Ippocrate è morto ad Auschwitz. Che non muoia a San Marino
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Da tempo si assiste, da parte di alcuni seguaci della linea abortista, che sembra avere il suo miglior risultato nella vittoria dei Sì al recente Referendum, a grida di vittoria ed esultanza unite a volgare disprezzo e a insulti dozzinali nei confronti di chi si è fatto paladino della vita umana e della sua sacralità. E tutto questo sembra preludere a uno scontro tra la concezione di tradizione cristiana e una cosiddetta «laica», ma, in sostanza, atea. E sarebbe buona cosa da un lato smettere di accusare di alzare i toni da parte di chi i toni – cioè gli insulti, le falsificazioni e gli sbeffeggiamenti – li introduce attribuendone la colpa agli altri, e dall’altro sarebbe ugualmente buona cosa riflettere sulle implicazioni e sulle conseguenze che la posizione abortista, e poi eutanasica, hanno sulla vita della Repubblica di San Marino. Perché il grido angosciante di Nietzsche ci tocchi, evitando di fare una festa per la «morte di Dio» e la fine della Chiesa: sono conseguenze che cancelleranno la bimillenaria tradizione di San Marino, questo stato che si è sempre onorato di avere un santo come fondatore e patrono. «Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? – Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla?»
Riporto le considerazioni di un ateo a proposito di questa «nuova etica» che si sta imponendo. Forse ragionare su queste cose farebbe bene a tutti cercando di capire di che cosa si tratta, abbandonando slogan e frasi fatte.
«L’etica tradizionale della sacralità della vita, ferocemente [sic] difesa dalla chiesa cattolica, ormai non regge più. Applicata nei contesti delle società avanzate o ai problemi della sovrappopolazione del pianeta, porta a esiti ripugnanti per qualsiasi persona di buon senso e incompatibili col progresso scientifico e tecnologico…
La legalizzazione dell’aborto, avvenuta in quasi tutti i paesi avanzati nel corso degli anni ’70-’80, è stata una delle prime e più eclatanti sconfitte dell’etica cattolica a vantaggio di una concezione alternativa emergente che considera valore da tutelare non la vita meramente biologica, come quella degli embrioni, ma la vita personale e la sua qualità…
C’è un filosofo che, a mio parere, più di chiunque altro ha saputo vedere il fondale unitario delle questioni bioetiche e ha compreso e messo sotto la lente di ingrandimento la profonda crisi dell’etica tradizionale, la sua inadeguatezza rispetto alla medicina moderna, facendo insieme emergere il chiaro profilo dell’etica nuova di cui abbiamo bisogno. Si tratta di Peter Singer…
«Dopo aver regolato per quasi duemila anni i nostri pensieri e le nostre decisioni sulla vita e sulla morte, l’etica tradizionale dell’Occidente è andata incontro a un collasso».
La posizione etica contraria all’aborto in termini formali è espressa da questo sillogismo:
1. Premessa maior: la vita umana è sacra ed è sempre proibita la sua soppressione.
2. Premessa minor: dal concepimento in poi l’embrione è una vita umana.
3. Conseguenza: la vita dell’embrione è sacra ed è sempre proibita la sua soppressione.
In questo caso la chiesa cattolica ha deciso di fissare da sé quando inizia la vita umana, cioè al concepimento, senza lasciarlo decidere a una commissione scientifica N.d.C.: l’OMS? Speranza? Burioni?.... Chi è favorevole all’aborto, alla ricerca sulle staminali… spesso ritiene di dover contestare la premessa minor e sostiene che l’embrione non è una vita umana in senso biologico. Ma fino a dove può essere spinto il punto di inizio della vita umana? Neanche il feto è una vita umana? È il momento della nascita (per molti aspetti casuale) che trasforma improvvisamente un feto non umano in un neonato umano? Dice Singer: questa linea debole non è convincente: bisogna contestare la premessa maior, perché è quella che genera ogni sorta di problemi e che, se cambiata, ci offre un nuovo quadro etico complessivo.
La linea forte si articola in questi termini:
1. Premessa maior: va tutelata non la vita umana in senso meramente organico, ma la vita (solo umana?) personale, cioè caratterizzata dalla presenza della capacità di sentire dolore o piacere (soglia minima perché si costituisca un diritto a non soffrire), e di avere autocoscienza (soglia minima perché si costituisca un diritto a continuare a vivere).
2. Premessa minor: l’embrione e il feto sono organismi che appartengono alla specie Homo sapiens, ne sono le prime fasi di sviluppo, ma non hanno ancora raggiunto quel livello che giustifica la tutela della loro vita.
3. Conseguenza: è lecito sopprimere gli embrioni e anche i feti fino a un certo livello del loro sviluppo.
La linea di Singer ha conseguenze molto vaste… Si tratta di una linea che è già inconsapevolmente accolta da molti, forse dalla maggioranza degli occidentali. Finalmente impugnata in modo aperto dai laici consentirebbe loro di contestare dalle fondamenta l’impostazione cattolica, che resta in piedi solo perché manca il coraggio di lanciarle la sfida al cuore…
Nessuna persona di buon senso può volere una scienza sganciata dall’etica, senza limiti. Ci vuole altro: bisogna contestare sul piano etico e con argomenti etici che quella della chiesa cattolica sia una buona etica. E indicarne un’altra.» [Dal sito dell’UAAR]
Non c’è che dire: l’ideologia della morte cerca di dare ragioni, cancellando tutto ciò che il pensiero umano ha espresso per mostrare la eminente dignità dell’essere umano. Ci aspettano tempi drammatici, come già l’antico inno cristiano indicava: Mors et vita duello conflixere mirando: dux vitae mortuus regnat vivus.