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Servizio e Responsabilità

Fonte:
CulturaCattolica.it

Oggi, 1 settembre 2014, inizia ufficialmente il nuovo anno scolastico.

Mi sono presentato a scuola puntualmente all’ora stabilita da un convocazione firmata dal Dirigente scolastico.

Ho scoperto con grande sorpresa che il Dirigente scolastico dell’anno passato risulta trasferito ad altra sede e che il nuovo qui da noi ancora non c’è.

Una scuola senza Dirigente, dunque, la nostra!

Per meglio capire, chiarisco: la scuola di cui sto parlando è una scuola sottodimensionata, tale cioè da mancare di un numero sufficiente di alunni e quindi necessitata, per mancanza di autonomia, ad avere un Dirigente scolastico “reggente”, cioè un Preside che, titolare in altra scuola, regge anche la scuola in questione.

Ebbene questo “reggente” non è stato nominato.

Ci siamo preoccupati, i colleghi e io stesso, di consultare per telefono amici esperti, sindacalisti e addetti scolastici. Tutti hanno risposto alla stessa maniera: nessuno di loro potrebbe “sostituirsi” ad un Dirigente. Siamo rimasti così, ammutoliti e smarriti.

Qualcuno ha suggerito che si predisponessero noi stessi le operazioni propedeutiche all’inizio dell’anno scolastico. L’idea ci era parsa possibile e, per una verifica, abbiamo consultato le stesse persone di cui sopra. Ci è stato risposto che tali operazioni non sono di nostra competenza.

Ci siamo resi conto di essere soli in una scuola che deve aprire i battenti ma che non sa come farlo perché il Dirigente non è stato nominato.

E alla nostra domanda che chiedeva di sapere come mai tutto questo sia cosa possibile, nessuno ha saputo formulare risposta.

Ecco: questa molto semplice domanda noi vogliamo porre a chi doveva nominare il Dirigente e non lo ha fatto e, per conoscenza, a quanti impatteranno queste nostre riflessioni.

Nella stessa situazione ci sono circa 50 scuole in Basilicata.

Leggiamo sui giornali che si vuole investire sulla scuola: benissimo! E se cominciassimo assumendo ciascuno di noi responsabilmente il ruolo che gli è proprio? Non potrebbe essere sufficiente, in tal senso, il ritorno alla coscienza del dovere?

V’è un proverbio dalle nostre parti che recita così: “Quann u pesc puzz, puzz da cap”. Sarebbe possibile smentirlo?
Grazie.

Nicola Incampo
Responsabile regionale per l’IRC e la pastorale scolastica

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