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Lettera aperta alla CGIL: La lingua batte dove il dente duole

Fonte:
CulturaCattolica.it ©

Abbiamo letto con dolore e con disagio quanto la CGIL scuola ha scritto sul proprio sito a proposito del decreto attuativo del primo ciclo di istruzione.
Nel rendersi conto solo adesso che "spariscono" le discipline come educazione tecnica e strumento musicale, si meraviglia come mai "Resta invece saldamente ancorato alla quota obbligatoria l'insegnamento di religione cattolica. Non è forse una contraddizione in termini porre la religione, facoltativa per eccellenza, fra gli insegnamenti obbligatori?"
Crediamo sia il caso di rinverdire un discorso che a noi pare chiaro su questa ormai tanto famosa e contestata "ora di religione" e sull'insegnamento di tale disciplina nella scuola con particolare riferimento ai contenuti, alla sua metodologia, alla preparazione dei suoi insegnanti, al rapporto con le altre discipline.
Il polverone si è alzato già quando il governo Berlusconi presentò il disegno di legge sullo stato giuridico degli IdR, e naturalmente ritorna puntualmente a sollevarsi ora che tale disegno è divenuto legge della Repubblica.
Ma lasciamo da parte tale problema che, per quanto importante, non è che logica conseguenza della riflessione sulla necessità dell'insegnamento della religione cattolica (IRC): è da questa asserita importanza che consegue la presenza nella scuola italiana di tale insegnamento, il suo rapporto di piena attuazione delle finalità della scuola e quindi il suo necessario e pieno inserimento nel sistema scolastico di cui deve condividere e servire le finalità e le metodologie.
Amici della CGIL, il Concordato del 1929 che all'articolo 36 recita: "L'Italia considera fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica. E perciò consente che l'insegnamento religioso ora impartito nelle scuole pubbliche elementari abbia un ulteriore sviluppo nelle scuole medie, secondo programmi da stabilirsi d'accordo tra la Santa Sede e lo Stato".
L'Accordo di revisione dello stesso Concordato sancito con legge 121 del 25 marzo 1985 nell'articolo 9.2 stabilisce, a nostro avviso, una continuità ed un orientamento nuovo, quando dice: "La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado".
Più che evidente la continuità con il passato (la sottolineatura della parola continuità è nostra), ma anche da evidenziare il nuovo assetto dell'IRC che viene messo in relazione non con l'istruzione pubblica, ma con il patrimonio culturale del popolo italiano e sempre in rapporto con le finalità della scuola.
L'insegnamento della religione cattolica si inserisce, a detta del legislatore, nella finalità della scuola che mira ad immettere l'alunno in quella specifica cultura italiana, e oggi dovremmo dire europea ed occidentale, che non è possibile spiegare e conoscere in tutte le sue forme (letteratura, arte, musica…) senza il cattolicesimo.

Ci pare evidente sottolineare che dal dettato giuridico emerge l'obbligatorietà dello Stato di dare un posto nella scuola all'IRC, mentre la facoltatività è da parte dell'alunno che sceglie se avvalersi o meno dello stesso insegnamento.
Non concordiamo perciò con gli amici della CGIL Scuola su questo livellamento di posizioni tra le varie discipline, perché alcune possono ritenersi non necessarie ma facoltative alla formazione culturale dell'alunno, mentre altre lo sono.
La facoltatività per la scelta dell'IRC è basata su questioni inerenti la coscienza e la propria professione di fede o meno, e non certo sullo stesso insegnamento ritenuto necessario dal legislatore.
Saluti.

Gabriele Mangiarotti, Redattore Capo di www.culturacattolica.it
Nicola Incampo, Responsabile della sezione IRC di www.culturacattolica.it
Pinuccio Mazzucchelli, Direttore di Documenta

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