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Le mille partenze e destinazioni della vita

Autore:
Bruschi, Franco
Fonte:
CulturaCattolica.it
La semplicità e lo stupore di Maria e dei pastori e il dono della "chiave" del nostro cuore.

Desidero partire dallo scritto della mia ex alunna Francesca. Raramente mi è accaduto di leggere una testimonianza così viva e appassionata di come è fatto il cuore di ciascuno di noi, del cammino necessario perché il cuore non si perda, ma si sviluppi sempre più come criterio di affronto della vita e delle condizioni necessarie per la nostra maturità. Mi piace riproporlo in occasione del Natale, il giorno della nascita di Colui che ha aperto i nostri cuori nel modo più imprevedibile e nello stesso tempo più comprensibile e carico di tenerezza: facendosi uno di noi. Cosa hanno fatto Maria, Giuseppe, i pastori, i magi? Hanno semplicemente guardato, hanno riconosciuto quel che accadeva davanti ai loro occhi, andando ben oltre l'apparenza di quel Bambino, tanto simile a tutti i bambini. Hanno visto in quel Bambino il loro volto, il loro io, il loro cuore, ben diverso da come l'immaginavano. Da quel momento non è che non hanno sofferto più, non hanno più subito delle prove, o l'angoscia, la tristezza, non è che non hanno fatto più i conti con le loro miserie umane, la loro incredulità, la loro fragilità, ma grazie alla coscienza di essere amati, del fatto che nulla li poteva separare dall'amore di un Dio che si è fatto e continuamente si fa uno di noi, hanno ritrovato la fiducia e la felicità.
E' quel che succede ogni giorno, attraverso chi rivive quell'avvenimento; come cambia la vita quando incontri qualcuno che ti dice: "Ti stimo, desidero la tua felicità come la mia, quel che desidera il tuo cuore è la stessa cosa che desidero io, c'è un Uomo nella storia che ha realizzato la promessa di cui il tuo desiderio è segno e anticipazione". E' questa la chiave, cara Francesca e care Francesche che riempite il mondo, le strade, le aule scolastiche, che apre la porta del nostro definitivo destino, è Colui che ogni giorno ti dice: "Non piangere, non temere, sono IO il tuo destino, la tua felicità". Quel prof, quell'amico, quella persona incontrata sul treno che ti dice: "Accetta che tutto sia fatto per la felicità, accetta il tuo cuore promessa di compimento, riconosci che Cristo ha risposto alla tua domanda umana", lo devi guardare con lo stesso stupore di Maria e dei pastori di fronte a quel Bambino.
La verità e la bellezza della nostra vita emergono con chiarezza e sorpresa quando il riconoscimento che noi esistiamo solo come rapporto amoroso, gratuito, col Signore diventa più decisivo di quel che ci sembra di essere o pensiamo e sentiamo di essere, di tutto ciò che ci sembra determinante nella nostra vita (i sogni, i progetti, i sentimenti, le emozioni, il giudizio degli altri, il trovare una sistemazione, l'avere un certo potere). Un avvenimento è la nostra unica speranza ed esso riaccade nel Santo Natale e ogni giorno della nostra vita. Occorrono solo la semplicità e lo stupore di Maria e dei pastori per riconoscerlo.
BUON NATALE, Franco




Proviamo per un attimo a chiudere gli occhi e, utilizzando la macchina del tempo, a ripercorrere parte della nostra vita per far riaffiorare i ricordi e le esperienze che ci hanno segnato veramente.
Servendoci di una buona concentrazione e di un pizzico di curiosità iniziamo ad intraprendere questo lungo viaggio interiore.
Partiamo da quel bellissimo giorno che nessuno si ricorderà, ma che ha un valore molto importante per la nostra esistenza: la nascita. Urla, pianti, coccole, carezze sono le principali caratteristiche della nostra entrata trionfante nella vita dei nostri genitori. Il passaggio da una realtà fatta di acqua, calore materiale, a una dove l’amore famigliare ti scalda e ti protegge. Improvvisamente sei piombata in una realtà a te sconosciuta, nuova, tutta da scoprire. Ti senti smarrita, ma questa sensazione non ti rende insensibile a ciò che ti circonda. Guardi, osservi, tocchi tutto ciò che si trova nelle tue vicinanze.
Dentro di te è già presente quella capacità esploratrice che ti distingue dagli altri. Ulisse ha iniziato il suo viaggio con il suo equipaggio, sarà difficile fermarlo.
Quel mare immenso di fronte a sé non impaurisce il suo cuore, anzi fa crescere quella curiosità che gli permetterà di superare i difficili ostacoli, accompagnato dalla presenza degli amici al suo fianco. Arrivato alle Colonne d’Ercole, Ulisse si pone spontaneamente una domanda: “Mi fermo o proseguo?” Quelle Colonne sono la porta d’accesso a nuove realtà.
Che senso ha fermarsi? La sua voglia di conoscere è più grande di qualsiasi incertezza, così, con forza e coraggio, passa quell’enorme barriera.
In quel preciso istante eccoci catapultati in una nuova dimensione del nostro viaggio: l’adolescenza.
Assistiamo a un secondo deragliamento dei sensi, alla perdita di quella lucidità e sicurezza che per un lungo periodo ci hanno accompagnato.
Questo stadio della vita presenta un livello di difficoltà medio. Ci vuole una dose in più di coraggio e grinta perché in questa fase il gioco si fa duro.
Arrivata all’ingresso del Louvre ti trovi circondata da una massa di persone che non sanno niente di te, della tua vita. Ti senti persa e l’unica persona a cui ti puoi rivolgere è la guida che ti accompagnerà in questo percorso.
Sei circondata da opere eccezionali, uniche, rare ma all’improvviso il tuo sguardo è catturato da un quadro che fino a quel momento avevi potuto osservare solo nei libri: la Gioconda.
Dietro a quella perfezione, a quei colori, a quel sorriso appena accennato, si nasconde la vita di una persona, fatta di gioie e di dolori, dubbi e certezze, domande alle quali nessuno è riuscito a dare una risposta soddisfacente. Ti rendi conto che quell’immagine ha molto in comune con la tua esperienza.
Questo ti fornisce la giusta carica per proseguire il tuo percorso, che si è arricchito passo dopo passo.
Quegli occhi che ti fissano sembra che vogliano darti degli indizi, ma come fare? Come riuscire a renderli tuoi? Improvvisamente capisci che il segreto per cogliere quei segnali è il tuo sguardo che non è più superficiale, ma profondo, critico, selettivo.
In questo modo tutto ciò che ti circonda sembra più semplice, perché oltre alla guida che ti sostiene, hai un’arma in più da sfruttare. Prosegui il tuo itinerario che, inaspettatamente, giunge al termine.
Quella soddisfazione, quella sensazione di felicità, in un attimo si trasformano in un senso di smarrimento.
Ti rendi conto che sei arrivata di fronte ad un nuovo portone da varcare, ma cosa serve per aprirlo? Qual è la chiave giusta che ti permetterà di spalancarlo? A questo nuovo ingresso non sono ancora arrivata, non ho ancora trovato la chiave giusta per aprirlo. Ma prima o poi tutti entrano in possesso di un esemplare. Lavoro e costanza, forza e coraggio sono elementi necessari per forgiare la chiave giusta, quella che ti permetterà di entrare in una nuova dimensione della vita, piena di ostacoli, ricca di esperienze, soprattutto quella che ti presenterà delle responsabilità, dalle quali nessuno può scappare.
Grazie alla macchina del tempo siamo riusciti a fare un resoconto della nostra vita. La memoria non ci ha mai abbandonati, forse è proprio questo che ha reso il nostro viaggio più vivo ed interessante.
Il futuro va ancora esplorato, ma di una cosa sono certa: assisteremo a nuove partenze e nuovi arrivi. In questo modo riusciremo a crescere e a capire che questi numerosi distacchi sono la prova che la nostra vita ha un senso, è vera ed imprevedibile. (Francesca)

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