Il nostro manifesto
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«La Chiesa, negli ultimi tempi, si è fatta interprete di una esigenza che coinvolge tutte le coscienze più sensibili e responsabili per le sorti dell’umanità: l’esigenza di rispondere ad una sfida decisiva che è appunto quella educativa. Perché “sfida”?
Almeno per due motivi:
• in primo luogo, perché nell’era attuale, fortemente caratterizzata dalla mentalità tecnologica, voler educare e non solo istruire non è scontato, ma è una scelta;
• in secondo luogo, perché la cultura relativista pone una questione radicale: ha ancora senso educare?, e poi educare a che cosa?» [Benedetto XVI, Omelia dell’1 gennaio 2012]
Abbiamo ascoltato l’accorata Omelia del Papa con questo pressante invito alla responsabilità educativa. Una società, che abbia a cuore se stessa, non può trascurare l’impegno educativo verso i più giovani. Nella recente iniziativa per riconoscere l’«Uomo dell’anno» – proponendo la straordinaria figura di Shahbaz Bhatti – hanno risposto con entusiasmo giovani ed insegnanti (in percentuale il maggior numero).
Nel Discorso in occasione della presentazione degli auguri natalizi 2011 il Papa ha mostrato una sensibilità profondissima al cammino giovanile, evidenziando quanto lui stesso ha imparato dagli incontri con i giovani. E il Messaggio per la XLV Giornata mondiale della Pace ha tracciato le linee di un serio impegno educativo.
Ci chiediamo:
• se educare (e non istruire) è una scelta, come si realizza nel nostro impegno quotidiano?
• In che modo, quali esperienze mostrano la sconfitta della cultura relativista tra noi?
Ci interessano le esperienze, secondo quella accezione di esperienza che abbiamo fatta nostra: «L’esperienza coincide, certo, col «provare» qualcosa, ma soprattutto coincide col giudizio dato su quel che si prova. La persona è innanzitutto consapevolezza. Perciò quello che caratterizza l’esperienza non è tanto il fare, lo stabilire rapporti con la realtà come fatto meccanico [...]. Ciò che caratterizza l’esperienza è il capire una cosa, lo scoprirne il senso. L’esperienza quindi implica intelligenza del senso delle cose. Un giudizio esige un criterio in base al quale viene operato. Anche per l’esperienza religiosa occorre domandarsi, dopo aver svolto l’indagine, quale criterio adottare per giudicare quanto si è trovato nel corso di quella riflessione su se stessi». [L. Giussani, Il senso religioso]
Come potete constatare visitando il sito CulturaCattolica.it, abbiamo raccolto, in questi anni, molte riflessioni e testimonianze sull’educazione (in particolare la sfida di fare, dell’ora di lezione, una «ora della bellezza»). Vorremmo continuare in questo nostro impegno, dando ospitalità ad esperienze e riflessioni su questo argomento. Sappiamo che molti, tra i nostri affezionati visitatori, sono insegnanti (di varie discipline, tra cui, in particolare, la Religione Cattolica). In questi giorni abbiamo visto che le nostre proposte, le nostre iniziative, i nostri commenti, i nostri giudizi sono stati di aiuto ai molti visitatori del sito, hanno generato iniziative e prese di posizione, hanno inciso sulla vita della società.
Se quindi lo ritenete utile, fateci avere i vostri contributi; saranno lo strumento e l’occasione di una ripresa – con i nostri mezzi, poveri, certo, ma ricchi di relazioni e di amicizia – dell’affascinante compito educativo. Potremo offrirli al Santo Padre come contributo di riflessione e ringraziamento per il suo grande impegno educativo. Sarebbe bello poterglieli offrire di persona, durante una delle sue Udienze del mercoledì.
Con sincera amicizia
don Gabriele Mangiarotti, Luisella Saro, Enrico Leonardi, Nicola Incampo, Gianfranco Amato, Sr Maria Gloria Riva, Nerella Buggio