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"Sicut erat" (dal "Dixit Dominus") - Antonio Vivaldi

Fonte:
CulturaCattolica.it

Questa è la parte finale di un lungo salmo, il Dixit Dominus, particolarmente complesso e articolato. In questo brano si giunge però all’inusitato culmine. Esso è preceduto da un “Gloria Patri” che riprende l’incipit di tutta la composizione, un episodio in egual misura composto e brillante, ma che mantiene in sé qualcosa di costruito, non del tutto risolto, qualcosa di trattenuto. Se tutto fosse finito qui, quanto detto in tutto il salmo potrebbe sembrare il frutto di uno sforzo, di qualcosa di imposto, qualcosa di bellissimo, certamente, di splendente, ma non del tutto libero. Invece... Invece il primo episodio è solo preludio all’indescrivibile Sicut erat! Molto, molto raramente una musica allegra e sfavillante mi ha commosso. La commozione l’ho raggiunta ascoltando musiche malinconiche, o quanto meno assorte. Questa musica è puro sfavillio, pura luce, pura gloria, eppure tocca qualcosa di profondo, per cui non ho potuto fare a meno di sorridere versando lacrime. Come un bambino. Forse perché essa ha qualcosa della gioia dei bambini. Il primo tema enunciato è di una semplicità inimmaginabile, di una banalità insuperabile. Esso è un tema discendente, come naturalmente discendente è la voce umana. Un tema semplicissimo, dicevo, come le prime parole, le prime note che ciascuno di noi emise quando iniziò a usare la propria voce. Su qualcosa di così fanciullescamente, radicalmente semplice, Vivaldi costruisce una architettura magnificente, ribollente e limpidissima. Tutta quella semplice gioia che provavamo da bambini trova qui conferma nel suo riverberarsi sull’intero creato, che nella sua estrema complessità ha una coerenza evidente. Di qui la commozione: la gioia innata della fanciullezza, nostra da sempre, trova conferma nella creazione, nella coscienza, nella complessità estrema che ha un’unica limpida radice. Radice che da bambini si percepisce senza averne coscienza e qui viene rimessa in luce, stavolta con piena, travolgente consapevolezza. Compiutezza, una compiutezza totale! Sembra una delle visioni dantesche dei cerchi angelici, un canto di anime, uno svolgersi eterno, pieno di forza, energia, luce, sempre in tensione eppure già arrivato, già giunto alla pienezza!

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