Il cuore dell'uomo non è mai cambiato
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Ecco allora la necessità di punti fermi, di punti di riferimento che continuamente ridicano quello che i cuori di tutti gli uomini desiderano, che ridicano che la vita è l'avventura della libertà e della responsabilità nei confronti del proprio cuore: questo è il senso di una compagnia educativa vera.
Quando adulti e ragazzi vivono così, ogni giorno, in classe, si rinnova l'esperienza di un incontro che spalanca alle dimensioni vere della vita.
La testimonianza di Clara, una studentessa delle Superiori.
"I veri uomini e le vere donne non sono portati a recitare, sono gli attori di teatro che lo fanno di mestiere, hanno studiato per fingere espressioni e sentimenti dettati per seguire una storia e intrattenere un pubblico.
Per sua natura l'uomo è fatto e plasmato di sentimenti, positivi o negativi che siano.
Anche dalle poesie e dai racconti di autori importanti del tempo che si leggono a scuola, si coglie che hanno sentito l'esigenza di rendere partecipi gli altri dei loro stati d'animo.
Autori come Shakespeare, Dante Alighieri, Pavese, Petrarca e centinaia di altri hanno testimoniato con le loro opere un'evoluzione nella storia dei sentimenti dell'uomo, dei suoi desideri di amore, di felicità e se lo confrontiamo con la nostra esperienza, si capisce che il cuore dell'uomo non è mai cambiato, assetato di domande e desideroso di trovare delle risposte per capire come soddisfare il suo bisogno di curiosità, di trovare il vero e la felicità.
Pensiamo anche all'uomo primitivo, che di fronte agli eventi naturali sconosciuti, alle catastrofi, alle cose così semplici per noi oggi come il sole che sorge o il buio; era spaventato e per trovarvi una spiegazione affidava tutto nelle mani della magia o alle figure divine.
Anche oggi in un mondo totalmente capovolto, all'avanguardia, stra-tecnologico, che vive in un benessere generale, l'uomo si trova spesso in circostanze a cui non sa dare un senso o una spiegazione, è come il “primitivo vulnerabile”.
Il mondo corrotto e ipocrita di oggi di certo non ci aiuta in questa ricerca personale, anche perché diventa sempre più difficile trovare e riconoscere persone e amicizie vere, cioè il contrario di questa società.
La priorità oggi non è apprezzare la persona in sé, ma quello che fa.
Il successo, l'apparire, la politica, la competizione, il potere, il guadagno ad ogni prezzo sono diventate le priorità per “sopravvivere”, sembra che le persone si raggruppino in : “quelli che riescono” e “quelli che non riescono” e per far parte di uno dei due gruppi molte volte “si recita” appunto un personaggio.
“Ma in fondo poi si recita quasi con tutti”; io vorrei sottolineare il “quasi”.
Non con tutti siamo disposti a indossare una maschera per nascondere il nostro vero volto, il nostro io.
L'uomo è fatto per legarsi e dipendere da qualcuno, a cui soprattutto non nascondere le emozioni, non avere paura di esprimere dubbi, incertezze, con cui affrontare gli argomenti seri, i desideri del nostro cuore, che non sono paragonabili a quelli che sono alla portata di tutti ( “si parla di lavoro e di vacanze, di tv e di cosa ha fatto quel tale”).
Certo, é sicuramente impegnativo offrire delle certezze e chiarire i dubbi di un nostro amico, ma almeno ci si mette a disposizione dell'altro, si cerca di ascoltarlo perché non c'è esperienza più utile e bella di un'amicizia, o della nascita di un amore.
Sono queste le occasioni che ci salvano da questo mondo “finto”.
Allora nei sentimenti e nelle emozioni non c'è finzione, i suddetti legami ti fanno capire per cosa sei fatto, che cosa desideri davvero, ben lontani da quelli che la società ci fa credere ogni giorno.
Se per prima cosa ci si impegna a riconoscere i rapporti veri, quelli per cui vale la pena mettersi in gioco, si deve cogliere l'opportunità di capire l'importanza di dare e ricevere del bene, di scoprire ogni giorno lati nascosti e sconosciuti del proprio carattere che prima non si conoscevano, e donare parte di essi ai propri “prescelti” in mezzo ai tanti, ai “compagni di viaggio”.
Quando senti di provare un senso di protezione e di benessere a ricevere e donare affetto, ti accorgi che a questo non c'è un limite, sembra quasi che non sia mai abbastanza e ti impegni a guadagnartelo giorno dopo giorno.
E' per questo che siamo fatti, per le cose vere e giuste.
Molto spesso però il vero e il giusto non sono evidenti ai propri occhi, può capitare che senza rendersene conto si imbocchi una strada sbagliata confondendo le cose importanti con quelle superficiali ed effimere.
Questa mia nuova compagnia di amici che ho incontrato e che frequento mi ha fatto apprezzare tante piccole verità della vita.
Non è solo condividendo momenti di svago e di divertimento che si creano delle amicizie durature.
Certo capitano le serate in cui si va in discoteca o al bar a bere qualcosa insieme, ma queste piccole distrazioni fanno solo da contorno alla nostra amicizia; sfruttiamo qualsiasi bella giornata per incontrarci nel giardino di qualcuno a fare una bella castagnata, o per fare una passeggiata tranquilla per parlare... non sono amicizie di “comodo”, per la popolarità, o per trovare un po' di svago.
Gli amici sono tutti un buon punto di riferimento, essendo anche più grandi di me e più maturi, un aiuto sia per non aver paura di essere me stessa al cento per cento, che per i momenti di dubbio e di tristezza, e grazie al loro affetto, stima e sorrisi riesco a superare.
A volte mi fermo a pensare come potrei vivere senza questi punti fermi, veri, duraturi, che non si logorano nel tempo come potrebbero finire dei beni materiali; è solo grazie ai legami che creo con le persone importanti che trovo la forza di pensare che domani sarà sempre meglio, che l'indomani vale la pena di essere vissuto, non di lasciarselo scivolare come acqua fra le dita.
Di sicuro una bambina non si fa tutti questi problemi, non si pone tutta questa serie di domande, comunque spontaneamente cerca nuovi affetti, nuove persone a cui legarsi, sa riconoscere le cose belle da quelle sbagliate, grazie alla coscienza che ha sviluppato fin dal rapporto d'amore che l'ha generata, per ogni cosa si rivolge alla madre, sa di averne bisogno.
L'adulto oggi assume spesso la posizione di una persona ormai autonoma, non dipende più dalla madre che l'ha creato, non deve più essere sfamato, è economicamente indipendente e si sente realizzato, finché perde di vista quello che gli deve stare a cuore davvero, quel che conta diventa la capacità personale, la carriera, fare dei figli e una famiglia; diventano le tappe della vita da raggiungere per sentirsi completi.
E' come se il cuore si avvelenasse con il passare degli anni.
A chi non piacerebbe tornare almeno per un giorno bambino o adolescente, con quella spensieratezza e la visione di un mondo bello, positivo che caratterizza l'infanzia.
Capita anche all'adulto di sentirsi l'animo di un bambino: quando piange, quando gioca, quando sente di aver bisogno dell'affetto di una persona vicina.
E' in queste situazioni che capiamo che il nostro cuore non è mai cambiato, questo però sta solo all'onestà con se stessi riconoscerlo."