Lettera ad una alunna dopo la maturità
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Carissima
Parto per la vacanza, so che gli esami sono finiti... spero bene. Comunque quel che abbiamo imparato per noi stessi e per la nostra vita in questi 3 anni non ce lo può togliere nessuno. Queste per me sono le grandi questioni in tre anni di vita insieme: cosa ho scoperto di veramente decisivo per la mia vita? Mi voglio più bene? Ho scoperto per che cosa vale veramente la pena vivere?
E' stato bello giorno dopo giorno non dimenticare queste domande, guardarci in faccia sapendo, al di là di tutte le differenze e storie personali, di avere lo stesso cuore desideroso di felicità vera, piena. Penso che ognuna possa dire di conoscersi più a fondo e di volersi più bene di tre anni fa. Mi piace ricordare una canzone che dice: "Il nostro cuore non si è perduto", anzi in questi 3 anni l'abbiamo conquistato e/o riconquistato con tutta la sua carica di grandi desideri, attese, promesse. E' bello poter dire che nulla può cancellare la grandezza del nostro cuore: errori, sbagli, fragilità, superficialità non tolgono nulla al nostro cuore desideroso di essere felice, di amare e di essere amato. Chi ci ha donato il nostro cuore sa bene di che pasta siamo fatti, è sempre pronto a perdonarci, perché possiamo ricominciare con speranza l'avventura della vita. Sono stati tre anni intensi, umanamente intensi, abbiamo cercato di prenderci sul serio, di non banalizzare la circostanza della scuola, di non lasciar perdere i nostri grandi desideri, che sono sempre stati presenti, qualsiasi cosa ci siamo detti. Spero che ognuno possa dire: "Ne è valsa la pena! Mi sono scoperto più uomo, più donna, non semplicemente studentessa con un di più di conoscenze e un pezzo di carta in mano." Sarebbe triste se fosse solo questo! Ognuno ci ha messo del suo per realizzare questo cammino. Abbiamo scoperto una delle cose più importanti e difficili della vita, che quasi più nessuno dice e che don Gius ripeteva sempre: la vita è un cammino. Quando ero giovane, a proposito della vita, mi disse: "Non ci siamo messi a correre, non abbiamo deciso noi di correre, ci siamo ritrovati in corsa e questo significa che c'è una meta". In questi tre anni abbiamo cercato di vivere come compagni di viaggio, ricordandoci che la vita è una cammino verso una grande meta. Senza questa certezza la vita appassisce, invecchia presto, smarrisce il fuoco e la sete della giovinezza! Grazie a questa certezza diventa scoperta continua, come quando si ama veramente un uomo, il mistero della sua persona, non esiste la noia.
Certo bisogna mettersi in gioco con le proprie attese, le proprie domande umane profonde, decisive, come abbiamo cercato di fare in questi tre anni. Allora uno capisce che questo cammino, questa corsa non la può fare da solo, ci vogliono dei compagni di viaggio che hanno lo stesso desiderio, come succede ogni mattina in classe, se uno non si ferma alla banalità e alla ripetitività della circostanza, ma ha la semplicità di guardare sinceramente negli occhi una compagna. Scopre che quella ragazza ha lo stesso suo desiderio: essere voluta bene, essere stimata, essere guardata come un valore inestimabile, non essere misurata coi criteri del mondo, coi criteri di tutti. Bastano uno sguardo e un'esperienza così che uno torna volentieri ogni giorno a scuola.
Ora la circostanza cambia, non c'è più la scuola ogni giorno, la compagna di banco ogni mattina, l'insistenza del prof, ma resta l'esigenza di trovare dei compagni di viaggio nell'avventura della corsa della vita verso la meta. Dipende dal nostro desiderio e dalla nostra libertà ricercare questi compagni di viaggio, sapendo bene che da soli non si combina nulla.
Speriamo che questi tre anni insieme abbiano destato il desiderio e sostenuta la libertà. Il cammino, la corsa continua... speriamo insieme, ancora insieme. Io e te... e te... e te!
Un abbraccio e a presto. Franco