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Laici - non laicisti

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Necessità e urgenza della formazione evangelica e dell’accompagnamento pastorale di una nuova generazione di politici

«Permettetemi, cari amici, un’ultima riflessione riguardante l’indole secolare che è caratteristica dei fedeli laici. Il mondo, nella trama della vita familiare, lavorativa, sociale, è luogo teologico e ambito e mezzo di realizzazione della loro vocazione e missione (Christifideles laici, 15 – 17). Ogni ambiente, circostanza e attività in cui si attende che possa risplendere l’unità tra la fede e la vita (tra Vangelo e cultura) è affidato alla responsabilità dei fedeli laici, mossi dal desiderio di comunicare il dono dell’incontro con Cristo e la certezza della dignità di ogni persona umana. A essi spetta di farsi carico della testimonianza della carità specialmente con i più poveri, sofferenti e bisognosi, come anche di assumere ogni impegno cristiano colto a costruire condizioni di sempre maggiore giustizia e pace nella convivenza umana, così da aprire nuove frontiere al Vangelo! Chiedo dunque al Pontificio Consiglio per i laici di seguire con diligente cura pastorale la formazione, la testimonianza e la collaborazione dei fedeli laici nelle più diverse situazioni in cui sono in gioco l’autentica qualità umana della vita nella società. L’urgenza della formazione evangelica e dell’accompagnamento pastorale di una nuova generazione di cattolici impegnati nella politica, che siano coerenti con la fede professata, (celebrata, vissuta, pregata, pensata per poter diventare cultura), che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune» [Benedetto XVI, Ai Partecipanti alla XXIII Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i laici, 15 novembre 2008].

A vent’anni dall’esortazione post-sinodale Christifideles laici, la magna charta del laicato cattolico, i membri del Pontificio Consiglio per i laici si sono riuniti in Assemblea per far “memoria, sviluppo, nuove sfide e compiti”. La VII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ebbe luogo nel mese di ottobre del 1987 sul tema Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, è stata una rivisitazione organica degli insegnamenti del Concilio Vaticano II riguardante i laici – la loro dignità di battezzati, la vocazione alla santità, l’appartenenza alla comunione ecclesiale, la partecipazione all’edificazione delle comunità cristiane e alla missione della Chiesa, la testimonianza in tutti gli ambienti sociali e l’impegno a servizio di ogni persona per la sua crescita integrale e per il bene comune della società – temi presenti soprattutto nelle costituzioni Lumen gentium e Gaudium et spes, come anche nel decreto Apostolicam actuositatem.
Si è trattato di una ripresa degli insegnamenti del Concilio ma la Christifideles laici punta ad un discernimento, ad un approfondimento e orientamento dell’impegno laicale nella Chiesa di fronte ai mutamenti sociali di questi anni. Dopo il Concilio e alla luce del Concilio si è sviluppata in molte Chiese particolari la partecipazione dei laici grazie ai consigli pastorali, diocesani e parrocchiali, rivelandosi molto positiva in quanto animata da un autentico sensus Ecclesiae. La viva consapevolezza della coessenzialità dell’istituzione con la dimensione carismatica della Chiesa ha portato e porta ad apprezzare e valorizzare sia i carismi più semplici che la Provvidenza di Dio dispensa alle persone per il loro bene, sia quelli che apportano grande fecondità spirituale, educativa e missionaria alla comunità ecclesiale e alla società. Non a caso il Sinodo e il documento post-sinodale riconosce e incoraggia la “nuova stagione aggregativi dei fedeli laici”, segno della “ricchezza e della versatilità delle risorse che lo Spirito alimenta nel tessuto ecclesiale” (n. 29), indicando quei “caratteri di ecclesialità” che sono necessari, da una parte, al discernimento dei Pastori e, dall’altra, alla crescita della vita delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità. “A questo riguardo – ha affermato Benedetto XVI – desidero ringraziare il Pontificio Consiglio per i laici, in modo tutto speciale, per il lavoro compiuto durante gli scorsi decenni nell’accogliere, accompagnare, discernere, riconoscere e incoraggiare queste realtà ecclesiali, favorendo l’approfondimento della loro identità cattolica, aiutandole a inserirsi più pienamente nella grande tradizione e nel tessuto vivo della Chiesa, e assecondando il loro sviluppo missionario”.

Laicato cattolico e giovani
Parlare del laicato cattolico significa riferirsi a innumerevole persone battezzate, impegnate in molteplici e svariate situazioni per crescere come discepoli e testimoni del Signore e riscoprire e sperimentare la bellezza della verità e della gioia di essere cristiani, riconoscendosi e pensando la propria fede alla luce del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica e della Dottrina sociale della Chiesa. Nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società quanto è importante offrire agli uomini la certezza della fede completa della Chiesa! La chiarezza e la bellezza della fede cattolica sono ciò che rendono luminosa la vita dell’uomo anche oggi! Questo in particolare se viene presentata da testimoni entusiasti ed entusiasmanti. L’attuale condizione culturale e sociale rende ancora più urgente questa azione apostolica del laicato cattolico per condividere a piene mani il tesoro di grazia e di santità, di carità, dottrina, cultura e opere, di cui è composto il flusso della tradizione cattolica. Le nuove generazioni sono non solo destinatarie preferenziali di questa trasmissione e condivisione, ma anche soggetti che attendono nel proprio cuore proposte di verità e di felicità per poterne rendere testimonianza cristiana, come già accade in modo mirabile. “Ne sono stato, io stesso – ha narrato Benedetto XVI , testimone a Sydney, nella recente Giornata mondiale della gioventù. E perciò incoraggio il Pontificio Consiglio per i laici a proseguire l’opera di questo pellegrinaggio globale dei giovani nel nome di Cristo, e ad adoperarsi per la promozione, ovunque, di un’autentica educazione e pastorale giovanile”.

Speciale rilevanza della dignità e partecipazione delle donne nella vita della Chiesa e della società.
Benedetto XVI ha voluto riferirsi e apprezzare il Convegno, sempre promosso dal Pontificio Consiglio per i laici, a vent’anni dalla promulgazione della lettera apostolica Mulieris dignitatem, sul tema “Donna e uomo, l’humanum nella sua interezza”. L’uomo e la donna, uguali in dignità, sono chiamati ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione, non solo nel matrimonio e nella famiglia, ma anche nella società in tutte le sue dimensioni. Alle donne cristiane si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santità, di una speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della particolare passione nella cura dell’umano che le caratterizza. Mai si dirà abbastanza di quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo”.

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