Condividi:

Un capolavoro dell’Amore di Dio

Autore:
Marini, sac. Mario
Appunti di riflessione sul Matrimonio



Cari Anna e Michele,

  1. I pagani si affacciano volentieri a vedere il matrimonio di noi cristiani.
  2. Infatti il (momento del) matrimonio è un nodo della vita umana: vi si intrecciano (incrociano) molti elementi chiave e totalizzanti, significativi del vivere: l'amore, la fiducia, la libertà, il sacrificio, la fedeltà, i figli, il dolore, il perdono, la pazienza, la malattia, la giovinezza, la vecchiaia, il lavoro, la gioia, la luce, la morte, la vita, la fede...
  3. Anche i pagani sono presi dalle stesse sfide e vengono a vedere come i cristiani affrontano quel senso di insicurezza e di instabilità, che li tocca sensibilmente circa le loro vite, le loro speranze ed i loro amori.
  4. I pagani scrivono e dipingono le loro vite, le loro speranze, i loro dolori ed i loro amori sopra una tela, che si dipana lungo lo spazio e lungo il tempo, come se la vita fosse un tubo, che si svolge e si dipana... e poi finisce.
  5. Dice un proverbio degli indiani messicani, dove sono stato missionario: "formaggio, formaggio e formaggio, non voglio più formaggio; voglio sapere come si esce da questa trappola". Il pagano si affaccia ai nostri matrimoni per vedere se i cristiani, nel momento "centrale" della vita, sanno come si esce dalla trappola.
  6. I pagani in effetti sono coloro che credono che è reale ciò che si può scrivere sulla tela dello spazio e del tempo, per questo i pagani si affidano a questo mondo visibile e palpabile, che a loro appare reale, tutto il reale, il solo reale.
  7. Il "mito" dei pagani è un mito crudele perché tutto ciò che loro sperano, tutte le loro illusioni ed i loro amori evapora e svanisce, rapidamente come neve nel sole, come il sogno di una notte di mezza estate, come la traccia di una nave nel mare. Sentono e presentono che della loro fede severa, dei loro progetti, dei loro sforzi, dei loro sogni sublimi, rapidamente non resta nulla: l'ascesi del nulla.
  8. Da dove viene questa passione del vivere? o la vita è una passione inutile? E' difficile il vivere, senza la ragione del vivere: non si può vivere senza la ragione del vivere, come se la vita fosse una passione inutile e vana.
  9. Per esempio: l'amore.
    I pagani ricevono la sfida dell'amore. L'amore è una sfida, la sfida della vita. Come diceva il mito egiziano della Sfinge o quello orientale di Turandot: chi non risolve l'enigma e la sfida dell'amore, muore. Infatti non c'è vita senza la ragione del vivere.
  10. L'amore non ha colore, non è verde, non è azzurro, non è rosso...; non ha peso, non si misura a kili, a etti o a tonnellate; non ha profumo, non ha odore di violetta, o di lavanda o di pino-silvestre...
    Possiamo andare al mercato a comperare cinque kili di patate, ma non si può andare al mercato a comperare, per esempio, cinque kili di amore, per esempio azzurro e con profumo di rosa...
  11. Così, praticamente, per i pagani, le patate esistono, esistono le case, le macchine, i soldi, ma l'amore non esiste; non ha odore, né sapore, né peso, né misura: ciò in cui sono più sfidati, sfidati a morte, non esiste??
  12. Ascoltate cosa dicono certi vecchi pagani "saggi", che osservano i giovani innamorati: l'amore è come una malattia, che dura poco, "presto gli passa e torneranno normali". Normali, cioè senza futuro, senza passato, e con un presente in via di evaporazione... E' commovente la tenacia di certi pagani nella loro ascesi crudele.
  13. Per questo si affacciano - quasi come se non volessero - ai nostri matrimoni cristiani, a vedere se, casomai, ci fosse la luce; come se casomai l'amore, così bello, fosse vero; per vedere se nella trappola, casomai, ci fosse una porta per andare dall'altra parte.
  14. Dall'altra parte della frontiera, là dove vive Dio. I ...cristiani che si sposano sanno, sentono e presentono che nei loro amori sono stati preceduti. Preceduti da una Presenza misteriosa e reale: come un'ombra luminosa che li precede. E la persona che amano non viene dal nulla, non è vero che non è nulla, porta invece stampato ed iscritto nel suo cuore il mistero del vivere e la chiave della felicità.
  15. Dio ci ha preceduti nei nostri amori, pensavamo di cercarlo ed era Lui che ci attirava e ci trovava. Quando arriviamo al fondo dei nostri amori, questa Presenza felice è stupefacente, inoccultabile, divorante, misteriosa e reale: è il fondamento solido del vivere ed è la porta, per andare dall'altra parte della frontiera: "Io sono la porta, chi passa per questa porta potrà entrare ed uscire". (Giovanni 10,9)
  16. Questa è la porta della vita eterna, chi passa questa porta, ha risolto l'enigma dell'amore. Il tempo e lo spazio passano, le categorie dei pagani passano, l'amore solo è reale, ed è fondamento di ogni altra realtà.
  17. Dice il Santo Evangelo che venivano da tutte le parti, con grandi disagi, si affollavano, attorno a Lui, per vederlo, per ascoltarlo, per toccarlo - Zaccheo salì su un sicomoro per vedere passare Gesù di Nazaret - vedere passare il Signore. Simone riassume questa sete con la espressione: "Da chi andremo, Signore? tu solo hai parole di vita eterna".
  18. Il tempo e lo spazio, che sono il "mondo" dei pagani, svanisce e si dissolve, la tela tessuta si evapora, l'Amore resta ed è fermo, travolgente, spettacolare, solido invincibile, pieno di gloria, perché è Dio.
  19. Cari amici pagani, fatevi coraggio ed osservate questi due sposi, osservate bene e guardate quello che vedete, perché lo potete vedere con i vostri stessi occhi: questo matrimonio cristiano è un capolavoro, un vero capolavoro, un capolavoro due volte.
  20. Nessuno è capace di negare che in primo luogo è il capolavoro fatto da Dio, è il racconto che Dio stesso fa di sé stesso. Quando Dio mette in scena l'amore, Dio mette in scena sé stesso: l'amore è il più grande geroglifico egiziano scritto da Dio, il racconto di Dio, fatto da Dio stesso ed a questi sposi - guardateli, basta guardare - è stato data la chiave per leggere tutto il geroglifico misterioso del racconto splendido e felice che Dio fa di sé stesso.
  21. Infatti oggi loro sanno, oggi, che il passato è finito e che sono entrati nel futuro e che dalla regione dell'amore, là dove vive Dio e dove sono entrati oggi, non dovranno mai tornare indietro.
  22. Ma anche nessuno è capace di negare che questo è il capolavoro creato da loro stessi: Dio ci ha preceduti nella casa dell'amore, ma ha voluto e vuole che loro stessi costruiscano la loro casa. Voi che ascoltate non illudetevi di conoscere già quella casa. Non è vero che la conoscete già. Chi ha conosciuto un amore non deve illudersi di conoscere tutti gli amori monotonamente uguali e ripetitivi: la fantasia di Dio è invece totale.
  23. Questi due sposi sono una assoluta novità totale nel panorama degli amori, che Dio suscita continuamente, a getto, come cascate. Essi stessi sono padroni di costruire, l'irripetibile, l'inarrivabile, l'inimmaginabile, l'assolutamente nuovo e felice. Potranno sopportare le ore dure della vita ed i sacrifici pesanti, perché hanno conosciuto l'amore ed hanno visto il volto di Dio.
  24. Una cosa non è permessa dal fuoco divorante dell'amore: di venir meno al dovere dell'amore, a quel dovere che chiamiamo con una parola banale e sublime: fedeltà.
    E' per questa ragione che, in grazia di questi due sposi, Dio concede - oggi - a tutti i presenti il dono inestimabile di potere rinnovare qui, in questo momento, il dolce impegno della vita e dell'amore. Ecco infatti le sue parole benedette:
    "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore ed assumete su di voi il mio giogo, perché il mio giogo è soave ed il mio peso è leggero." (Matteo 11,29-30)


Sac. Mario Marini

11 settembre 2006

Vai a "Famiglia"