I musicisti - 19 agosto 2007-2010
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dicembre 1988
a Maria Celeste, Benedetto e Martino
I musicisti vanno in giro su furgoni scassati
o su pullman di lusso e con le ali:
hanno la musica dentro che spinge il motore,
hanno la musica nel cuore gli orchestrali.
Popoppopò popoppopò popoppopò popoppopò…
e suonano, suonano e cantano e suonano e suonano e cantano e suonano
suonano… suonano…
E quando all’alba fan ritorno alle loro famiglie
vanno a vedere come dormono i bambini,
raccontano alle mogli le loro meraviglie
e descrivono il suono dei violini.
Popoppopò popoppopò popoppopò popoppopò…
e suonano, suonano e cantano e suonano e cantano e suonano
suonano… suonano…
I musicisti, di giorno, sembrano normali
ed invece continuano a sognare:
hanno la Musica dentro che spinge il motore,
hanno la Musica nel cuore gli orchestrali…
Popoppopò popoppopò popoppopò popoppopò…
e suonano, suonano e cantano e suonano e cantano e suonano
suonano… suonano.
Io vorrei essere loro e suonare per Te una Musica grande,
la più grande che c’è!
Popoppopò popoppopò popoppopò popoppopò…
Il 19 agosto 2007 moriva Claudio Chieffo.
Eppure in questo tempo della sua assenza fisica il suo canto non ha smesso di affascinare persone capaci di desiderare il bene infinito. È il miracolo dell’arte vera, vale a dire di quell’espressione umana che si scopre riflesso di Dio.
C’è, in questo brano, la stoffa di un artista fuori dall’ordinario, ferito dalla bellezza assoluta. Come i musicisti della canzone Chieffo è un uomo che non ha mai smesso di cercare il volto del mistero che la musica fa intuire, un uomo che ha saputo guardare lontano e cantare una musica grande.
Così spiegava l’origine del suo canto: «Questa musica è il desiderio di felicità che non si arresta. Nella mia vita ho incontrato musicisti delle provenienze e delle culture più disparate, ma tutti, sempre e profondamente, hanno il desiderio di cercare Dio, di trovare Dio, di cantare Dio. Penso che i musicisti possano suonare di tutto, ma il loro compito più grande è cantare la bellezza di Dio». (citato in Paola Scaglione, La mia voce e le Tue Parole. Claudio Chieffo, una lunga storia di musica e poesia, Ares, Milano 2006, p. 48).
Claudio lo sapeva bene: nella sua voce cantava la voce di un Altro. E riconosceva con semplicità, senza falsi pudori né timore, di aver ricevuto un talento prezioso, da dividere con tutti quelli che incontrava.
Per questo non c’è nostalgia né distanza fisica che abbia potuto fermare «una Musica grande, la più grande che c’è». Per questo il canto di Chieffo continua ad accompagnare i passi di chi non si accontenta di nulla che sia meno dell’eternità