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Suggerimenti per il curricolo di storia

Autore:
Lesma, Leo
Fonte:
CulturaCattolica.it
Per la scuola secondaria di primo grado

Storia

La storia risponde al bisogno di cono­scere il passato, per vivere in modo consapevole il presente e infine ricer­care su questa memoria e consapevo­lezza un significato su cui impegnare la vita futura.
È importante perciò che lo studio e la conoscenza della storia siano avvertiti dal ragazzo come qualcosa di proprio, come incontro con popoli e persone capaci di suscitare in lui un fascino e una riflessione su di sé.
Perché la storia costituisca effettiva­mente un incontro, è necessario che abbia come protagonista del suo ap­prendimento il ragazzo stesso, accom­pagnato e aiutato dall’insegnante, che deve creare le condizioni di questo incontro con l’umanità che ha fatto storia.
Il fine generale dello studio della storia è l’educazione al “senso storico” che vuol dire sentire in modo ugualmente vivo la realtà attuale e il passato. Per raggiungere questo fine è necessario porsi questi obiettivi educativi:

1) Educazione all’identità
La storia è conoscenza dell’uomo nel tempo: il presente non può essere compreso se non mediante il passato, il quale non è separato da noi mediante un vuoto.
È importante allora educare i ragazzi a sentirsi legati al proprio passato (par­tendo da quello più vicino) e a farne memoria, soprattutto in un momento come questo in cui il progresso tecno­logico e scientifico e l’organizzazione della società acuiscono la sensazione di un distacco tra le generazioni.

2) Educazione al metodo scientifico
La storia si fa con i documenti; opere letterarie o altre tracce dell’attività dell’uomo sono tutte importanti per lo storico. Nei confronti di tali documenti è necessario compiere una operazione critica per verificarne la validità. At­traverso strumenti di indagine e di ricerca, occorre rendere gli alunni ca­paci di leggere i documenti; fare delle ipotesi, valutarle e confrontarle perché i ragazzi diventino soggetti attivi del processo di conoscenza.

3) Educazione al senso del tempo e all’idea di causa
È importante cominciare a dare ai ragaz­zi il senso della cronologia, per quanto possibile in un’età in cui fatti fra loro molto lontani appaiono contemporanei, e in cui i ragazzi hanno ancora una visione “piatta” del passato.
È necessario cominciare ad introdurre anche il concetto di causalità superan­do l’episodicità più legata al mondo infantile.

4) Educazione all’incontro
La conoscenza del passato sarà realiz­zata come un incontro fraterno e l’at­teggiamento a cui educare i ragazzi sarà quello della comprensione e della simpatia per le esperienze umane che ci hanno preceduto, perché possano scoprirvi valori e ricchezze che anche oggi, in un diverso contesto storico, possono dar senso alla vita dell’uomo.

5) Educazione al complesso e al di­verso
Occorre che il ragazzo impari ad ac­cettare che la spiegazione del passato non sia semplice e che a volte rimanga un problema aperto. Inoltre non biso­gna presentare una civiltà come ecces­sivamente omogenea, dando l’im­pressione che “tutto torni”, ma biso­gna far registrare le cose che si di­scostano e le voci discordanti.

6) Educazione alla domanda
È importante far capire al ragazzo che la storia non è una materia preconfe­zionata, da assimilare, ma è un lavoro di conoscenza che deve partire da una domanda mossa dall’uomo (il ragaz­zo, la classe, l’insegnante, ecc.). Da questa domanda scaturisce un’ipotesi da verificare e un piano di lavoro ade­guato a tale verifica.

7) Educazione all’ascolto
A causa dell’età dei ragazzi e della loro mancanza di informazioni stori­che, è necessario che imparino dall’in­segnante le linee fondamentali dello sviluppo storico senza la cui cono­scenza è molto difficile riuscire a porre domande.

Sintetizzando, si può dire che l’inse­gnamento della storia nella scuola secondaria di primo grado ha come fini i seguenti punti:
- realizzare un incontro fraterno con altri uomini che ci insegnano a me­glio conoscere cos’ è l’uomo (incon­tro quindi soprattutto di fatti positivi e di uomini che dicano qualcosa);
- abituare i ragazzi a riflettere sulla validità delle proprie azioni, valu­tando e confrontando il modo di pensare e agire di altri uomini con il proprio;
- rendersi conto di essere uomini con dei limiti e quindi capaci di cogliere solo brani limitati della realtà;
- acquistare un senso vivo della pro­pria responsabilità, della propria decisione, del proprio impegno e accorgersi di poter incidere nella realtà che li circonda.

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