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Ad Franciscum 1 - Marx e Francesco, uomini di pensiero

Fonte:
CulturaCattolica.it
Posto Francesco Primo, raccolgo otto miei pezzi a partire dal 2008, l’ultimo recente, sul primo Francesco, un laico come me.

Per intendere la “povertà” di Francesco d’Assisi bisogna fare un salto a circa sei secoli e mezzo dopo, a Lavoro salariato e capitale di K. Marx, 1849, antecedente di Il Capitale.
In Francesco “povertà” non ha il significato generico di tirare la cinghia per acquisire meriti (masochismo morale), né quello sarcastico di uguaglianza nella miseria (masochismo politico):
significa precisamente rifiuto del salario per il lavoro, e ancora più precisamente rifiuto dell’equivalenza lavoro = forza-lavoro, e poi forza-lavoro = merce con equivalente monetario come ogni merce.
Un rapido identikit di Francesco:
1. nella sua laicità, non solo voleva che i suoi seguaci fossero né preti né monaci, ma anche che non avessero il clericalismo ancora odierno che distingue sapere alto da sapere volgare;
2. voleva un’identica regola per uomini e donne, dunque laici anche le donne (su questo punto le resistenze a Francesco e Chiara sono state violentissime);
3. pur non pronunciandosi, era contro il massacro dei Catari di quegli anni;
4. era contro le Crociate e la guerra di religione antimusulmana;
5. e not least, come ho appena detto, era contro la concezione e la pratica del lavoro in quanto salariato (“povertà”):
non si è speso in vani pronunciamenti contro la proprietà privata, ma si è pronunciato attivamente-vocazionalmente contro il salario in quanto asservimento privato del lavoro.
Risulta, come lo stesso Francesco prevedeva (o più semplicemente constatava), che non pochi degli assisani facoltosi hanno reagito brutalmente a quegli arroganti facinorosi che rifiutavano il salario:
era un mondo intero a venire messo in crisi (come Francesco voleva), e senza “tirate” morali sul denaro come sterco del diavolo:
in fondo, almeno alcuni capivano che non era modestia forzosa il parlare di privilegium paupertatis:
tanto più che fino al giorno prima quegli arroganti erano facoltosi e colti come loro.
Faremmo bene a pensarci in anni in cui diminuiscono salari e salariati, e senza speranza di inversione della tendenza (illusione intrattenuta da ogni Governo, fin che dura).
Ecco un’idea, che il lavoro è impagabile, non ha prezzo:
equivalente alla frase “non ho servi ma amici”.
Finisce per risultare che in ultima analisi il lavoro è uno solo, che nel lavoro umano non c’è alto e basso, superiore e inferiore:
ecco una nuova scoperta sulla legge di moto umana detta “pulsione”.
Francesco è stato un uomo di pensiero.

[Aggiunta di oggi sabato 16 marzo 2013]
Che significa lavoro senza salario?:
significa essere mantenuti senza essere schiavi, ossia uno status giuridico inimmaginabile.

13 dicembre 2011

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