Bologna - Il Pozzo di Isacco
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Museo Beata Vergine di San Luca organizza il corso “base” di arte sacra, dal titolo
Il Pozzo di Isacco
con i seguenti argomenti:
Elementi di simbologia
Lo spazio: i segni del sacro sul territorio: maestà e oratori, croci.
Le vie della comunicazione: il tempo, lo spazio, la parola e le immagini.
L’edificio sacro come rappresentazione del cosmo manifestato e immagine della Chiesa: significato delle diverse parti (pianta, alzato, facciata, portale, abside).
Percorsi simbolici nelle chiese: mosaici pavimentali, labirinti, rosoni.
Altare, ambone, presbiterio, battistero.
Le origini dell’arte e della concettualità: homo religiosus e symbolicus. Sacralità dell’arte e arte sacra. Dal precristiano al cristiano.
Le fonti dell’arte sacra.
La questione delle immagini e la loro funzione.
Le lezioni avranno luogo di mercoledì, nei seguenti giorni:
Febbraio 10 -17- 24
Marzo 3- 10- 17- 24
Aprile 7- 14- 21
orario:
primo turno dalle ore 15 alle ore 17, 45
secondo turno dalle ore 18 alle ore 19,45
Sarà possibile seguire l’uno o l’altro liberamente, anche cambiando secondo i diversi impegni. Ovviamente la lezione è identica nel primo e nel secondo turno
Le iscrizioni saranno raccolte il primo giorno di lezione, per cui vi preghiamo di arrivare con un poco di anticipo. Il contributo alle spese rimane quello degli anni scorsi, 60 euro, comprensivi delle dispense in formato digitale.
Info: 335-6771199
Arte sacra e motivazioni dei corsi
Quando Abramo si stabilì nella terra di Canaan, vi fece scavare pozzi per dissetare e irrigare: i Filistei poi, invidiosi della prosperità della sua casa, alla morte di Abramo li avevano tutti richiusi riempiendoli di terra. Dove quindi era una fonte di vita, non erano che sassi. Ma Isacco, stabilendosi a sua volta in quella terra, li fece scavare nuovamente, e diede loro i nomi già assegnati da Abramo (Gn, 26, 13-18).
L’arte nelle chiese e nei musei, non ostante alcuni segni di attenzione, è oggi spesso come i pozzi che Abramo aveva scavati e i Filistei ricoperti. E’ necessario riaprirli perché riacquistino in pieno la loro funzione, e diano l’acqua per cui erano stati scavati.
Il linguaggio dell’arte sacra è insieme storico e simbolico, ed esprime il contenuto della fede in un variare di stili che traducono l’esistenza delle molte dimore nella casa del Padre. E’ comunque un linguaggio di cui è possibile riconoscere un lessico, una grammatica e una sintassi che sono strumenti di una comunicazione e che è possibile riconoscere.
L’arte europea è per la maggior parte legata alla Chiesa: per i temi trattati, per la committenza, per le occasioni, e senza il riferimento alla storia della Chiesa è pressoché impossibile illustrare un paese, una città, un palazzo.
Ma le opere d’arte e artigianato, preziose o povere che siano, un tempo sorgenti di acqua viva alle quali, nel solco della tradizione ecclesiale, si potevano attingere i contenuti della dottrina e davanti alle quali era possibile contemplare, sono come pozzi in gran parte riempiti dalla terra della distrazione, della non conoscenza, dell’indifferenza.
L’arte cristiana, funzione della Chiesa e nelle chiese, ha il fine di trasmettere e sostenere la fede, favorendo una esperienza viva e corporea, nello spazio e nel tempo, di una compagnia che guida all’incontro col Padre, e agisce e dà testimonianza nella storia.
Per mezzo delle loro opere, gli artisti, noti e ignoti, hanno costruito case, città e chiese, e realizzato uno spazio ordinato alla manifestazione della gloria di Dio, in cui ogni elemento non è mai puramente decorativo, ma orientato al Padre per mezzo del Figlio. In tali spazi si raccontano per immagini la storia della salvezza e le vite dei santi, si illustrano le caratteristiche delle persone divine, i loro interventi nelle vicende umane, si coglie Cristo presente e l’azione dello Spirito nella storia.
Per ricomprendere l’arte sacra è necessario ritrovarne le fonti, il linguaggio e il fine.
Si deve andare alle origini, a cogliere quei momenti della storia umana in cui si rilevano le prime espressioni dell’arte e della religione.
Si può così scoprire che non c’è presenza umana sulla terra senza religione, non c’è presenza umana sulla terra senza arte, e che i due fenomeni sono compresenti, interagenti, e reciprocamente illuminanti.
Dobbiamo risalire proprio alle prime manifestazioni dell’uomo, a quelle tracce dalle quali si inizia a distinguere il genere homo dalle altre creature, leggendo in esse i segni di un’attività intellettuale propriamente umana. Per capire che cosa sia l’arte, si è evidenziato che si deve capire che cosa sia l’uomo, cioè quali le sue specifiche caratteristiche e capacità.
L’uomo ha lasciato segni che testimoniano della sua vita, di ciò intorno a cui organizzava la sua vita. Nella storia dell’uomo troviamo tracce dell’insorgere di quelle domande fondamentali che sono all’origine delle azioni degli uomini di tutti i tempi: che significa, a che mira, e noi che dobbiamo fare (come chiede Amleto al fantasma del padre).
Posto nell’ambiente, l’uomo dimostra, e ce ne ha lasciato segni intenzionali e non intenzionali, di avere capacità di progettare: cioè ha la capacità di leggere il reale, scomporlo nei suoi elementi, e ricomporre gli stessi in una forma nuova, che prima non c’era, e che lui stesso inventa.
E’ l’attività creativa umana per cui l’uomo, partendo dall’osservazione del reale, aggiunge elementi al reale stesso, e lo fa “all’infinito”, cioè con la capacità di creare sempre qualcosa di nuovo e di non ripetitivo.
Da questo è nato il progetto di questo corso che ripercorre, in più anni, dalle origini dell’arte e della concettualità ai giorni nostri, il cammino degli artisti che sono stati espressione e interpreti del rapporto al sacro prima, poi all’esperienza cristiana (Cfr. Romano Guardini, che così dice dell’artista cristiano:”Egli ha il compito di interpretare la memoria della chiesa” cfr. La funzione della sensibilità nella conoscenza religiosa, in R. GUARDINI, Scritti filosofici a cura di G.Sommavilla, Fabbri, Milano 1964,vol.II,p.187.
I corsi sono tenuti con lezioni frontali effettuate “leggendo” le immagini proiettate, attinte al consistente patrimonio del Centro Studi per la Cultura Popolare.