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Se la scienza è incosciente

Fonte:
Corriere della Sera ©
La clonazione: a proposito di Antinori

Il Sunday Times dà grande risalto a una dichiarazione del ginecologo Severino Antinori che afferma di essere pronto nel prossimo autunno a dare dei figli ad un certo numero di coppie che non ne possono avere perché il marito è irrimediabilmente sterile. Il metodo seguito dovrebbe essere essenzialmente quello già usato per produrre la pecora Dolly. Si tratterebbe di un intervento di vera e propria clonazione riproduttiva sull'essere umano, una pratica condannata da qualsiasi istituzione internazionale di qualche rilievo. L'esperimento verrebbe condotto a bordo di una nave e vorrebbe costituire una sfida all'ottusità del mondo. È francamente difficile commentare una dichiarazione del genere. Si è colti immediatamente da una sensazione di incredulità, prima ancora che di sdegno. Non si tratta in alcun modo di un esperimento da condurre a cuor leggero, né dal punto di vista puramente tecnico né in considerazione dei suoi risvolti clinici ed etici.
Per quanto riguarda la procedura sembra di capire che verrebbe prelevata una cellula-uovo dalla donna e ne verrebbe rimosso il nucleo. Al suo posto andrebbe poi introdotto un altro nucleo prelevato da una cellula del corpo del marito. Le cellule così ottenute sarebbero successivamente impiantate nell'utero della donna, che dovrebbe portare a termine la gestazione per dar luogo a un certo numero di figli, inevitabilmente maschi, perché il loro patrimonio genetico è quello di un maschio. Si tratterebbe allora di altrettanti cloni del padre.
Una prima obiezione deriva dal fatto che nel caso della pecora Dolly e di altri animali prodotti con questa tecnica, la cellula adulta veniva coltivata in una particolare maniera in modo da farla "ringiovanire" prima di prelevarne il nucleo da inserire nella cellula-uovo. Se questo non viene fatto, e nell'uomo non è stato ancora mai fatto, non c'è nessuna garanzia che possa cominciare un qualche tipo di sviluppo embrionale. In secondo luogo, il numero di embrioni che si sono sviluppati normalmente è sempre stato finora una frazione irrisoria di quelli impiantati. Si rischia quindi una strage di embrioni, o addirittura di feti a vari stadi di sviluppo, senza contare i pericoli per la salute della madre. Occorre quindi una notevole dose di avventatezza, se non di incoscienza, per avventurarsi su questa strada. Se proprio lo si voleva fare, occorreva prima condurre molti più esperimenti su animali di vario tipo, in modo da arrivare relativamente preparati a questo passo.
Ma i problemi non sono finiti qui. Proprio gli esperimenti compiuti in questi tre-quattro anni sui topi e su altri animali dimostrano che gli esemplari che pure nascono presentano spesso gravi difetti morfologici e funzionali che si manifestano nel tempo. I genitori dei bambini nati in questa maniera non potrebbero stare in sostanza mai tranquilli. Se consideriamo poi tutte le sfaccettature della fisiologia e della psicologia di un essere umano, il quale deve vivere fra l'altro qualche decennio e non qualche anno come gli animali finora studiati, non si può sfuggire all'impressione che si andrebbe incontro a una serie di disastri sul piano medico prima ancora che su quello esistenziale.
Perché? Per fare a tutti i costi un figlio, senza nessuna garanzia sulla sua salute e sulla sua integrità mentale e psichica? Per dimostrare, non si capisce a chi, il potere di una tecnologia che non offrendo sicurezza non rappresenta assolutamente niente? Per il gusto di stupire? Procedendo in questo modo non si serve nessuna causa, né scientifica né umana. Non si serve una causa scientifica, perché così facendo si intorbidano soltanto le acque in un campo che di tutto ha bisogno fuorché di una maggior confusione. Dal punto di vista umano, poi, non ci si mette minimamente nei panni del nascituro, nato per una malintesa sfida alla ragione e al buonsenso e frutto più di una scommessa che di un atto d'amore.
Ci sono francamente tanti altri modi di impiegare le nostre conoscenze e gli strumenti messi a disposizione dalla nuova biologia per favorire il benessere materiale, se non spirituale, degli esseri umani. Il coraggio è una cosa, l'avventatezza un'altra.

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