Rassegna stampa, 24 giugno 2008
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Il Sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa russa
L’unità interna della Chiesa, tema principale del Sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa russa, «blagovest-info», 23 giugno
Questo il contenuto delle dichiarazioni fatte alla conferenza stampa alla vigilia dell’apertura dell’assise da parte del metropolita Kliment, cancelliere del Patriarcato di Mosca, dall’arcivescovo Feofan di Stavropol’ e dal vescovo Mark di Berlino (Chiesa ortodossa russa all’estero).
Il Sinodo si presenta il più rappresentativo per numero di partecipanti fatto finora (197 membri), e anche per la presenza dei vescovi della Chiesa all’estero.
Il metropolita Kliment ha attribuito la presenza di «problemi all’interno delle diocesi» all’impetuoso incremento della Chiesa ortodossa russa, che ha visto quintuplicarsi negli ultimi 18 anni il numero delle parrocchie (attualmente sono più di 29.000), più che decuplicarsi il numero dei monasteri, mentre il clero conta circa 30.000 unità e i fedeli sono milioni.
Parlando del caso del vescovo Diomid della Čukotka, l’arcivescovo Feofan ha detto che il problema verrà posto, ma non sarà il principale, che i suoi seguaci non sembrano così numerosi e l’intera campagna è «artificiosa».
Nel corso del tema principale dedicato all’unità della Chiesa si discuterà il problema dell’ortodossia in Ucraina. Il metropolita Kliment ha detto: «Ci scrivono come se esistessero processi intesi a separarci dalla Chiesa ucraina. Ma per il momento i nostri contatti interni dicono che i vescovi ucraini sono intenzionati a conservare l’unità con il Patriarcato di Mosca».
L’arcivescovo Feofan ha parlato anche della dottrina ortodossa sui diritti umani, che verrà discussa dal Sinodo, dicendo: «Purtroppo i diritti dell’uomo fini a se stessi sovente ignorano l’essenziale, e cioè il diritto concesso da Dio all’uomo di non permettere moralmente l’annientamento della persona e della società».
A quanto ha detto il portavoce padre Vladimir Vigilianskij, il Sinodo sarà «abbastanza aperto», con una conferenza stampa per i giornalisti il 27 giugno; sul sito appositamente dedicato www.sobor2008.ru ci sarà la trasmissione online del discorso di apertura del Patriarca Aleksij e il canale «Spas» farà dei servizi giornalieri sull’evento.
Al Sinodo parteciperanno anche i primati delle Chiese ortodosse russe del Giappone, dell’estero e dell’Estonia.
Il vescovo Diomid ha comunicato che non verrà al Sinodo, a causa di malattia. In quest’occasione, ha anche asserito che la lettera attribuita a 5 membri del suo clero diocesano, secondo cui avrebbe sospeso la commemorazione eucaristica del Patriarca, è una provocazione e una calunnia. In realtà, non si tratta di sacerdoti diocesani suoi, ha dichiarato Diomid.
Commenti alla visita del card. Bertone in Bielorussia
Il Cardinal Bertone arriva in Bielorussia
Incontrerà leader religiosi e politici del Paese
MINSK, giovedì, 19 giugno 2008 (ZENIT.org).- Il Segretario di Stato di Benedetto XVI è arrivato questo mercoledì in Bielorussia per una visita ufficiale nell’ex repubblica sovietica che durerà fino al 22 giugno.
Il Cardinale Tarcisio Bertone è stato salutato all’aeroporto di Minsk dall’Arcivescovo Martin Vidovich, Nunzio Apostolico in Bielorussia, e dai Vescovi delle quattro Diocesi del Paese.
In un breve discorso, il porporato ha detto di essere “lieto di un’accoglienza così cordiale”.
“Durante la mia visita in Bielorussia - ha continuato - vorrei incontrare la gerarchia della Chiesa cattolica e di quella ortodossa e le autorità governative, e discutere questioni relative alla cooperazione, che riguardano la posizione della Bielorussia nella comunità internazionale”.
Dopo la cerimonia di benvenuto, il porporato si è diretto verso il centro della Caritas a Leskavets, dove ha incontrato un gruppo di bambini e ha ricevuto il saluto dell’Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, metropolita di Minsk-Mahilyow, che ha spiegato come il centro abbia il compito fondamentale di aiutare i piccoli malati di cancro e addestrare lavoratori e volontari nel settore caritativo.
Il presule ha auspicato che la visita del Cardinale, “che è allo stesso tempo governativa e religiosa, porterà frutti sia alla nostra Chiesa, che aspira a servire la gente nello spirito d’amore, che al nostro Paese”.
Dopo aver accolto secondo la tradizione il porporato con pane e sale, i bambini gli hanno cantato una canzone di benvenuto e gli hanno donato un giocattolo.
Nel corso della sua visita in Bielorussia, il Cardinal Bertone pronuncerà un intervento all’Università Statale del Paese sul tema “Fede e ragione: parlare di Dio agli uomini di oggi” e incontrerà il Presidente della Repubblica Alexander Lukashenko, il Ministro degli Esteri Sergei Martynov e il presidente del Comitato del Consiglio dei Ministri per gli Affari Religiosi e le Minoranze Etniche Leonid Gulyako.
Il Cardinale incontrerà anche Filaret, metropolita ortodosso di Minsk e Sluck ed esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, la Conferenza Episcopale Bielorussa e i sacerdoti e i religiosi del Paese.
A Minsk visiterà a Cattedrale dei Santi Simone ed Elena, benedirà la prima pietra della chiesa di San Giovanni Battista e parlerà i giovani. A Pinsk visiterà invece la Cattedrale dell’Assunzione della Vergine Maria e il seminario teologico interdiocesano di San Tommaso d’Aquino, a Grodno la Cattedrale di San Francesco Saverio.
Domenica, a mezzogiorno, il Cardinal Bertone presiederà la Messa nella Cattedrale della Vergine Maria di Minsk.
La Bielorussia cicatrizzerà la ferite con il dialogo tra cattolici e ortodossi
MINSK, venerdì, 20 giugno 2008 (ZENIT.org).- In visita in Bielorussia, il Cardinale Tarcisio Bertone ha presentato il dialogo ecumenico come via per risolvere i conflitti storici che hanno caratterizzato la storia passata e recente del Paese.
Il Segretario di Stato, in visita ufficiale nella Nazione da mercoledì, ha incontrato questo venerdì mattina l’episcopato bielorusso e il Capo di Stato, Aleksandr Lukashenko.
Secondo quanto ha reso noto la “Radio Vaticana”, incontrando i Vescovi cattolici in questo Paese di poco meno di dieci milioni di abitanti a maggioranza ortodossa, il porporato ha riconosciuto le difficoltà che sperimenta oggi la Chiesa cattolica dopo decenni di comunismo a causa dell’esiguo numero di sacerdoti, diaconi e altri collaboratori pastorali.
Allo stesso modo, il braccio destro del Papa alla guida della Santa Sede ha sottolineato l’importanza delle relazioni con gli ortodossi e ha chiesto di mettere da parte i pregiudizi.
Il dialogo ecumenico, ha affermato, è lo “strumento più adatto per affrontare uno scambio fraterno volto a risolvere il contenzioso in spirito di giustizia, carità e perdono”.
Le relazioni ecumeniche non sono state facili in questa terra dalla rinascita delle comunità cattoliche con il crollo dell’Unione Sovietica: non solo erano state perseguitate, ma mancavano anche di personalità giuridica.
Di fatto, ha riconosciuto il Cardinale, “la situazione è resa più complessa dal fatto che state aspettando la restituzione dei beni ecclesiastici confiscati dalla legislazione sovietica, in particolare delle Chiese e dei luoghi di culto”.
Alcuni di questi beni sono stati consegnati a comunità ortodosse, motivo per il quale la loro restituzione provoca ora l’opposizione tra le due realtà.
Questo giovedì pomeriggio, il Cardinale ha incontrato la comunità greco-cattolica del Paese, che mantiene la liturgia orientale, come gli ortodossi, ma professa una fedeltà a Roma che a volte le è costata persecuzioni e morte.
“L’unità dei diversi riti, delle forme e culture è una grande ricchezza per la Chiesa cattolica - ha dichiarato -; è un tesoro, la comunione ecclesiale, che dobbiamo conservare gelosamente difendendolo da ogni rischio e pericolo”.
Problemi tra Mosca e Costantinopoli
Russian Orthodox again walk out of pan-Orthodox meeting
Rhodes, Jun. 20, 2008 (CWNews.com) - The Russian Orthodox Patriarchate of Moscow has escalated a dispute with the Patriarchate of Constantinople over the recognition of an independent Estonian Orthodox Church.
A Russian delegation has walked out of a meeting of Orthodox prelates, convened by Patriarch Bartholomew of Constantinople. The top Russian delegate, Archbishop Nikolai Balashov, said that the Moscow patriarchate could not accept the seating of a delegation from the Estonian Orthodox Church.
The meeting of Orthodox prelates, taking place at Rhodes, had been called by the Ecumenical Patriarch as a forum for mutual discussions and prayer. All of the world’s autonomous Orthodox churches had been asked to send representativees.
Last year the Russian Orthodox Church walked out of a meeting of a joint Catholic-Orthodox theological committee in Ravenna, Italy, for the same reason: the seating of an Estonian delegation. The Moscow patriarchate does not accept the independent Estonian hierarchy, and has angrily protested the decision by the Patriarch of Constantinople in 1996 to grant canonical recognition to the independent Estonian Church.
In explaining his delegation’s protest, Archpriest Balashov said that relations among the world’s Orthodox primates should be guided by the principle that participation is limited to those Orthodox bodies recognized by all other Orthodox churches. The world’s other Orthodox churches have been content to leave the Patriarch of Constantinople with the traditional authority to grant recognition to independent Orthodox churches.
Comunicato dell’OVCS in relazione alla necessità dei rappresentanti della Chiesa ortodossa russa di partecipare alla commissione inter-ortodossa, Rodi 19 giugno 2008
Il Patriarca Bartolomeo in una missiva del 7 maggio 2008 aveva reso nota al Patriarca Aleksij l’intenzione di invitare le Chiese ortodosse a un pellegrinaggio sui luoghi di San Paolo. In particolare, voleva fare in quest’occasione un appello dei primati, e per tutto questo era stato fissato l’incontro di un’apposita commissione a Rodi il 19 giugno. Nella risposta affermativa di Aleksij all’invito c’era anche il preavviso che non comparissero rappresentanti della Chiesa estone, fino a completo riconoscimento della struttura in parola da parte di tutte le Chiese ortodosse, tra cui quella di Mosca.
Invece a Rodi era presente anche una delegazione della Chiesa estone. Per questo motivo, di fronte alla decisione unilaterale della Chiesa di Costantinopoli, presa nonostante il preavviso del Patriarca di Mosca, la delegazione ha deciso di lasciare i lavori, dichiarando che tale gesto del Patriarca Bartolomeo non contribuirà a una fruttuosa prosecuzione del dialogo tra le due Chiese circa la Chiesa in Estonia, e che questa posizione non corrisponde alla posizione tenuta in passato dallo stesso Patriarcato di Costantinopoli sulla partecipazione a commissioni ed assemblee pan-ortodosse di comunità la cui autocefalia non sia riconosciuta da tutti.
Il servizio stampa dell’OVCS commenta che simili diktat unilaterali da parte di esponenti del Patriarcato di Costantinopoli rendono estremamente difficoltosa la situazione dell’ortodossia in Estonia e compromettono gravemente il realizzarsi dell’unità ortodossa, che costituisce una delle più profonde preoccupazioni di Mosca. La responsabilità di tale azioni ricade sul Patriarcato di Costantinopoli.
The Russian Church considers Constantinople’s decision to consecrate
new bishops in Estonia as unfriendly
Moscow, June 18, Interfax - Election of new bishops for Constantinople Patriarchate’s jurisdiction in Estonia unrecognized in Orthodox world is not wanted by believers and will complicate the situation with Orthodoxy in this country, the Moscow Patriarchate has stated.
“The decision to consecrate new bishops is not conditioned by real needs of a small flock of the Constantinople church organization. Official information of the Ministry of Interior says their number equals to 25, 000 believers,” the statement of the press-service of the Moscow Patriarchate Department for External Church Relations reads as issued in the official web site of the Russian Church on Wednesday.
Thus, the DECR commented on the results of the meeting held among representatives of the Constantinople Patriarchate in Estonia in
Tallinn on June 12. Bishops-candidates for the Tartu and Pjarnu-Saarremaa Dioceses were elected there and the process of “restoring Estonian Orthodox Church” was announced to be almost completed as its Bishop’s Synod would soon be established.
The Russian Church also notes that the same information from the Ministry of Interior states that the believers of the Moscow Patriarchate’s Estonian Orthodox Church equal to 170,000 people entrusted to 60 clerics.
“According to the information, churches of the Constantinople
Patriarchate in Estonia are not full even when seldom services are
conducted in many of them. Newly-elected bishops can hardly improve the situation as majority of the country’s Orthodox believers wish to preserve their devotion to the Mother-Church of the Moscow Patriarchate,” the statement reads.
Orthodox leader suggests “dual unity” for Eastern Catholics
Constantinople, Jun. 19, 2008 (CWNews.com) - The Orthodox Patriarch of Constantinople has responded favorably to a suggestion by the head of the Ukrainian Catholic Church for a system of “dual unity” in which Byzantine Catholic churches would be in full communion with both Constantinople and Rome.
Patriarch Bartholomew I of Constantinople welcomed the proposal in an interview with the magazine Cyril and Methodius, the RISU news service reports. The acknowledged leader of the Orthodox world suggested that the “dual unity” approach would produce something akin to the situation of the Christian world in the 1st millennium, before the split between Rome and Constantinople.
Cardinal Lubomyr Husar of Kiev, the Major Archbishop of the Ukrainian Catholic Church-- the largest of the Eastern Catholic churches- had offered the possibility that Byzantine Catholics might seek communion with the Ecumenical Patriarchate, without giving up their communion with the Holy See. Patriarch Bartholomew expressed distinct interest in the idea, saying that “the mother Church in Constantinople holds the doors open for the return of all her former sons and daughters.”
Patriarch Bartholomew acknowledged that a restoration of unity would require study, and important differences would have to be overcome. However, he observed that major steps have already been taken to resolve disagreements-- most importantly the revocation of the mutual decrees of excommunication issued by Rome and Constantinople against each other in 1054.
While Catholic and Orthodox theologians continue their efforts to reach agreement on doctrinal questions, Patriarch Bartholomew said, “the people at the grass roots have to come together again.” He pointed to the “dual unity” idea as a possible step toward practical unity.
Cardinal Husar, the Ukrainian Catholic leader, has suggested in the past that the Orthodox and Byzantine Catholics of Ukraine should unite under the leadership of a single patriarch. That provocative suggestion is particularly interesting for two reasons.
First, Byzantine Catholics in Ukraine argued for years - particularly since emerging vigorously from the shadow of Communist repression - that the Ukrainian Catholic Church should be accorded the status of a patriarchate. Both the late Pope John Paul II (bio - news) and Pope Benedict XVI (bio - news) have expressed some sympathy for that suggestion. The Byzantine-rite Ukrainian Catholic Church is substantially larger than other Catholic churches that are recognized as patriarchates, including the Maronite, Melkite, Chaldean, Syrian, Armenian and Coptic Catholic churches. However, Kiev is not a historical patriarchal see like Antioch or Alexandria. And the recognition of a Ukrainian Catholic patriarchate would be sure to provoke outrage from the Russian Orthodox Church, which has complained frequently and bitterly about the activities of Byzantine Catholics in Ukraine.
Second, the Orthodox Church in Ukraine is badly split, with three different groups competing for recognition as leaders of the Byzantine faithful. The Ukrainian Orthodox Church- Kiev Patriarchate is led by Patriarch Filaret, who was once acknowledged by Moscow but broke with the Russian Orthodox Church after Ukraine gained political independence. The Ukrainian Orthodox Church- Moscow Patriarchate retains ties to Russian Orthodoxy. The Autocephalous Orthodox Church of Ukraine, smaller than the other two, has frequently sided with the Kiev patriarchate in efforts to form a single, unified Orthodox Church in Ukraine.
Lithuanian ban on Soviet symbols
Lithuania’s parliament has passed the toughest restrictions anywhere in the former Soviet Union on the public display of Soviet and Nazi symbols.
It will now be an offence in the Baltic state to display the images of Soviet and Nazi leaders.
This includes flags, emblems and badges carrying insignia, such as the hammer and sickle or swastika.
Correspondents say equating Soviet and Nazi symbols in this way is certain to infuriate Russia.
The new law also prohibits the Nazi and Soviet national anthems but does not specify if this extends to the modern-day Russian national anthem, which uses the Soviet music with different lyrics.
BBC Russian affairs analyst Steven Eke says these are the toughest bans on symbols from the Soviet past adopted in any of the 15 countries that emerged from the USSR.
‘Blasphemous’
The measures go further than neighbouring Estonia’s ban on Soviet symbols, he says.
Estonia’s decision to put the swastika and hammer and sickle on an equally prohibited footing was described by Russia as “blasphemous”, and an attempt to rewrite history.
Moscow’s official interpretation of history is that Lithuania, Latvia and Estonia were liberated from Nazi Germany by, then voluntarily joined, the Soviet Union.
This account is rejected by those three Baltic States and most other European nations, says our correspondent.
They believe the Soviet Union illegally occupied the Baltic republics as a result of a secret agreement - the Molotov-Ribbentrop Pact - between the Soviet Union and Nazi Germany.
The occupation continued until the collapse of the Soviet state itself at the end of 1991.