunque il secondo simbolo: il serpente di rame, antidoto divino contro gli inganni dell'antico serpente che assedia il calcagno dell'umanità di ogni tempo. Eccolo: è un serpente infuocato d'Amore che intreccia una danza gioiosa con l'albero della vita. La maledizione che ha infranto l'incanto dell'Eden è vinta. Una cosa nuova germoglia, proprio ora: non ve ne accorgete? (Is 43,19)


Il germoglio è il terzo simbolo della croce di Michèlle. Sinuoso come il ramo d'ulivo piegato nel becco della colomba che annuncia la pace; verde come il germoglio del mandorlo, annunciatore di primavera.
"Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Che cosa vedi, Geremia?". Risposi: "Vedo un ramo di mandorlo". Il Signore soggiunse: "Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla". (Ger 1,11-12)
Il mandorlo parola che in ebraico suona come "il vigilante". È Dio Padre il Vigilante che veglia sul suo Verbo Eterno, Parola di Speranza che non verrà meno, che non potrà cadere, mai, nel vuoto.
Così si inerpica un germoglio sulla croce, sale verso l'alto e annuncia la Pace Vera, la Pace Ultima che germoglia sulla terra grazie a un seme piovuto dal Cielo.
Questa Pace ricompone le fratture della storia e la trasfigura nella luce della Pasqua.


Così l'ombra della Croce di Michélle, tanto simile a un abbraccio immenso, rivela un quarto simbolo: il velo de Tempio squarciato in due. L'agonia di Gesù lacera il cuore del Padre e il Sancta Sanctorum del Tempio ne registra misticamente l'intensità. Come le vesti del Sommo Sacerdote davanti alla morte di un Giusto si lacera la cortina sacra che vela la Shekinà, si lacera dall'alto al basso, come scrive Marco: dal Cielo alla Terra, da Dio all'Umanità. Ma non è questo il lacerarsi sdegnato di chi non ha speranza, ma è lo sgretolarsi della Roccia eterna che lascia così scaturire il mistero: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me. Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. (Gv 7, 38)
Ezechiele lo aveva acutamente profetizzato: dal lato destro dell'Altare, dal Tempio scaturirà una sorgente che darà acque vive e feconde, acque zampillanti una salvezza eterna. Sono le acque divine dello Spirito Santo che sgorgano dal Tempio Nuovo del Corpo di Cristo lacerato dall'amore per gli Uomini.

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