Ascoltare canzoni in classe – 1 – Note di metodo
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“Sono solo canzonette...” ammoniva bonariamente alcuni anni fa Edoardo Bennato, e gli faceva eco Eros Ramazzotti: “Se bastasse una canzone...” Non esageriamo, non trasformiamo una canzone in un manifesto politico o in una bandiera ideale. Tuttavia è innegabile il fatto che per la maggior parte delle ragazze e dei ragazzi l’ascolto di musica costituisca una delle attività più amate del tempo libero. Questo fenomeno è stato ampiamente studiato: accanto all’“easy listening”, al consumismo musicale, al ritmo ossessivo della “disco music” o della “techno”; accanto all’ammirazione estatica, idolatrica per i divi musicali del momento, vi è in molte canzoni un’indubbia componente culturale, artistica, di comunicazione sociale non riducibile all’evasione superficiale. La canzone può essere utilizzata dal soggetto che la propone come veicolo di bellezza, come offerta di un’intuizione poetica, di un significato intravisto. E’ possibile valorizzare questo mezzo di comunicazione così caratteristico del mondo giovanile, per avviare itinerari di ascolto in classe. In particolare ci sembra che siano vivacemente presenti in moltissime canzoni le “grandi domande dell’uomo”: un interrogarsi ora colmo di angoscia, ora di speranza, sulla condizione umana.
Preliminarmente sono importanti alcune notazioni di metodo:
1. Occorre mettersi nelle condizioni ideali per ascoltare. Questa che può sembrare un’operazione spontanea, è in realtà una delle più difficili. Viene ostacolata dalla superficialità, dalla distrazione, dal commento fuori luogo e anche dal folkloristico battere il ritmo con la biro sul banco...
E’ necessario invece assicurare in primo luogo il silenzio esteriore ed interiore (ossia la disponibilità, lo spazio creato per accogliere qualcosa di esterno a sé): anche l’atteggiamento del corpo facilita il raccoglimento e la concentrazione.
2. Non sempre una canzone ascoltata per la prima volta suscita in noi entusiasmi travolgenti. Ci vuole la pazienza di non fermarsi alla prima impressione: occorre, avendo a disposizione il testo e accettando la ripetizione, che melodia e parole divengano famigliari per poter fare emergere il segreto che contengono.
3. La canzone inoltre ha un suo linguaggio particolare: è un intreccio indissolubile di parole e musica. Occorre allora (oltre alle ricognizioni storiche sull’autore e sulle circostanze della composizione) compiere un duplice lavoro: sul testo e sulla melodia, in modo da cogliere il messaggio nella sua globalità.
Le numerose schede presenti nella sezione Musica sono un prezioso aiuto in tale senso.