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Ecumenismo e proselitismo

Fonte:
www.russiacristiana.org
Commento di P. Scalfi sulla «Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione»

Ecumenismo e missione
«È difficile concepire l’unità fra cattolici e ortodossi senza sentirla proiettata nella missione comune». Così p. Romano Scalfi (fondatore del Centro studi “Russia Cristiana”, da 50 anni in prima linea nel favorire il dialogo ecumenico contribuendo alla presenza cristiana in Russia) commenta le implicazioni ecumeniche contenute nella “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”, presentata questa mattina in Vaticano. Prosegue p. Scalfi: «Come rivela anche un recente studio comparato sulla situazione delle diocesi ortodosse in Russia, c’è più comprensione ecumenica dove è presente un forte spirito missionario. La passione missionaria, dunque, non solo non è in opposizione a un ecumenismo autentico, ma ne è il necessario presupposto».
Una conferma arriva dall’esperienza del Centro culturale “Biblioteca dello Spirito” di Mosca (fondato nel 1993 da “Russia Cristiana” insieme alla Facoltà Teologica ortodossa di Minsk e alla Caritas diocesana di Mosca): «Una maggiore comprensione reciproca tra cattolici e ortodossi – afferma p. Scalfi – nasce proprio da una comune passione missionaria: lo dimostra il progetto “Cento libri di teologia del XX secolo”, promosso dalla “Biblioteca dello Spirito” in collaborazione con la Commissione Teologica del Patriarcato di Mosca (presieduta dal metropolita Filaret), che prevede la pubblicazione in russo dei classici della teologia cattolica, ortodossa e protestante del Novecento (queste opere verranno diffuse in tutti i seminari ortodossi). Ci siamo messi insieme agli ortodossi per dare una risposta adeguata al relativismo imperante sia in Oriente che in Occidente; abbiamo deciso di pubblicare e diffondere dei testi concordati insieme per fronteggiare questo pericolo, spinti dal desiderio di confrontarci per offrire una risposta culturalmente seria alle sfide del secolo».

Rispetto alle accuse di proselitismo
«Il proselitismo cattolico in Russia non è un fenomeno quantitativamente e qualitativamente rilevante. Queste critiche – afferma p. Scalfi – possono essere state originate da casi sporadici: come ha dichiarato recentemente sulla stampa russa lo stesso vescovo Ilarion di Vienna, le conversioni di ortodossi al cattolicesimo sono casi rari». Lo dimostrano i dati: i cattolici in Russia oggi sarebbero circa 500.000, su una popolazione di oltre 144 milioni di abitanti. «Anche numericamente – aggiunge p. Scalfi – questa situazione è ben lontana da quella del 1917; negli ultimi 5 anni, inoltre, non si sono registrati aumenti nella comunità cattolica, piuttosto è avvenuto il contrario». Se queste critiche di indebito proselitismo in passato provenivano soprattutto da alcuni ambienti ortodossi, «a causa di un certo ecumenismo mal inteso oggi sono gli stessi cattolici ad accusarsi tra loro».

La condanna del relativismo
«L’accordo tra cattolici e ortodossi non si raggiungerà attraverso graduali compromessi, ma nel confronto leale della propria identità con l’identità dell’altro. Essere meno cattolici non è certo la via per avvicinarci all’unità tra cattolici e ortodossi; sarebbe paradossale: essere meno cattolici per accordarci con un numero maggiore di meno ortodossi… Come asseriva qualche tempo fa un pensatore russo ortodosso, “La via che porta all’unità richiede che i cattolici siano sempre più cattolici, e gli ortodossi sempre più ortodossi”. Voler ridurre la propria identità per non offendere il pensiero degli altri è una sottile forma di relativismo: si cercherebbe così di ottenere un “accordo al minimo comune denominatore”. Questa è una tecnica ingenua e illecita, che porterebbe ad un livello sempre più basso, dove chi ha convinzioni profonde sarebbe estromesso dalla società perché pericoloso. Il pericolo, invece, non viene da un’identità rigorosamente e coraggiosamente difesa, ma da un suo indebolimento».
La situazione religiosa in Russia lo conferma: «Ultimamente – soprattutto in alcuni ambienti intellettuali – sta riemergendo una mentalità sovietica impastata con un liberalismo malintenzionato, che vede nella Chiesa un pericolo alla libertà: basta ricordare le polemiche suscitate, negli scorsi mesi, dalla pubblicazione sulla stampa russa di una lettera aperta, in cui noti accademici e premi Nobel avvertivano Putin del rischio di “clericalizzazione” vissuto dal paese».

Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizza
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