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Ad Franciscum 5 - Snobismo e disoccupazione

Fonte:
CulturaCattolica.it

C’è stato una volta un inatteso e disconosciuto snobismo:
ma d’altronde, come chiamare diversamente il gesto di spogliarsi e vestirsi di sacco in pubblico, nel Duomo di Assisi, da parte di Francesco d’Assisi?:
Armani dovrebbe prenderlo nel suo marchio come testimonial assoluto.
“Poverello”?, questa è diffamazione:
ne fa un disoccupato, per di più volontario cioè un ozioso spirituale con i pidocchi, o un clochard masochista drogato:
buono-pio-santo-cretino (rammento ancora che crètin deriva da chrètien).
Sappiamo inoltre che era seguace di un precedente simile, di un simile precedente, Gesù:
non solo un forte intellettuale irritante, ma uno snob insopportabile:
mi accontento per ora di segnalarne l’abito da fare invidia al suddetto Armani, come pure il fatto di dormire nella tempesta mentre gli altri si davano ai pesci:
non l’hanno ammazzato per questo, ma ha aiutato.
Francesco:
1° ha tentato di detassarsi dal Mondo come tassa in sé e primaria,
- ripetizione coatta dell’insoddisfazione e dell’iniquità, per di più in aggravamento, “ou pire” avrebbe detto J. Lacan tanto tempo dopo -,
e senza per questo ritirarsi nel deserto né in una casa-madre né clericalizzarsi (questo è successo ma dopo, prima era un’impresa laica);
2° ha proposto la “povertà” come ritiro non solo dai modi stabiliti della produzione di ricchezza, nonché dalla rendita di posizione, ma soprattutto dal salario come compenso prostitutivo della forza-lavoro (vedi “Youniversity II, Think! 27 novembre 2009, “Corpo-lavoro a m…tte di civiltà”, 16 dicembre 2009).
Non aveva ancora letto Marx e soprattutto Freud, ma il suo pensiero era laico (vero però che il marxismo non ha mai amato molto questa parola), anzi era laico perché era pensiero:
ed è proprio il pensiero a venire biasimato come “snob”:
che cosa è più snob dei nostri sogni?, e perché dovremmo escludere che Gesù in barca sognasse?, dopotutto anche lui era in cerca di soluzioni logiche che lo sorprendessero, non aveva l’algoritmo teologico, brrr!
Oggi, 1° e 2° sono più a portata delle nostre mani, che però restano istericamente paralitiche:
oggi il Mondo della coazione ci è immaginariamente più alla portata nel suo progressivo semplicismo amebico,
- chi ha inventato il “villaggio globale” non sapeva di dire davvero bene -,
1° ben rappresentato com’è da una mela, la stessa che anni fa gli americani chiamavano big apple riferendosi alla sola New York, mentre oggi basta una small apple per rappresentare il globo intero:
questa idea mi è venuta per la prima volta nel 1980, quando proprio a New York mi è stata regalata una piccola mela d’oro, che per un periodo ho portato al collo, consapevole che avevo finalmente imparato la geografia
(un’altra volta vorrei elaborare questa immagine, osservando che una mela in una sezione che passi per i poli - in cui è schiacciata come la terra - è una parentesi ( ) riempibile con un algoritmo paragonabile a quello di Google);
2° dentro questa mela-parentesi, nell’algoritmo c’è oggi sempre meno posto per il lavoro salariato o prostitutivo, quello che Marx chiamava socialmente necessario, “libero” solo perché sotto contratto:
Marx si è speso a lungo su questa libertà dell’ “individuo umano astratto”, preceduto dall’uomo della servitù della gleba e della schiavitù antica:
mi trattengo a malapena dal giocare con le parole “coatto” e “co(ntr)atto.
Insomma, non illudiamoci più che la disoccupazione decresca, essa crescerà fino a che la quantità farà salto di qualità:
e allora?, e adesso? ci chiederemo come H. Fallada in “Kleiner Mann, was nun?, E adesso piccolo uomo?” .
Ma oggi di klein c’è solo la mela, e l’uomo da parte sua ha l’opportunità di finirla con la coppia piccolo/grande applicata sia all’uomo che a “Dio”:
e anche di approfittare della “povertà” francescana come nuovo rapporto capitale/lavoro, in cui il lavoro sia retribuito come non-salariato:
non mi tolgo più dalla mente la parabola dei talenti.
L’idea è sempre quella di prendere le cose da un’altra parte, di costituire un’altra scena per un accadere non coatto:
promuovendo questa altra scena (l’espressione è freudiana), la psicoanalisi - ma ormai io dico il pensiero di natura che la include - ha uno stretto rapporto con 1° e 2°.

6-7 febbraio 2010

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