Suggerimenti per il curricolo di storia
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Storia
La storia risponde al bisogno di conoscere il passato, per vivere in modo consapevole il presente e infine ricercare su questa memoria e consapevolezza un significato su cui impegnare la vita futura.
È importante perciò che lo studio e la conoscenza della storia siano avvertiti dal ragazzo come qualcosa di proprio, come incontro con popoli e persone capaci di suscitare in lui un fascino e una riflessione su di sé.
Perché la storia costituisca effettivamente un incontro, è necessario che abbia come protagonista del suo apprendimento il ragazzo stesso, accompagnato e aiutato dall’insegnante, che deve creare le condizioni di questo incontro con l’umanità che ha fatto storia.
Il fine generale dello studio della storia è l’educazione al “senso storico” che vuol dire sentire in modo ugualmente vivo la realtà attuale e il passato. Per raggiungere questo fine è necessario porsi questi obiettivi educativi:
1) Educazione all’identità
La storia è conoscenza dell’uomo nel tempo: il presente non può essere compreso se non mediante il passato, il quale non è separato da noi mediante un vuoto.
È importante allora educare i ragazzi a sentirsi legati al proprio passato (partendo da quello più vicino) e a farne memoria, soprattutto in un momento come questo in cui il progresso tecnologico e scientifico e l’organizzazione della società acuiscono la sensazione di un distacco tra le generazioni.
2) Educazione al metodo scientifico
La storia si fa con i documenti; opere letterarie o altre tracce dell’attività dell’uomo sono tutte importanti per lo storico. Nei confronti di tali documenti è necessario compiere una operazione critica per verificarne la validità. Attraverso strumenti di indagine e di ricerca, occorre rendere gli alunni capaci di leggere i documenti; fare delle ipotesi, valutarle e confrontarle perché i ragazzi diventino soggetti attivi del processo di conoscenza.
3) Educazione al senso del tempo e all’idea di causa
È importante cominciare a dare ai ragazzi il senso della cronologia, per quanto possibile in un’età in cui fatti fra loro molto lontani appaiono contemporanei, e in cui i ragazzi hanno ancora una visione “piatta” del passato.
È necessario cominciare ad introdurre anche il concetto di causalità superando l’episodicità più legata al mondo infantile.
4) Educazione all’incontro
La conoscenza del passato sarà realizzata come un incontro fraterno e l’atteggiamento a cui educare i ragazzi sarà quello della comprensione e della simpatia per le esperienze umane che ci hanno preceduto, perché possano scoprirvi valori e ricchezze che anche oggi, in un diverso contesto storico, possono dar senso alla vita dell’uomo.
5) Educazione al complesso e al diverso
Occorre che il ragazzo impari ad accettare che la spiegazione del passato non sia semplice e che a volte rimanga un problema aperto. Inoltre non bisogna presentare una civiltà come eccessivamente omogenea, dando l’impressione che “tutto torni”, ma bisogna far registrare le cose che si discostano e le voci discordanti.
6) Educazione alla domanda
È importante far capire al ragazzo che la storia non è una materia preconfezionata, da assimilare, ma è un lavoro di conoscenza che deve partire da una domanda mossa dall’uomo (il ragazzo, la classe, l’insegnante, ecc.). Da questa domanda scaturisce un’ipotesi da verificare e un piano di lavoro adeguato a tale verifica.
7) Educazione all’ascolto
A causa dell’età dei ragazzi e della loro mancanza di informazioni storiche, è necessario che imparino dall’insegnante le linee fondamentali dello sviluppo storico senza la cui conoscenza è molto difficile riuscire a porre domande.
Sintetizzando, si può dire che l’insegnamento della storia nella scuola secondaria di primo grado ha come fini i seguenti punti:
- realizzare un incontro fraterno con altri uomini che ci insegnano a meglio conoscere cos’ è l’uomo (incontro quindi soprattutto di fatti positivi e di uomini che dicano qualcosa);
- abituare i ragazzi a riflettere sulla validità delle proprie azioni, valutando e confrontando il modo di pensare e agire di altri uomini con il proprio;
- rendersi conto di essere uomini con dei limiti e quindi capaci di cogliere solo brani limitati della realtà;
- acquistare un senso vivo della propria responsabilità, della propria decisione, del proprio impegno e accorgersi di poter incidere nella realtà che li circonda.