Condividi:

Papà, assicurami che valeva la pena venire al mondo

Fonte:
CulturaCattolica.it
Educazione come introduzione alla realtà totale, al suo possibile significato: testimonianza di Franco Nembrini a Carugate

“Papà, assicurami che valeva la pena venire al mondo”. Educazione come introduzione alla realtà totale, al suo possibile significato. Educazione come testimonianza e consegna del significato della vita, valido per sé e vissuto nella concretezza della vita quotidiana, come testimonianza, riferimento sicuro. Educazione come confronto costruttivo e sfida positiva della libertà dell’altro, figlio o allievo, a trovare un modo migliore di vivere, una letizia concreta più grande, prima di rifiutare quanto proposto. Educazione come misericordia, accettazione completa che l’altro (figlio o allievo) è diverso da noi (padre o insegnante) e del quale accettiamo il rischio dell’esito della sua scelta di libertà. Educazione come stima della libertà dell’altro in modo da consentirgli di dirci di no.
Così, con la concretezza di un bergamasco, Franco Nembrini, padre ed insegnante, ha sviluppato in poco più di un’ora con esempi dalla sua vita il densissimo contenuto dell’opera di mons. Luigi Giussani “Il Rischio Educativo”, pubblicato per la prima volta circa 40 anni fa ed ancora attualissimo. Nell’aula magna del credito Cooperativo di Carugate, venerdì 28 ottobre, organizzato dai Centri Culturali della Martesana, lo ha fatto con l’efficacia, la passione, la convinzione e la forza trascinante di chi parla della propria esperienza, non delle proprie opinioni, è il contenuto del testo, d’altra parte, distillato dell’esperienza di un grandissimo educatore. Del significato di educare ne ha fatto esperienza su di sé come figlio di un padre che, fallito agli occhi del mondo, gli ha mostrato e trasmesso nelle fibre più profonde la certezza della positività della vita, della dignità e della grandezza dell’esistere. Senza discorsi, ma nelle azioni e nei gesti quotidiani. Ne ha fatto esperienza come insegnante e come padre, davanti allo sguardo interrogativo dei figli e degli allievi che senza necessariamente una chiara coscienza gli pongono sempre, in ogni gesto, la domanda che abbiamo posto all’inizio. “I figli, come gli allievi, ti guardano sempre, magari non capiscono le tue parole, ma sentono te, il tuo animo, le tue paure, le tue certezze, le tue convinzioni, lo sguardo che hai sulla vita”. Ecco quindi come porre la questione correttamente: non sono i figli a dover cercare i valori, gli ideali, ma i padri che soli possono trasmettere il senso della vita che vale per essi stessi. L’educazione è un rapporto e non è mai indifferente: o costruisce o distrugge. Il problema dei giovani d’oggi è che fanno fatica ad avere un padre, un maestro, un adulto da seguire, del quale possano dire: voglio essere come lui, perché vedono un positivo, un di più nella sua vita che affascina ed attira tanto da sentirsi sicuri seguendolo. La responsabilità reale degli adulti verso i propri figli è quindi quella che essi stessi hanno verso la propria vita. Ai propri figli, o agli allievi, si può trasmettere solo ciò in cui si crede, ciò per cui si impegna e si rischia la propria vita. Solo così si possono dare le ragioni, nell’articolarsi della vita quotidiana, del perché essere buoni, rispettare le leggi, lavorare, sacrificarsi per un ideale. Riferendoci ad alcuni passi del libro possiamo esplicitare sinteticamente l’educazione in quattro passaggi. Nell’offerta di una ipotesi di senso della realtà, di una tradizione. Nella presenza reale di un’autorità, di un luogo fisico ove questa ipotesi si concretizza, condizione unica di coerenza sperimentata. Nella sollecitare il giovane ad un impegno di verifica di tale ipotesi in tutte le sue esperienze, dentro l’ambiente ove vive, unica condizione di una reale convinzione. i gli aspetti della sua esistenza. Nell’accettazione di un crescente, ed equilibrato, rischio del confronto tra l’ipotesi e la realtà, unica condizione per la maturazione della sua libertà.
È un testo straordinario che elimina da una vera educazione autoritarismo, perbenismo, moralismo, sostituendoli con autorità, tradizione, esperienza, libertà, misericordia, amicizia. Nella babele di oggi un vero riferimento, perché dimostrato dall’esito positivo della vita di migliaia di giovani ed adulti.

Vai a "Il Rischio Educativo"