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RU 486: in Italia continua lo scontro tra due diverse visioni della vita

Autore:
Tanduo, Luca e Paolo
Fonte:
CulturaCattolica.it
Alla Camera recentemente è stata approvata la moratoria sull’aborto forzato, mentre l’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato la commercializzazione della Ru486.

Due recenti fatti mostrano come in Italia continui lo scontro tra due diverse visioni della vita. Alla Camera recentemente è stata approvata la moratoria sull’aborto forzato, benissimo! In quest'ottica non ci interessano le polemiche di chi (anche pro-life) mischia tutto, e dice che ci si è dimenticati della condanna dell’aborto volontario, o continua a concentrarsi sulla legge 194, che è e rimane una legge ingiusta, ma se l'obiettivo è difendere la vita, allora primario è farne percepire la meraviglia, la sacralità, quell'immagine di Dio che si riflette fin dall'inizio in ognuno di noi (salmo 138). L’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato la commercializzazione della Ru486. La verità sulla RU486 è la sua pericolosità per la salute della donna: sono più probabili infezioni, emorragie e shock settici, la pillola danneggia il sistema immunitario della donna, il tasso di mortalità è dieci volte maggiore. Ma tutti questi aspetti non sono stati sufficienti per attuare un minimo concetto di precauzione a difesa delle donne, perché c’è una componente ideologica che continua a voler estendere la pratica dell’aborto. Significativo è l’aspetto economico, infatti il farmaco con un prezzo esiguo sarà accessibile a tutti, soprattutto alle giovanissime. La donna sarà caricata di tutta la responsabilità dell’aborto. Forse si poteva fare di più nel sensibilizzare sulle conseguenze e sui rischi delle pillole abortive Norlevo e RU486, se non si è riusciti ad impedire l'introduzione della RU486 e a preparare quella rivolta politica, morale e religiosa come chiede Ferrara dal “Foglio” e che purtroppo non si vedrà, più drammatico rimane il silenzio della classe medica. L'approvazione della commercializzazione dell'RU486 segna una svolta negativa che infatti tra l'altro non vede coinvolta la classe medica e gran parte dell'opinione pubblica non sufficientemente sollecitata su tale argomento e sulle sue conseguenze sociali, prima fra tutte la banalizzazione dell’aborto. Ha ragione Ferrara, citando l'”Humanae Vitae”, sono le pillole a fare la storia delle relazioni umane e della stessa spiritualità. Questa vicenda deve richiamare tutti alla responsabilità educativa: l’aspetto culturale e formativo-educativo è sempre più prioritario e decisivo anche al fine di creare quella coscienza nell’opinione pubblica che dovrebbe portare ad una mobilitazione e al rifiuto di certi farmaci. La delibera della Camera deve far riflettere: far scrivere che l’Italia è contro l’aborto forzato è un risultato positivo, anche e soprattutto sul piano culturale, e bisogna cogliere quei segnali nella società che incominciano a preoccuparsi del fenomeno aborto, esteso soprattutto tra le fasce più deboli in questo momento di crisi economica. Occorre spingerci ad un azione culturale che aggreghi, non ci si divida più su schemi ideologici. Mostriamo la bellezza della vita umana, riflettiamo sul rimettere al centro la ragione, sull'importanza anche economica di fare figli, sulla irrazionalità di uccidere il nostro futuro, di sopprimere una vita umana indifesa. Come ha scritto ancora una volta Benedetto XVI nell'ultima enciclica: "Senza verità si cade in una visione empiristica e scettica della vita, incapace di elevarsi sulla prassi, perché non interessata a cogliere i valori – talora nemmeno i significati – con cui giudicarla e orientarla. La fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà (cfr. Gv 8, 32) e della possibilità di uno sviluppo umano integrale." L'educazione è quella forza debole che può e deve essere usata per incidere sulla mentalità della gente sul tema dell'aborto e sui temi etici.

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