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Fantascienza umanistica: 6 domande ad Antonio Scacco

Autore:
AA. VV.
Fonte:
CulturaCattolica.it
Sintesi di due interviste rilasciate da Antonio Scacco (direttore della rivista "Future Shock", curatore dei siti
http://www.futureshock-online.info e
http://xoomer.virgilio.it/shiack/ e collaboratore di CulturaCattolica.it) e pubblicate dall’Agenzia Cattolica Internazionale via Internet ZENIT (www.zenit.org, 22-IX-2005) e dalla rivista barese UOZ’P (n. 24, 15-03-2003). L’autore delle prime tre domande è Antonio Gaspari, delle altre tre Sebastiano Ferrigni.

La letteratura fantascientifica ha spesso sostenuto un atteggiamento antireligioso e scientista. Ma nel suo libro "Fantascienza umanistica", lei sostiene che esistono una scienza ed una fantascienza umanistica. Può illustrarci la sua tesi? Quali le opere e gli autori che si rifanno ad una fantascienza umanistica?

Circola, tra molti scrittori di fantascienza (sf), un'idea di marca positivista dura a morire, secondo cui la scienza è un prodotto della fredda razionalità, in antitesi con la fede e, addirittura, ad essa ostile. Il prevalere della mentalità scientista ha dato vita ad una pletora di romanzi di sf, che spesso irridono i valori più sacri dell'esistenza umana. In tale ottica, il Cristianesimo e la Chiesa cattolica sono spesso duramente attaccati. Si pensi ad opere come Cristo marziano di Philip J.Farmer o a Pavana di Keith Roberts. Ma, accanto alla scienza positivista (Jacques Monod) esiste una scienza umanistica (Niels Bohr, Max Born, Albert Einstein, Antonino Zichichi), come ha dimostrato il filosofo-scienziato Enrico Cantore S.J. nel suo saggio L'uomo scientifico. Il significato umanistico della scienza. Gli autori e le opere che si ispirano alla scienza umanistica sono, secondo me, Ray Bradbury con Fahrenheit 451, Clifford Simak con Infinito, Yevgeny Zamjàtin con Noi, ecc.

Lei sostiene che c'è una parte della fantascienza che si schiera in favore della Bibbia, e propone l'inclusione di questa forma letteraria nella scuola. Perché?

Oggi, la nostra società è del tutto diversa da quella del passato. Mentre quest'ultima era statica, la nostra è estremamente dinamica. Ciò è accaduto per effetto della scienza. Il guaio è che il tasso di accelerazione impresso dalla scienza alla nostra società, è molto elevato e rischia il disadattamento della componente umana. Cosa fare per eliminare i "sottoprodotti nocivi" del progresso tecnologico? Una soluzione potrebbe essere quella di abituare la mente della gente, e specialmente dei giovani, a spingersi in una esplorazione immaginosa delle varie implicazioni connesse ai problemi politici, sociali, psicologici ed etici che, di volta in volta, vengono alla ribalta.
Ora, il gioco delle proiezioni futurologiche è l'elemento-base della narrativa di fantascienza, che pertanto si qualifica come uno strumento idoneo a rendere possibile alle nuove generazioni un atterraggio morbido tra i profili accidentati della società del domani. Per tale motivo, l'introduzione della fantascienza nelle scuole andrebbe favorita e non osteggiata, come avviene attualmente. Se poi si tiene presente che esistono romanzi di sf dal contenuto religioso come la Trilogia interplanetaria di C.S. Lewis e Un Cantico per Leibowitz di W. Miller jr, e che l'uomo, per dirla con Mircea Eliade, non è solo "oeconomicus o tecnologicus", ma anche e soprattutto "religiosus", il valore didattico ed educativo della sf è ancora più evidente.

Qual è la posizione della Chiesa cattolica rispetto alla fantascienza? Esiste una fantascienza che si rifà all'umanesimo cristiano?

Nonostante i duri attacchi di tanti scrittori di sf, non mi sembra che la Chiesa cattolica guardi negativamente al fenomeno "fantascienza". Anzi, alcuni indizi inducono a pensare il contrario. Come si sa, annualmente, il Movimento di "Comunione e Liberazione" organizza a Rimini dei convegni denominati "Meeting per l'Amicizia tra i popoli". In uno di essi, precisamente quello dell'anno 1983, intitolato Uomini, scimmie e robot, si organizzò una tavola rotonda presieduta dall'attuale europarlamentare dell'Udc, prof. Rocco Buttiglione, in cui si discusse di sf.
Gli atti furono pubblicati sul Libro Meeting 1983, e vari interventi furono riportati dal settimanale "Il Sabato", il quale dedicò alla fantascienza anche un dossier, che uscì sul numero di novembre 1983. In quel periodo, anche un altro mensile cattolico, "Litterae Communionis", s'interessò alla sf, pubblicando sul n.7/8 (luglio-agosto 1983) un articolo del prof. Enrico Leonardi, che attualmente cura la sezione sf del sito "Cultura cattolica". Un altro indizio è rappresentato da scrittori cattolici come Walter Miller jr, che, nel suo capolavoro Un cantico per Leibowitz, esalta la missione civilizzatrice dei monaci benedettini, o come Raphael A. Lafferty, che in Maestro del passato fa rivivere in chiave fantascientifica il martirio di san Thomas More.

Al momento qual è secondo lei lo stato di salute della fantascienza in Italia?

Attualmente, lo stato di salute della fantascienza in Italia continua a peggiorare. Sempre più spesso la fantascienza continua ad essere confusa con il fantastico e sempre più spesso si trasforma, da Science fiction, in Science fantasy. La riprova è data dal convegno di sf, svoltosi nei giorni 1-4 maggio 2003 a San Marino, e che porta l'emblematico titolo di "Spade e Magia". Non credo che i recenti avvenimenti in campo editoriale possano modificare un andazzo che affonda le sue radici in una mentalità italiota, molto simile a quella delle persone che - come scriveva Isaac Asimov - «conoscono molto poco la scienza e che si sentono ben più a loro agio nelle speculazioni (sempre nel senso di pensiero, meditazione, ecc.) libere, quelle che non obbligano a sudare per imparare le regole del gioco».

Come mai la letteratura di genere giallistico è stata "sdoganata" dalla cultura italiota (anche grazie al boom di Camilleri e del suo commissario Montalbano) mentre la fantascienza rimane tuttora sdegnata e ghettizzata (nonostante il successo di Evangelisti e del suo inquisitore Eymerich)?

Anche qui vale l'osservazione di Asimov: non si vuole sudare per imparare le regole del gioco. La lettura di un romanzo di autentica sf obbliga il lettore ad essere informato sulla scienza, sulle sue leggi, sulle sue scoperte, sulle sue invenzioni. Un romanzo poliziesco non richiede tanta fatica o, se la richiede, è minima rispetto a quella richiesta da uno di fantascienza. Tuttavia, la questione rimanda a una situazione più generale: la mancata diffusione, in Italia, del sapere scientifico e tecnologico a livello popolare. Scrive a questo proposito il pedagogista Giorgio Bini: «Gli adulti non sanno niente di scienza, ma maneggiano abilmente e disinvoltamente prodotti molto sofisticati della tecnica spesso per scopi insignificanti. A ben vedere è questa la fondamentale differenza fra il modo di pensare e di comportarsi attuale rispetto a quello di tre o quattrocento o mille anni fa: oggi si maneggiano complicatissimi computer ma si ragiona come nel Medio Evo o nell'antichità».

La maggior parte degli abbonamenti alla rivista FUTURE SHOCK provengono da fuori Bari, dove FUTURE SHOCK è sicuramente molto più conosciuta. Come si spiega questo fenomeno?

I lettori baresi di FUTURE SHOCK costituiscono appena l'1,3% del totale. Eppure, nell'arco di una quindicina di anni, ho cercato in tanti modi di allargare la cerchia dei lettori. Nei primi otto anni in cui una serie di circostanze favorevoli mi consentivano di stampare FUTURE SHOCK in tipografia, distribuivo mille copie della rivista in scuole, biblioteche, librerie, circoli culturali, ecc. Ma la percentuale dei lettori non è cambiata di una unità. Il motivo di tale scarsità è addebitabile, secondo me, a un pregiudizio viscerale nei confronti della narrativa di sf. Un esempio? Dopo una conferenza e dopo avere esposto in lungo e in largo gli aspetti positivi della sf, un professore di scuola secondaria intervenne rimproverandomi il fatto che io, alla mia età (avevo superato la sessantina) continuassi ad occuparmi di fantascienza!

File allegato
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