Io sto col Papa 1 - Fraintendimento sistematico
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Eugenio Scalfari sembra essersi dato una missione: interpretare erroneamente con ostinato zelo ogni parola uscita dalla bocca del Santo Padre (vedi Scalfari e il gioco delle tre tavolette). Ma l’atteggiamento di Scalfari non è per nulla sorprendente, al contrario. E’ normale che un giornalista “laicista” ossia radicalmente ateo non sopporti quello che dice un Papa e quindi o lo critichi o in alternativa cerchi di distorcerlo per adattarlo al suo pensiero. Quello che invece è davvero preoccupante è che oggi a fraintendere ogni parola pronunciata dal Papa ci si sono messi anche molti cattolici, fra cui Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro, Mattia Rossi e Pietro De Marco. Se questi ultimi sospettano il Papa di eresia, invece i soliti ultra-tradizionalisti sedevacantisti vedono in lui l’Anticristo annunciato da un assortimento di profezie di veggenti di dubbia ortodossia e maghi pittoreschi, fra i quali l’immancabile Nostradamus, campione nell’arte di dire tutto e il contrario di tutto in ogni riga. A saperlo interpretare, potreste leggere nelle sue righe la profezia di qualunque cosa vi venga in mente, anche del fatto che adesso state leggendo questo articolo.
Dice ad esempio Mattia Rossi: «Come è possibile bere in tutta tranquillità parole di una gravità inaudita come queste? Come è possibile accettare che venga messa sullo stesso piano (e per di più se lo fa un Papa) la presenza reale nell’Eucaristia e quella nei poveri/disabili? L’inganno, perpetrato senza alcun supporto teologico, è molto sottile ed è intollerabile dal cattolico: la “carne” dei poveri è quella di Cristo solamente per analogia, non realmente come nocivamente buttato lì da Bergoglio; in essi è, sì, riconoscibile Cristo da servire, ma è cosa ben diversa dalla “carne” vera e viva di Cristo rintracciabile solamente nelle specie dell’Altare. Qui si rischia di far passare l’idea che curare i poveri, oltre che considerarli figli come il Figlio, equivalga all’attingere alla stessa “mensa” (la terza, dopo quella già ampiamente ambigua “della Parola”?).» (Mattia Rossi, “Francesco sta fondando una nuova religione opposta al Magistero cattolico”, Il foglio, 11 ottobre 2013). Ma vediamo quali sono esattamente le parole “di una gravità inaudita” pronunciate dal Papa davanti ad una platea di disabili: «Sull’altare adoriamo la Carne di Gesù; in loro troviamo le piaghe di Gesù. Gesù nascosto nell’Eucaristia e Gesù nascosto in queste piaghe. […] Gesù è presente nell’Eucaristia, qui è la Carne di Gesù; Gesù è presente fra voi, è la Carne di Gesù: sono le piaghe di Gesù in queste persone». Senza dubbio in queste frasi c’è qualche margine di imprecisione che potrebbe portare ad errate interpretazioni. Ma presumibilmente si tratta di frasi improvvisate, pronunciate “a braccio”. Da che mondo è mondo, le frasi pronunciate “a braccio” da chiunque, in primo luogo da noi stessi, non hanno la stessa precisione di forma e contenuto delle frasi scritte. Abbiamo ragione di credere che in una enciclica Francesco scriverebbe frasi più precise, soppesando scrupolosamente non solo ogni parola ma perfino i punti e le virgole. Ma per quanto possano sembrare imprecise, nel loro complesso le succitate frasi Papali sono chiare. Ci vuole non poca malizia per sostenere che con queste parole il Papa abbia voluto istituire una sorta di Terzo Sacramento Eretico! Il Papa non sta dicendo che la carne dei bisognosi coincide con la carne di Cristo presente nell’eucaristia: sta dicendo che tutto quello che facciamo ai bisognosi lo facciamo a Cristo stesso.