Il mondo attuale e la religione
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“Mi sono accorto che il vantaggio
della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre” (Ecclesiaste 2,13)
“Nella storia dell’umanità, la religione è un fenomeno importantissimo in tutte le sue forme e le sue manifestazioni. La religione ha accompagnato l’uomo in tutte le tappe della sua esistenza, fino ai nostri giorni … Questo si spiega dal fatto che molte conquiste della cultura sono uscite dal cuore della religione”. Questa è la premessa dei due autori dell’articolo.
“E’ fuori dubbio che molti importanti avvenimenti del mondo antico, del Medioevo e del mondo moderno non si possono comprendere senza la partecipazione e l’influsso della religione”. Tuttavia i cambiamenti avvenuti nel nostro tempo hanno imposto a tutte le religioni di rivedere la loro posizione per rispondere alle sfide del tempo ( seguiamo qui, come in seguito il pensiero espresso nell’articolo); è quindi normale che tutte le religioni cerchino di riconsiderare il loro ruolo nella società attuale. Anche la Chiesa ortodossa russa si domanda quale sia il suo contributo specifico da portare all’uomo nelle circostanze attuali. Il metropolita Kirill di Smolensk al X ‘Concilio di tutto il popolo russo’ dell’aprile 2006 accusa i governi della Russia per “la mancanza assoluta di un sistema di educazione morale della persona”
“Oggi quasi tutti riconoscono la crescente importanza del fattore religioso nella vita della società … Parlando delle tendenze fondamentali del mondo moderno occorre tener presente che esiste una rinascita religiosa. Questo è particolarmente evidente nei paesi dell’ex impero sovietico … In questi paesi si è ridestato l’interesse per la religione, in particolare per il cristianesimo e per l’islam”. A conferma ci sono i dati dell’inchiesta ISPI - RAN secondo la quale l’80% della popolazione russa si dichiara ortodossa, l’8% musulmana. Un'altra inchiesta afferma che gli atei convinti non supererebbero in Russia il 4%, percentuale di alcuni punti inferiore alla media internazionale. Naturalmente l’articolo in questione parla del sentimento religioso. Sulla pratica della religione e sulla conoscenza delle verità religiose la statistica offre percentuali ben inferiori al 10%. Almeno il 70% di coloro che si dichiarano ortodossi non frequentano mai la chiesa né pensano di dover sottostare alle norme morali proposte dalla Chiesa.
Preoccupazioni e sfide
La prima sfida presentata dai nostri filosofi è il clericalismo. Per loro i clericali sono quelli che sognano uno stato teocratico. Anche il governo sovietico è annoverato negli stati clericali perché intendeva sottoporre completamente la religione ai suoi scopi politici. Il clericalismo però si può presentare anche sotto gli aspetti del tradizionalismo, del fondamentalismo, del radicalismo, dell’estremismo e del terrorismo.
Per lungo tempo la lotta ideologica si svolgeva fra quelli che esaltavano il passato e quelli che speravano nel futuro. Rousseau è un esempio classico, fra i tenti pensatori che sognavano il ritorno alle antiche leggi della natura. Oggi è del tutto comprendibile il richiamo dei cristiani al cristianesimo primitivo. E’ d’altra sperare soltanto il ritorno al passato è antistorico e può portare al fondamentalismo che non si limita ad inserire la fede nella società, ma è tentato a legarsi a particolare forme di ritualismo. Tendenze fondamentalisti che ci furono e ci sono in ogni religione. Il fondamentalismo può avere un aspetto più che legittimo quando intende ispirarsi alla purezza delle origini per eliminare indebite incrostazioni portate dalla tradizione. Ma esiste pure un fondamentalismo pericoloso, soprattutto quando diventa aggressivo. In questo caso il fondamentalismo porta al radicalismo. Esso si manifesta in varie forme: radicalismo di destra, radicalismo di sinistra, settarismo, radicalismo etnico e religioso. Particolarmente pericoloso diventa il radicalismo quando l’aspetto religioso si lega strettamente ad una forma politica, come avviene in modo evidente con il radicalismo islamico; ma in questo settore, anche il cristianesimo porta le sue responsabilità, come dimostra la lotta armata fra cattolici e protestanti nel Nord dell’Irlanda.
Politica e religione
Per l’islam è difficile separare la religione dalla politica perché la sua storia dimostra lo stretto legame che ha accompagnato in tutte le epoche questa simbiosi. Ciononostante ci sono degli intellettuali islamici che auspicano un distacco della religione dalla politica.
L’immigrazione dei maomettani in paesi dell’Europa desta la preoccupazione di molti studiosi, alcuni dei quali prevedono per il 2025 il dominio dell’Islam anche in Europa. Anche se questa previsione sembra esagerata, rimane il problema di una presenza islamica che non intende amalgamarsi alla popolazione nuova in cui si inserisce, e questo non può non preoccupare. Come esempio si documenta la popolazione islamica in Francia. Nel 2004 esistevano 1600 meceti con 900 imam. Nel 1796 si è fondata a Parigi la prima succursale del ‘Movimento internazionale islamico’, Nel 1981 aveva fondato circa 150 associazioni che portano il nome dki ‘Unità islamica’di ispirazione fondamentalista. Nel 1985 è stata fondata la ’Federazione nazionale dei musulmani della Francia’ che riunisce 150 associazioni. Inoltre è presente anche l’associazione ‘Aiuto musulmano’. Il problema fondamentale è che normalmente l’immigrazione musulmana non si integra nella nuova società e tende a formare uno stato nello stato. Questo è evidente in modo particolare in Russia. Questa incapacità di integrarsi può portare a serie conseguenze. La giustificazione della ‘guerra santa’ in Cecenia e gli attentati che ne seguirono confermano il pericolo di situazioni simili anche nel resto d’Europa.
A questo punto i due filosofi si richiamano con simpatia all’atteggiamento della Chiesa cattolica nel settore dei rapporti fra religione e politica e riportano le parole del Concilio Vaticano secondo: “E’ particolarmente importante in una società pluralistica comprendere giustamente i rapporti reciproci fra la Chiesa e le organizzazioni politiche: distinguere chiaramente quello che fanno i credenti singolarmente o associati come cittadini guidati dalla coscienza cristiana e quello che fanno assieme ai loro pastori in nome della Chiesa.”
Per quanto riguarda la Chiesa ortodossa russa gli autori dell’articolo che presentiamo si permettono di essere più critici:” Nel ‘Concilio del popolo ortodosso russo’ tenuto nel marzo del 2006, la Chiesa ortodossa russa ha sostenuto la concezione ideologica che l’orientamento occidentale sulla libertà e sui diritti dell’uomo deve essere completata dalle idee di moralità. Con la pretesa di voler pronunciare una nuova parola teoretica e pratica sulla struttura ed il funzionamento del mondo, la Chiesa pretende affermare che soltanto essa è in grado di incarnare le esigenze della morale “ Questa interpretazione del pensiero della Chiesa ci sembra indulgere ad un certo laicismo tipico della mentalità occidentale purtroppo accolta da una parte significativa della intelligencija russa.
Nella conclusione i nostri filosofi ricuperano verso la Chiesa una simpatia maggiore: “L’analisi delle reciproche relazioni fra mondo e religione ci permettono di affermare che la consistenza e la formulazione delle tendenze costituiscono un serio problema che non solo diminuisce, ma si acuisce e si allarga. Tutto questo richiama alla necessità di mutare i propri metodi e le proprie forme di azione. Ora l’analisi della complessa realtà dimostra: ogni volta che le religioni si allontanano e dimenticano i propri compiti e la loro pertinenza alla vita spirituale e morale, e pongono in primo piano compiti politici, non solo indeboliscono se stesse, ma indeboliscono anche il mondo, seminano dissidi e diffidenze, assecondando i piani ambiziosi e non costrutti di alcune personalità politiche. In altre parole, sottomettendo la società e lo stato a dogmi e piani confessionali, le religioni possono portare sia un contributo positivo che negativo a secondo di quelli scopi che si pongono i personaggi sia religiosi che politici, Alla realizzazione di piani positivi, grande è il contributo della Chiesa ortodossa russa, la quale nel decimo Concilio nazionale popolare russo ha messo in primo piano i problemi dell’educazione morale come strumento che permetta la rinascita spirituale del popolo.”