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Russia - Rassegna stampa, 30 gennaio 2008

Fonte:
CulturaCattolica.it

Dichiarazioni del metropolita Kirill sul pericolo di posizione isolazioniste nella Chiesa, «blagovest-info.ru», 29 gennaio
Il metropolita ha espresso queste critiche nel corso della XVI edizione delle Conferenze natalizie, citando come tema di primaria importanza la necessità di trasmettere alla società il «messaggio della Chiesa al mondo», cosa impossibile senza un ampio dialogo tra Chiesa e potere, e Chiesa e società. Questa missione è però ostacolata dalle posizioni isolazionistiche esistenti in seno alla Chiesa ortodossa russa, quando la gerarchia viene accusata di «tradimento dell’ortodossia a causa dei contatti con rappresentanti di altre religioni e del dialogo con le autorità». Sostenendo la necessità di esprimere un giudizio su queste tendenze isolazionistiche, Kirill ha sostenuto che non è un problema risolvibile semplicemente «a maggioranza di voti». Bisogna basarsi sull’esperienza dei Padri e la tradizione della Chiesa, che «ci insegna che è possibile e importante affermare l’ortodossia sia attraverso un’esperienza ascetica di rinuncia al mondo, sia anche impiegando le categorie di pensiero della filosofia laica, delle conquiste della scienza e della cultura». Accennando alle grotte di Penza (dove un gruppo di settari si è rinchiuso da mesi) e a lontane regioni del nord (evidente allusione al vescovo Diomid della Čukotka), il metropolita Kirill ha espresso la propria convinzione che «il dialogo con il mondo esterno non è un tradimento dell’ortodossia, ma un mezzo per portare i valori cristiani nel mondo. Se la Chiesa si ritira degli spazi sociali questo significa la rinuncia alla missione e alla testimonianza».

Sempre alle «Conferenze natalizie», il metropolita Kliment ha presieduto la sessione plenaria dedicata a «I valori ortodossi e l’educazione odierna». È intervenuto uno dei collaboratori del Presidente per la Russia e la regione del Volga, Aleksandr Konovalov, che ha sottolineato i vantaggi che lo Stato può ricavare sostenendo la Chiesa, la sua attività sociale e in particolare le sue scuole e progetti educativi. Il metropolita Kliment ha dichiarato che bisognerebbe introdurre una legge sui finanziamenti statali per le scuole non statali.

Questi temi vengono ripresi sulla stampa nazionale. Ad esempio, «Vremja novostej», 29 gennaio, in un articolo di Michail Moškin riprende l’appello lanciato dal metropolita Kliment, in apertura delle «Conferenze» alle autorità statali e in primo luogo al ministro dell’istruzione Fursenko, dicendo che la Chiesa non è contenta dei recenti emendamenti alla legge sull’istruzione, che eliminando le componenti regionali, elimina di fatto le componenti religiose.
Kliment ha anche sottolineato che la Chiesa ortodossa non apprezza l’introduzione del corso «Storia delle religioni» e il rispettivo manuale curato dall’accademico Čubarjan: «Questo manuale non è in grado di risolvere i problemi dell’educazione spirituale e morale dei ragazzi», perché può indurre a un «relativismo morale e a un indifferentismo» tra le nuove generazioni. Di più, gli scolari dovrebbero «studiare la cultura spirituale e morale ortodossa» lungo tutto il curriculum di studi, dalla prima all’undicesima classe.
Il ministro Fursenko dal canto suo ha osservato che i ragazzi in età scolare possono conoscere storia e cultura dell’ortodossia e delle altre confessioni non solo attraverso le materie scolastiche, aggiungendo che «l’imposizione di qualunque dogma dall’alto è egualmente inaccettabile ad ogni livello, sia federale che regionale e comunale». Fursenko ha comunque scelto una linea conciliante, sostenendo l’idea di concorsi scolastici a livello federale sulla conoscenza della cultura ortodossa, e ha presentato un «modello di accordo» tra i Provveditorati agli studi regionali e le singole Diocesi, che è stato inviato in tutte le regioni russe ed è già divenuto effettivo.

«Asia News», 29/01/2008 14:57

TURCHIA
Divisi a Ravenna, gli ortodossi russi ed estoni torneranno a parlarsi
Bartolomeo I sta promuovendo un incontro con il patriarcato di Mosca, che lasciò i colloqui con i cattolici per la presenza di Tallin. Concludendo la preghiera per l’unità dei cristiani il patriarca ecumenico esprime la volontà di accelerare i tempi per la piena unità. “Storica” la comune dichiarazione di Ravenna tra cattolici ed ortodossi. L’importanza dell’annuncio del cristianesimo a Hong Kong.


Istanbul (AsiaNews) - Si incontreranno il Patriarcato di Mosca e la Chiesa apostolica estone, le divergenze tra le quali hanno rischiato di far saltare l’incontro di Ravenna tra cattolici ed ortodossi e sono state all’origine della decisione russa di allontanarsi dall’incontro svoltosi nella città italiana. Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli ha infatti invitato le due Chiese ad una riunione nel prossimo mese, in luogo da definire. L’obiettivo è quello di smussare il contrasto esistente dopo la decisione presa nel 1996 dalla Chiesa estone di distaccarsi da Mosca. Questo, spiegano ad Istanbul, perché non è giusto diffondere un’immagine di un mondo ortodosso, ricco di tradizioni, diviso.

Il Patriarcato ecumenico sarà rappresentato dal metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas e quella estone dal metropolita di Tallin. Si attende la riposta di Mosca, l’adesione della quale è però ritenuta certa.

La promozione dell’incontro tra le due Chiese ortodosse è l’ultimo avvenimento di una settimana che ha vistola conclusione delle preghiere per l’unità dei cristiani e nella quale, per la prima volta, un primo ministro turco, Erdogan, ha parlato del ruolo ecumenico del patriarcato di Costantinopoli, parole confermate in seguito anche dalle dichiarazioni del ministro degli esteri Babacan, per il quale occorre superare antichi tabù.

La suggestiva celebrazione dei vespri bizantini nella chiesa di San Giorgio, al Fanar, sede del patriarca ecumenico ha segnato la conclusione della preghiera per l’unità dei cristiani. Al rito, accanto al patriarca ecumenico, erano presenti i rappresentanti di tutte le confessioni cristiane di Istanbul e, per la prima volta, molti giovani stranieri. Non è casuale che tutto si sia svolto davanti alle reliquie di Giovanni Crisostomo, restituite nel 2004 da Giovanni Paolo II. Segno di come l’unità dei cristiani è un obbligo.

Proprio Bartolomeo, nella sua breve, ma significativa omelia ha detto che occorre pregare, ma si deve anche lavorare sodo e presto. Il Fanar, ha continuato, come coordinatore con altre Chiese è presente in varie organizzazioni dedicate al dialogo per l’unità dei cristiani e vuole accelerare i tempi per la piena comunione. In seguito il metropolita Gennadios di Sassimon, segretario della commissione mista per il dialogo tra cattolici ed ortodossi, ha esposto la storia del dialogo tra i cristiani ha sottolineato l’importanza storica della comune dichiarazione di Ravenna tra cattolici ed ortodossi.

Significativo è stato anche il discorso fatto poco prima da Bartolomeo nella consegna del crocifisso al nuovo vescovo di Hong Kong, Nektarios, nel quale ha messo in risalto l’importanza della testimonianza cristiana in quelle terre. Il Patriarcato ecumenico, ha detto, dà molto importanza alla possibilità di far conoscere il messaggio di nostro Signore a quelle anime che desiderano l’incontro col vero Dio, per le quali le religioni dell’oriente, benché contengano alcuni semi di verità, non soddisfano la ricerca della vera testimonianza della verità. “Non dobbiamo deluderli”. E, continua Bartolomeo, “l’ignoranza, i sospetti, i pregiudizi culturali e politici, l’intolleranza, l’eredità del passato ed alcune volte gli errori di noi cristiani, creano delle situazioni di non facile soluzione ed inducono un atteggiamento poco amichevole nei confronti dei missionari cristiani. Come facente parte del Patriarcato ecumenico, il sacrificio per il tuo prossimo deve essere il tuo riferimento, imitando sempre l’apostolo Paolo, del quale quest’anno si festeggia il bimillenario della nascita”. (NT)

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