Un dono da vivere
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Dura meno di dieci minuti Gratitude del fotografo Louis Schwartzberg, ma possono bastare anche solo dieci minuti e la lezione diventa… un’“ora di bellezza”, perché a scuola succede questo: il tempo si contrae o si dilata e quasi mai obbedisce all’orologio.
L’armonia tra parole e immagini ha aperto un varco nel cuore di Elisa…

C’era una volta chi insegnava a vivere, chi insegnava ad accontentarsi e ad essere grati di ciò che quotidianamente si riceve. La povertà, le delusioni, le preoccupazioni, il dolore e le difficoltà non impedivano a nessuno di considerarsi fortunato, unico e prescelto in un mondo dove ogni giornata è sacra, dove “domani” non è solo un altro giorno della propria vita, ma è un giorno speciale: un dono che ci viene dato senza che in cambio ci venga chiesto nulla. C’era chi “quel giorno” lo viveva fino in fondo, pienamente, rendendosi conto che poteva essere l’ultimo concessogli. E c’era anche chi aveva la consapevolezza d’essere parte di un immenso e favoloso disegno nel quale lui stesso era un dono prezioso per il mondo intero.
Ora c’è chi quel dono non si rende conto d’averlo; c’è chi lo scarta senza guardare ciò che c’è dentro, senza accorgersi del biglietto attaccato diligentemente al sacchetto, senza leggere ciò che in quel biglietto è stato scritto; c’è chi canta a memoria parole senza conoscerne il senso; c’è chi guarda il cielo solamente per vedere se la giornata sarà piovosa o serena; c’è chi crede di conoscere del tutto se stesso e coloro che gli stanno accanto; c’è chi crede d’aver dato e fatto tutto il possibile; c’è chi dice “o mio Dio” senza provare o pensare nulla di straordinario, accecato da una vita frenetica, ricca di impegni ma povera di sostanza.
Iniziamo quindi con l’aprire il nostro cuore e i nostri occhi, sorprendendoci di cosa ci dona la vita, rendendoci conto d’essere fortunati ad avere degli occhi da aprire, con i quali osservare le persone, guardare tutto ciò che ci circonda, anche ciò che non vorremmo vedere, aiutandoci a crescere e a capire che questa è la vita. Iniziamo con l’alzare gli occhi al cielo ammirandone la vastità, pensandolo come un mondo inesplorato, stupendoci delle sfaccettature e dei colori, notando quanto può essere diverso da un momento all’altro, e della sua continua trasformazione. Ascoltiamo le persone e le loro storie, non soffermandoci sugli errori ma sottolineando i pregi, dando loro un motivo in più per il quale fidarsi. Apriamo il cuore e rendiamo unico e indimenticabile ogni momento, anche solo con un sorriso, con una lacrima, con una carezza, con la nostra presenza, senza farci sfuggire niente, senza permettere che ci colga l’indifferenza, perché ogni singolo momento è unico e irripetibile.
Cantiamo le canzoni consapevoli di ciò che vogliono esprimere; non arrendiamoci davanti alla prima difficoltà, ma impegniamoci a dare sempre qualcosa in più; diciamo “o mio Dio” solo quando riconosciamo realmente le meraviglie che ci circondano; accorgiamoci del biglietto attaccato al sacchetto colorato, apriamolo con cura e leggiamolo. Troveremo scritto: “Un dono da vivere”.
Se sfrutteremo così il nostro dono, solo allora questo – proprio questo – sarà il giorno più bello della nostra vita.
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Leggi la traduzione:
Sono più di 30 anni che scatto fotografie time-lapse dei fiori, senza interruzione, 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. E vederli muovere è una danza che non mi stancherà mai. La loro bellezza ci immerge nei colori, nel gusto, nel piacere del tatto, e ci procura un terzo del cibo che mangiamo. Bellezza e seduzione sono lo strumento della natura per la sopravvivenza, perché noi proteggiamo ciò di cui ci innamoriamo. Ci apre il cuore e ci fa accorgere che siamo parte della natura, non ne siamo separati. Vedere noi stessi nella natura ci mette anche in contatto gli uni con gli altri, perché è chiaro che tutto è connesso, è una cosa sola. Quando la gente vede le mie fotografie, spesso dice: «Oh, mio Dio!». Vi siete mai chiesti che cosa voglia dire? «Oh»: vuol dire che ha attirato la tua attenzione, ti fa essere presente, attento. «Mio»: vuol dire che ha toccato qualcosa nel profondo della tua anima, crea un varco per la tua voce interiore che possa ergersi e farsi sentire. E «Dio»? Dio è quel viaggio individuale che vogliamo fare tutti, che ci dà ispirazione, ci fa sentire che siamo parte di un universo che celebra la vita. Sapevate che l’80% delle informazioni che riceviamo ci viene tramite gli occhi? Se paragonate l’energia della luce alla scala musicale, l’occhio nudo potrebbe vedere soltanto un’ottava, proprio quella centrale. E non siamo grati per il nostro cervello che coglie l’impulso elettrico che viene dall’energia della luce per creare immagini in modo che possiamo esplorare il mondo? E non siamo grati che abbiamo un cuore che possa sentire queste vibrazioni che ci permettono di sentire il piacere e la bellezza della natura? La bellezza della natura è un dono che coltiva l’apprezzamento e la gratitudine. Allora io ho un dono che voglio condividere con voi oggi, un progetto che sto portando avanti che si chiama la “felicità rivelata”. Ci aprirà uno squarcio dentro quella prospettiva dal punto di vista di una bambina e di un anziano. Bambina: Quando guardo la tivù, sono soltanto spettacoli, scene che sono finte, e quando vai a esplorare ti viene più immaginazione di quanta ne avevi prima. E quando hai più immaginazione ti vien voglia di andare più in là – nel profondo –, così vedi più cose che sono più belle, per esempio un sentiero potrebbe portarti a una spiaggia o qualcosa potrebbe essere bello. Anziano: Tu pensi che questo sia soltanto un altro giorno nella tua vita; non è soltanto un altro giorno, è l’unico giorno che ti è dato oggi. È donato a te, è un dono. È l’unico dono che hai qui e ora, e l’unica risposta appropriata è la gratitudine. Se non fai nient’altro che coltivare quella risposta al grande dono di questo giorno unico, se impari a rispondere come se fosse il primo e ultimo giorno della tua vita, allora avrai speso questo giorno molto bene. Comincia aprendo i tuoi occhi e sii sorpreso dal fatto che hai degli occhi da aprire. Quei raggi incredibili di colori che ci vengono offerti in continuazione per il nostro puro godimento. Guarda il cielo! Guardiamo il cielo così raramente. Notiamo così raramente come è diverso da un momento all’altro con l’andirivieni delle nuvole. Pensiamo soltanto al tempo che fa, ma anche del tempo che fa non cogliamo tutte le sottili variazioni, pensiamo solo al bel tempo o al maltempo. Questo giorno, ora, il tempo che fa è unico, magari non sarà mai più esattamente come oggi, quella formazione precisa delle nuvole non avverrà mai più come è ora. Apri gli occhi, e guarda! Guarda i volti delle persone che incontri. Ognuno ha una storia incredibile dietro il proprio volto. Una storia che non potresti mai scandagliare fino in fondo, veramente. Non solo la loro storia, ma quella dei loro avi. Hanno tutti una storia così antica. E in questo momento, in questo giorno, tutta la gente che incontri, tutta la vita di tutte le generazioni da innumerevoli luoghi in tutto il mondo, si riunisce in un flusso unico e ti incontra qui come un’acqua che ti dà vita se solo apri il cuore e bevi. Apri il cuore ai doni incredibili che ci dà la civiltà: devi soltanto girare un interruttore ed ecco la luce elettrica, apri il rubinetto ed esce l’acqua calda, l’acqua fredda e l’acqua potabile. È un dono che milioni di persone nel mondo non sperimenteranno mai. Sono solo alcuni degli innumerevoli doni cui possiamo aprire il cuore. E quindi ti auguro di aprire il cuore a tutte queste benedizioni, lascia che fluiscano attraverso di te. Ognuno che ti incontri oggi sia benedetto da te, soltanto dal tuo sguardo, dal tuo sorriso, dal tuo tocco, soltanto dalla tua presenza. Che la gratitudine trabocchi in una benedizione intorno a te, e allora sarà davvero una buona giornata.