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Convegno “Sussidiarietà fiscale e sovranità della Famiglia” 1- Una battaglia per il bene del paese

Autore:
Soave, Paola
Fonte:
Forum associazioni familiari
Presentiamo la relazione di Paola Soave al Convegno, con la proposta per la raccolta di un milione di firme.

Abbiamo sentito quali sono le motivazioni ultime di questa battaglia.
Mi piace il termine “battaglia” perché è esattamente il termine che usa la “militanza” dell’associazionismo familiare.
Riprenderei questa sollecitazione alla battaglia da chi, in fondo, ci ha sempre sostenuto nel farla: Giovanni Paolo II. Lui diceva, nella “Familiaris consortio” che: «il compito sociale delle famiglie è chiamato ad esprimersi anche in forma di intervento politico. Le famiglie devono cioè per prime adoperarsi affinché le leggi e le istituzioni dello stato non solo non offendano, ma sostengano e difendano positivamente i diritti e i doveri della famiglia. In tal senso le famiglie devono crescere nella coscienza di essere “protagoniste” della cosiddetta “politica familiare” ed assumersi la responsabilità di trasformare la società. Diversamente le famiglie saranno le prime vittime di quei mali che si sono limitate ad osservare con indifferenza.»
Allora noi, dopo tredici anni di “associazioni” (le cinquantuno associazioni del FORUM con tre milioni e mezzo di rappresentanza di famiglie) siamo assolutamente convinti che non possiamo aspettarci da nessun altro che da noi di portare avanti e di vincere questa battaglia.
La chiamata alla responsabilità, che con questa raccolta di firme noi vogliamo rilanciare, è la cosa più importante. Non possiamo solo lamentarci, non possiamo solo dire che non va bene ma bisogna tirarsi su le maniche ed agire, diventare protagoniste. Per diventare protagoniste però occorre capire bene che cosa è in gioco per me, per la mia famiglia e, soprattutto per tutte le famiglie. Questa concezione che va al di là del mio, pur giustificabile, interesse e va verso l’interesse del paese. Questa è una delle sordità più grandi: a nessuno interessa dove va il paese. Noi crediamo veramente (ed era lo slogan del Family day) che “ciò che è bene per la famiglia è bene per il paese”. Sempre Giovanni Paolo II ci diceva: “La famiglia è la prima struttura a sostegno dell’ecologia umana”. Oggi si parla tanto di ecologia (no ai cibi geneticamente modificati, no al taglio delle foreste ecc...) ma di ecologia umana non si parla, anzi si va al contrario, si modifica tutto dell’umano. Quindi quello che è in gioco, prima di tutto è questo “Bene comune” che sembra non interessare a nessuno. Ci sono tanti “beni” (tutti più o meno giustificabili), ma non c’è un “Bene comune”.
Per noi riaffrontare il tema della promozione e difesa della famiglia (importante è la “promozione” che è contemplata nella nostra Costituzione all’art. 31) vuol dire facilitare la formazione di una famiglia e non penalizzarla. Vuol dire favorire chi intende assumersi la responsabilità di questo compito grande di fare famiglia e mettere al mondo nuove generazioni. Perchè questo “favor familiae”, che esiste nella Costituzione come già detto, non è assolutamente praticato? Perchè oggi la famiglia non coincide con il bene comune. Sembra essere irrilevante, rispetto al bene comune, che ci si sposi o no, che si facciano figli o no, che si abbia cura dell’educazione e del sostegno ai propri figli o meno è irrilevante per la nostra società. Sono quindi funzioni che non vengono in alcun modo prima di tutto riconosciute e poi sostenute; anzi, si cerca ultimamente di sostituirsi alla famiglia in queste funzioni. E’ come se si dicesse alla famiglia: . Questo è esattamente il contrario del principio di sussidiarietà e risponde ad una logica individualistica per la quale è interesse dello Stato che il cittadino sia solo, un isolato, un single, che non abbia relazioni fondamentali che ne costituiscano il vero luogo di appartenenza, il suo luogo vero di identità.
La famiglia oggi è una realtà. Le si scarica addosso tutto quello che lo stato sociale non può darti, ma il fatto che ci sia una famiglia, che ci siano delle relazioni e dei legami fra i cittadini, dei legami forti che rendano un cittadino capace di misurarsi, di giudicare quello che succede, di attivarsi e intervenire, è scomodo.
Il Family day è stato scomodo perchè si è visto che il FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI e tutte le altre realtà che hanno partecipato non sono semplicemente delle sigle ma sono delle realtà, delle famiglie che, pur penalizzate come sono, restano una realtà positiva nel nostro paese.
All’origine di tutto questo c’è evidentemente un’ideologia che è contro la famiglia, contro la relazione familiare, che vuole il cittadino “individuo” e non il cittadino “in relazione” (perché il cittadino “individuo” è molto più facile da governare).

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