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Internet ed educazione: una proposta

Fonte:
CulturaCattolica.it

“Internet, e-mail, chat, blog… navigare è un pericolo?”. Se lo sono chiesti un gruppo di genitori della scuola media libera “V. Bachelet” di Cernusco sul Naviglio, e intelligentemente hanno chiesto aiuto e dato inizio a un lavoro, per affrontare le problematiche educative legate alla nuova situazione dei ragazzi, coinvolti sempre più dal mondo di Internet. Il Preside Rosario Mazzeo ha motivato le ragioni di una serata - giovedì 28 febbraio 2008 - che ha visto don Gabriele Mangiarotti, responsabile del sito www.culturacattolica.it, raccontare la propria esperienza ormai più che decennale nel mondo di Internet: essere adulti che educano continuamente, e usare la ragione fino in fondo per sostenere la persona, rendendola forte di fronte alle nuove sfide che la società pone.
Don Gabriele è partito dall’episodio biblico della Torre di Babele: nella società tecnologicamente avanzata il potere vuole uniformare il linguaggio imponendo la dittatura del relativismo, divenuto ormai “relativismo aggressivo” (M. Introvigne): “Tu devi pensare come diciamo noi”. Il mondo della comunicazione è spesso al servizio di questa concezione. Di solito si indica nella pornografia il pericolo più grave per i nostri ragazzi che navigano in Internet; ma è ancora più grave il fatto che si cada nelle mani di uomini che respirano e comunicano una mentalità per cui relativismo e nichilismo tendono a divenire il modo comune di pensare. Anche rispetto a questo scenario, è straordinario il modo con cui il Papa richiama continuamente la responsabilità educativa di educatori e genitori. Internet può essere uno strumento per l’omologazione culturale, ma anche per valorizzare esperienze di appartenenza forte e di responsabilità, di ricerca di bellezza e di apertura di incontri reali, come testimonia la storia di www.culturacattolica.it. Le modalità di fruizione di Internet sono ormai svariatissime: documentazione, divertimento, utilizzo di programmi, posta, blog, chat... E’ necessario non lasciare soli i nostri ragazzi, lavorare con loro: non con paura dello strumento, non solo con paletti e istruzioni per l’uso, ma condividendo un cammino educativo per diventare protagonisti.
E’ una sfida in cui occorre mostrare un modo più vero di vivere e di utilizzare uno strumento che, se usato con intelligenza, può rivelarsi una risorsa straordinaria di crescita e di ricchezza per la persona. Le numerose domande emerse a conclusione della relazione di don Gabriele (e che hanno dato origine alla “Bussola per i navigatori” che riportiamo a parte) ci hanno confermato che sul tema la preoccupazione e la tensione educativa sono altissime.

Per questo mettiamo a disposizione il nostro sito e - nei limiti del possibile - le nostre risorse umane per venire incontro a richieste in tale senso.

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