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L’educazione: verità della persona

Autore:
Negri, Mons. Luigi
Fonte:
CulturaCattolica.it
Riportiamo un intervento di Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro, fatto a Perugia il 19 dicembre 2007

Quando io studiavo filosofia all’Università Cattolica una frase, attribuita a Platone anche se non si è certi che sia stata scritta da lui, mi colpì: diceva che la filosofia, cioè la ricerca del senso, impegnava in una grande battaglia di giganti attorno al senso delle cose, fra l’essere e il nulla. Noi stiamo parlando dell’educazione. L’educazione c’è o non c’è. Siamo stati costretti dall’incalzare degli avvenimenti culturali degli ultimi vent’anni a renderci conto che il problema è l’esistenza o la non esistenza di quello di cui parliamo. Se noi discutessimo della famiglia, della paternità, della maternità, dei grandi impegni e delle grandi responsabilità etiche che seguono una concezione della vita, ci sarebbe questa analogia: non ci troveremmo di fronte a due concezioni dell’educazione, ci troveremmo di fronte a chi dice l’educazione è impossibile o è inutile o, come ha detto il laicismo moderno fin quasi ad oggi, l’educazione è dannosa e consiste nell’emancipazione e nel liberarsi dall’educazione. Questo da Rousseau in poi è stato il grande principio che ha retto tutta la pedagogia illuministica e idealista, centrata sul concetto di autoeducazione, che, propriamente parlando, concettualmente è una contraddizione. Siamo all’aut aut fra l’uomo e la scomparsa dell’uomo. Quando Giovanni Paolo II con una intuizione culturalmente formidabile nell’Evangelium Vitae, ha parlato di una cultura della vita e di una cultura della morte che si contrappongono, ha indicato il livello a cui oggi le questioni devono essere comprese e ci impegnano. C’è l’esigenza di educazione laica, di vita familiare, di responsabilità morale, di oblazione che si compie come paternità e come maternità. Allora l’esperienza cristiana non è una possibilità, ma è la via lungo la quale ritrovare nella sua pienezza l’umano. Quindi non discutiamo di particolari e non discutiamo a livello di competenze, ma discutiamo a livello dell’esserci o del non esserci di questa esperienza sostanziale dalla quale dipende la maturità della persona. Se un ragazzo ha ricevuto un’educazione è, esiste, se non ha ricevuto un’educazione, non ha fatto neanche i primi passi verso la maturazione della propria personalità, è come se non esistesse, cioè ha una sostanziale inconsistenza, che poi si esprime come irresponsabilità.

L'educazione, verità della persona
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