Associazione Cultura Cattolica

Minorenni e aborto 1 - In Italia ancora migliaia di casi

Nel 2007 gli aborti effettuati da minorenni restano 3463 per ragazze italiane e 637 per ragazze straniere.
Autore:
Tanduo, Luca e Paolo
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Nei giorni scorsi su “Il Giornale” è comparsa la notizia che lo scorso anno le minorenni che si sono rivolte al giudice tutelare di Milano per ottenere il permesso di abortire, secondo quanto stabilito dalla legge 194 sull’interruzione di gravidanza sono state 186, quindici al mese o se si vuole, una ogni due giorni. L’articolo inizia con la storia di una ragazza di sedici anni che si è presentata dal giudice tutelare scortata da una compagna di classe. Era incinta. Ed era la terza volta che capitava. Per la terza volta ha praticato l’aborto.
Questi dati sono scarsamente noti, e sembra che finché non toccano la vita personale delle famiglie non siano dati che interessano, tanto che anche l’informazione se ne occupa raramente, ma devono farci riflettere su come educhiamo le nuove generazioni. Esiste oggi una emergenza educativa che è anche una sfida. Per educare bisogna anzitutto sapere chi è la persona umana. Ricordiamo le parole del cardinale Bagnasco: “L’affermarsi di una visione relativistica della natura della persona umana pone seri problemi all’educazione, soprattutto all’educazione morale. Tra le povertà del nostro tempo, va annoverata anche la dimenticanza dell’irriducibilità della persona umana”. Centrale diventa allora tornare al senso del vivere e del morire e del modo di relazionarsi con gli altri.
Negli ultimi anni in merito ai dati relativi alle minorenni che sono ricorse all’aborto si può osservare una stabilità nel numero per le italiane, e un aumento delle straniere dovuto principalmente al crescere del fenomeno migratorio nel nostro Paese; nel 2007 gli aborti effettuati da minorenni restano comunque 3463 per ragazze italiane e 637 per ragazze straniere. Un numero che non diminuisce, e per ridurre il quale si fa troppo poco come in genere per prevenire le cause che portano alla dolorosa scelta dell’aborto. I dati, confrontati con quelli disponibili a livello internazionale, confermano il minore ricorso all’aborto tra le giovani italiane rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa Occidentale. L'assenso per l'intervento è stato rilasciato nel 69.6% dei casi dai genitori mentre nel 29.5% dei casi vi è stato il ricorso al giudice tutelare. Per quanto riguarda le minorenni. il tasso di abortività per il 2007 è risultato essere pari a 4.8 per 1000 (Tab. 5), valore simile a quello degli anni precedenti. (Relazione Ministero della salute 2009)
Il fatto che questi dati siano stabili non deve rincuorarci, anzi ci deve interrogare, come mai non si riesce a cambiare la situazione? Serve una più efficace e convinta politica a tutela della maternità; in questo per esempio la Regione Lombardia rappresenta un’eccezione con i finanziamenti elargiti e con norme di attuazione della legge 194 più stringenti. La politica deve agire per aiutare a rimuovere le cause che portano alla dolorosa scelta dell’aborto. Una drastica riforma dei consultori sul modello dei CAV permetterebbe di attuare una seria prevenzione. Questo è tanto più urgente se si considera che il 26,9% degli aborti sono fatti da donne che hanno già abortito.
Giuliano Ferrara quando aveva lanciato la moratoria dell’aborto a favore della vita, aveva ricordato come oggi nella nostra società l’aborto è diventato socialmente e moralmente indifferente. Giovanni Paolo II nell’enciclica “Evangelium Vitae” sosteneva come le scelte contro la vita, un tempo unanimemente considerate come delittuose e rifiutate dal comune senso morale, sono diventate a poco a poco socialmente rispettabili. Questo è il vero dramma. Oggi ad aggravare la situazione rispetto alle fasce più giovani ci sono poi le pillole che tendono addirittura a banalizzarlo, vedi la pillola del giorno dopo, e ancora peggio la RU486. Ricordiamo che in Italia si vendono ogni anno dalle 300.000 alle 500.00 confezioni di pillole Norlevo, e che in alcuni “Pronto soccorso” la domenica notte fino alla mattina c’è la fila di giovanissime che vi si reca, per chiedere la ricetta medica, o per la preoccupazione dopo aver assunto le pillole. In merito alla cosiddetta pillola del giorno dopo è utile ricordare che nel caso di fecondazione avvenuta si tratta di un abortivo e che nel computo del Ministero della salute questi aborti non sono inclusi nei dati ufficiali. Che dire poi della recente approvazione della commercializzazione della RU486, che con un prezzo esiguo sarà accessibile a tutti, soprattutto alle giovanissime?