Le Tende di Natale in una Scuola Media
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Parole come valore della persona, amicizia, solidarietà, responsabilità, hanno sempre fatto parte dei miei obiettivi didattici e del programma di classe negli oltre 30 anni di insegnamento di lettere nella scuola media inferiore. La proposta delle tende di Natale a sostegno dei progetti Avsi è stata una formidabile occasione per sviluppare l'esperienza di questi valori.
Sono partita tre anni fa, convinta, ma senza progetti ambiziosi, nell'ambito di una mia classe; la cosa è cresciuta - per evidente grazia di Dio - fino coinvolgere praticamente tutta la comunità scolastica della Scuola media di Inzago (MI).
Nel settembre del 2000 avevo una seconda media con ragazzi affiatati e genitori disponibili. Proposi, nell'ambito delle mete educative previste dal mio programma di italiano, di realizzare tra ottobre e dicembre un lavoro sulla solidarietà a favore dei progetti Avsi. Decidemmo che la nostra classe avrebbe realizzato, nella scuola, un mercatino, per i genitori della classe e per i loro parenti.
Insieme con la collega di matematica e a una decina di genitori, iniziammo a ritrovarci, di pomeriggio, per realizzare lavoretti adatti alla vendita: tovaglie ricamate, costruzioni realizzate a traforo, ricami, découpage, candele decorate e altri oggetti natalizi, a seconda della capacità di ciascuno.
L'iniziativa ebbe successo: i genitori furono entusiasti e non fecero mancare la loro iniziativa, i ragazzi mostrarono di comprendere meglio che cosa significa compiere, nella scuola, un'esperienza che ha un orizzonte più grande del rendimento scolastico.
L'anno dopo fu la logica prosecuzione, con quella classe che era ora una terza e con la nuova "prima" che avevo presa. Mi ero resa conto che potevo svolgere il programma di geografia facendo studiare i paesi della presenza Avsi, utilizzando lo stesso periodico di informazioni internazionali "Buone Notizie" come sussidio didattico per preparare schede sulla situazione dei vari popoli, resoconti di realtà umane culturali e sociali drammatiche, testimonianze di esperienze e progetti positivi, come appunto quelli dell'Avsi. Nel fare questo abbiamo sempre meglio compreso che il metodo Avsi (incontro con la persona attraverso un bisogno, coinvolgimento, aiuto alla persona e alla comunità ad essere protagonisti e non oggetti di assistenzialismo più o meno pietistico) coincideva con l'ideale educativo per i nostri stessi ragazzi e per la nostra stessa situazione italiana.
Su proposta dei genitori, questa volta il mercatino è stato più pubblico: sul sagrato della chiesa, sabato e domenica, con tanto di manifesti e striscioni Avsi in piazza e avviso durante le messe, prima di Natale; con una seconda edizione (e seconda raccolta di fondi per Avsi) durante la festa serale di fine anno scolastico.
L'anno dopo fissiamo una riunione informale con i due o tre insegnanti che si erano implicati negli anni precedenti per spiegare bene motivi e scopi della scelta di Avsi e definire poi come metterci a lavorare. Per un misterioso passaparola alla riunione si presentano una decina di insegnanti (quasi la metà del corpo docente della scuola) e tutti e dieci aderiscono. Coinvolgendo quindi le loro dieci classi. Non solo: si impegnano anche a presentare l'iniziativa nei consigli di classe e nelle assemblee dei genitori convocate per la nomina dei rappresentanti di classe.
Si presenta una situazione sorprendente e per me, a dire il vero, inquietante: non è più faccenda delle mie classi, ma praticamente di tutta la scuola. Non sono sicura di farcela, ma tant'è…Il coinvolgimento dei genitori, sempre valorizzato come metodo, diventa enorme. Alla prima riunione di lavoro con i genitori pronti a collaborare partecipano in 13, i "veterani", che riferiscono le titubanze di quanti, affascinati dall'iniziativa e desiderosi di fare, sono tuttavia frenati dalla paura di non avere idee brillanti o capacità straordinarie… Allora si propone una riunione serale dove le mamme "capaci" insegnino alle altre e così, questa volta, si presentano in 45 armati di forbici e vinavil. Tutti capiscono che è bello lavorare insieme per uno scopo positivo, e si riparte nella preparazione del mercatino. Si acquistano i materiali necessari autotassandosi. A gruppi di due/tre, i genitori vanno nelle classi per insegnare i lavori ai ragazzi: soggetti natalizi, découpage…; e a casa - per chi lavora tutto il giorno - ricami e quant'altro sanno già fare.
Anche il coinvolgimento degli insegnanti è confortante, ognuno mette concretamente a disposizione la sua competenza, dal disegno alle lingue, dalla religione alla musica.
Per preparare meglio questo gesto, si pensa a uno spettacolo di canti e letture da far fare ai ragazzi. Gli insegnanti di musica si coinvolgono fino in fondo e dirigono le loro classi.
Il sabato prima di Natale è il giorno delle nostre tende, il nostro Natale di Solidarietà, celebrato da 250 ragazzi e quasi 400 genitori, oltre agli insegnanti e alle ausiliarie (anch'esse sono state generose tenendoci aperta la scuola tanti pomeriggi), che vengono per lo scambio di auguri, acquistano tutti i prodotti preparati per il nostro mercatino, visitano la mostra sull'Avsi con i pannelli fatti preparare ai ragazzi della mia classe, assistono allo spettacolo nell'auditorium del nuovo edificio scolastico.
Tutto è andato bene, anche dal punto di vista del ricavato: qualche migliaio di euro che vanno a sostenere i progetti dell'Avsi, compresa un'adozione a distanza di una bimba ugandese.
NATALE DI SOLIDARIETÀ
(ipotesi di lavoro)
Finalità educativa:
1. la solidarietà non solo come contenuto di discussione, ma come esperienza sperimentabile da subito sia per i ragazzi che per gli adulti
2. la solidarietà come esperienza quotidiana nei rapporti
3. la solidarietà come esperienza di apertura verso la società e i suoi bisogni
4. la solidarietà come ipotesi positiva nella vita
5. la solidarietà nell' esperienza di lavoro tra classi, nella classe, con i prof. e con i genitori
Ricadute didattiche (UA):
1. Obiettivo educativo trasversale: solidarietà
2. Geografia: attraverso la Presenza AVSI (progetti in favore soprattutto dei bambini e dei ragazzi) studiare i vari paesi dal punto di vista storico, sociale, economico, con un'ipotesi positiva (strumento: Buone Notizie)
3. Italiano: testi, testimonianze, filmati, articoli di giornale
4. Ed. musicale: testi, canto, strumento
5. Lingua 2: comprensione, pronuncia, stesura di lettere per la bambina ugandese adottata ecc.
6. Ed. artistica: uso degli strumenti, manualità, educazione al bello ecc.
7. Possibilità di gestione del disagio e valorizzazione delle eccellenze.