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La Lombardia l’aborto e i CAV: un caso esemplare

Fonte:
CulturaCattolica.it

Vogliamo esprimere il nostro ringraziamento al presidente Formigoni e alla sua giunta per aver varato un provvedimento di sostegno alla maternità che si impegna a dare un aiuto economico alle mamme che rinunciano all’aborto. Come sostenuto dal Presidente Formigoni: “Nessuna donna dovrà più abortire in Lombardia a causa delle difficoltà economiche”. La regione Lombardia e il presidente Formigoni hanno mantenuto la promessa di finanziare il fondo “Nasko” per aiutare le mamme in difficoltà e in modo specifico per prevenire l’aborto per cause economiche. Si tratta di un assegno mensile di 250 euro per 18 mesi per quelle donne che rinunciano ad una interruzione della gravidanza che sarebbe stata determinata appunto da problemi economici. Il contributo, che arriva dunque fino a 4.500 euro, è reso possibile da un primo stanziamento di 5 milioni deciso dalla Regione. Ci sembra una notizia bellissima, perché finalmente si va oltre le parole e si fa qualcosa di concreto per prevenire l’aborto. Formigoni come già più volte dimostrato mette in pratica senza tanti proclami una vera politica di sostegno alla maternità. Tutti coloro i quali continuano a sostenere che l’aborto è necessario per garantire la libertà della donna, dovrebbero seriamente interrogarsi sul fatto che molte donne abortiscono solo per motivi economici. Naturalmente questo è anche un modo per applicare la prima parte della legge 194, ma subito le opposizioni e il fronte ideologizzato pro-aborto o pro-choice ha attaccato il presidente Formigoni, perché l’aiuto e la verifica della necessità dei fondi passerà tramite i CAV, i quali faranno un progetto per la neo-mamma che per accedere al fondo dovrà accettarlo. Chi critica questa scelta non tiene conto del dato che le gestanti che si sono presentate ad un CAV con il certificato per abortire sono state nel 2009 solo il 7% del totale delle mamme aiutate. La percentuale di gestanti inviate ad un CAV da un Consultorio Pubblico solo il 5% di quelle assistite. Quindi il sostegno dei CAV favorirà la possibilità concreta di aiutare le mamme. Niente di nuovo per i CAV che già da 30 anni fanno questi progetti e che finalmente vedono riconosciuto il loro ruolo. Sapendo che le maggiori difficoltà denunciate dalle donne che arrivano ai CAV permangono quelle economiche (45%) che salgono al 70% sommando le difficoltà per mancanza di lavoro o di alloggio, e che tra le donne che si sono presentate ai CAV sono senza lavoro il 28%, ci sembra che questo provvedimento vada nella direzione giusta. Se consideriamo poi che le donne di cittadinanza straniera assistite dai CAV sono passate dal 16% sul totale delle donne assistite del 1990, al 49% del 1996, all’82% dello scorso anno, il diritto all’accoglienza inizia dalla difesa della vita di questi bambini. Tutti dovrebbero essere contenti che nessuna donna sia costretta ad abortire per cause economiche, perché tutti, anche i più poveri e gli stranieri hanno il diritto ad un aiuto soprattutto se questo permetterà di far nascere una nuova vita. D’altronde la Lombardia e i suoi cittadini sono da sempre impegnati nell’accoglienza delle mamme e della vita, se si pensa che i dati dei CAV della Lombardia sono: nel 2009 il CAV Milano Mangiagalli ha assistito ben 2810 donne e fatto nascere 1125 bambini, il Centro di Aiuto alla Vita Ambrosiano ha assistito 263 gestanti e supportato in ugual maniera altri 189 nuclei familiari, in gran parte di stranieri, il CAV di Bergamo ne ha fatti nascere 324, Cremona 221, Mantova 238, Como 112, Cernusco sul Naviglio 115, Cassano D’Adda 51, Brescia 94, Busto Arsizio 67, Legnano 64, Lodi 57, San Donato Milanese 171. La Lombardia è la Regione italiana nella quale nel 2009 vi è stato, con riferimento alla popolazione residente, sia il maggior numero di bambini nati grazie ai Centri di Aiuto alla Vita (44 ogni 100.000 abitanti) che di gestanti assistite (66 ogni 100.000 abitanti); la Lombardia ha 58 CAV, in Italia ce ne sono 331. Ma questo non basta, perché in Lombardia ci sono stati nel 2008 20.368 aborti (in Italia nel 2008 sono state effettuate 121.406 interruzioni di gravidanza – dalla Relazione del Ministro della Salute sulla Attuazione della Legge 194).

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