I tesori dell’arte dell’Emilia-Romagna
- Autore:
- Fonte:

IL nuovo inizio d'anno è promettente di mostre e di eventi molto interessanti, spesso su autori e aspetti dell'arte italiana poco noti.
Il 4 dicembre dello scorso anno è stato dato il via alle celebrazioni per i 900 anni della cattedrale di Parma, uno dei gioielli dell'arte romanica italiana.
La chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, venne edificata su una precedente costruzione ed iniziata nel 1076 per volere del vescovo Accardo, ma fu consacraa solo nel 1106.
A questa prima fase di edificazione, che gli studiosi collegano con lo stile di Lanfranco, il grande costruttore di Modena, corrispondono il transetto e le absidi. Il secondo momento corrisponde a tutto il XII secolo ed ha come protagonista Benedetto Antelami, architetto e scultore tra i piú noti dell'epoca. Al suo nome è anche legata la costruzione del Battistero, edificato dal 1196 al 1216. La costruzione della cattedrale continuó fino al XVI secolo, con le aggiunte decorative del Correggio.
Se ancora oggi questa cattedrale desta meraviglia in chi la ammira, si provi ad immaginare quale stupore dovesse destare nove secoli fa, quando i parmensi la vedevano crescere oltre i tetti di paglia delle loro casupole. Per celebrare il nonon centenario della sua consacrazione si è costituito un apposito comitato nazionale a cui collaborano tutte le istituzioni del territorio, laiche e religiose.
Le manifestazioni sono iniziate con il Giubileo (4 dicembre 2005-3 dicembre 2006) concesso da Giovanni Paolo II alla Diocesi di Parma proprio per solennizzare tale evento.
Tra le manifestazioni, oltre a quelle di carattere spiccatamente religioso, segnaliamo una serie di convegni e congressi che illustreranno i diversi aspetti della cattedrale e della vita che si svolgeva attorno ad essa; concerti di musica sacra, visite guidate al duomo e alle pievi del parmense, pubblicazione di quaderni didattici e saggi per i recenti restauri della facciata, del coro e della cripta della cattedrale.
Cremona è lombarda, ma la sua particolare situazione geografica avvicina la sua cifra stilistica a quella della vicina Emilia.
Presso il Museo civico Ala Ponzone dal 29 ottobre 2005 è aperta la mostra Tesori di Capodimonte. Dipinti, disegni e porcellane dal Museo di Capodimonte.
Nata con il contributo della Regione Lombardia e la collaborazione del Polo museale Napoletano e del Museo di Capodimonte, la rassegna propone manufatti e opere d'arte di grande valore scientifico e culturale, in particolare dipinti di autori cremonesi e settentrionali, quali ad esempio Mantegna, Moroni, la Anguissola, Antonio e Bernardino Campi, Callisto Piazza, per un insieme di 23 dipinti, 11 disegni, 17 manufatti e 51 porcellane.
Il museo di Capodimonte nasce dalla collezione dei Farnese, arricchitasi poi nel corso del tempo con gli apporti dei Borbone e dei Savoia, fino alle piú recenti acquisizioni. Le opere presentate a Cremona, solo un piccolissimo esempio della ricchezza del museo napoletano, testimoniano la ricchezza e la varietà dell'intera raccolta, tanto da essere un ampio panorama dell'arte italiana ed europea. Questa mostra, quindi, puó essere l'occasione, per chi non puó andare a Napoli, di ammirare una piccola parte di Capodimonte e anche lo spunto per verificare i legami tra l'arte cremonese e le opere pervenute in occasione della rassegna.
Agli inizi di dicembre è stata inaugurata a Bologna la mostra Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto.
La mostra propone un viaggio in un periodo volutamente dimenticato e censurato dalla storia ufficiale della città, quello in cui il cardinale legato Bertrand du Pouget (il cui nome italianizzato suona Bertrando del Poggetto), grande stratega e nipote di papa Giovanni XXII, volle fare di Bologna la sede dello stato pontificio.
I bolognesi hanno cercato di cancellare non solo la memoria, ma anche le testimonianze artistiche e documentarie di quei sette anni (1327-1334) che avrebbero potuto cambiare la storia; infatti il Papa poi decise il suo trasferimento ad Avignone, giudicandola piú sicura del suolo italiano.
In quei sette anni Bologna visse da metropoli politica ed artistica: il Poggetto chiamó al suo servizio artisti come Giotto e Giovanni di Balduccio, ma anche artisti stranieri, soprattutto francesi, il che diede il via ad uno stile unico, ricco e sfarzoso.
Bertrando peró, pur portando lavoro e ricchezza alla città, non seppe valutare il forte anelito di autonomia dei bolognesi, umiliandoli con nuove tasse e con dirigenti di propria fiducia. Il popolo insorse, per 11 giorni assedió il castello tanto che il Poggetto 28 marzo 1334 dovette fuggire. Il castello fu raso al suolo e la sua memoria cancellata, le preziose opere d'arte e le sfarzose suppellettili spartite fra le chiese cittadine o disperse.
La mostra quindi ha una grande importanza per la città di Bologna, accanto alla quale sono state realizzate altre iniziative interessanti come visite guidate, conferenze, spettacoli, laboratori didattici per le scuole.
Tra le opere in mostra, provenienti da musei di tutto il mondo, segnaliamo: manufatti d'oreficeria, statue di Giovanni di Balduccio, due tavole di Giotto, miniature.
Da ultimo una mostra monografica alla riscoperta di un pittore romagnolo della seconda metà del XV secolo, Marco Palmezzano (1459/63-1539).
La sua città natale, Forlí, gli dedica un'importante mostra, la prima monografica su di lui, Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne.
Inserito dal Pacioli tra i maestri dell'arte della proporzione e della prospettiva, con Piero della Francesca, i Bellini, Perugino, Signorelli e il Ghirlandaio, fu probabilmente allievo di Melozzo e a trent'anni suo diretto erede, assumendo gli incarichi del maestro soprattutto a Forlí, dove visse e lavoró fino alla morte.
Forse fu proprio questa sua scelta a penalizzarne la notorietà, tanto da essere oggi uno sconosciuto nel mondo della storia dell'arte.
Le trenta tavole in mostra danno un'idea chiara delle peculiartà del maestro forlivese: la grande varietà delle architetture prospettiche, la scenografia monumentale di nicchie, colonne marmoree, basamenti, baldacchini, troni, gradini decorati con le grottesche tipiche dell'antica arte romana; i bellissimi paesaggi che ne fanno da cornice, spazi aperti di campi, colline con rocche e castelli, paesaggi che diventano essi stessi personaggi, guardati con sguardo commosso e stupito. E poi Cristo, la Vergine e i santi: volti dolci e malinconici come il Cristo portacroce o il San Sebastiano che volge lo sguardo al cielo.
Tesori di Capodimonte. Dipinti, disegni e porcellane dal Museo di Capodimonte.
Cremona – Museo civico Ala Ponzone
dal 29 ottobre 2005 al 5 febbraio 2006
Orari: da martedí a sabato ore 9.00-19.00; domenica e festivi 10.00-19.00
Biglietti: 9 € intero, 7 € ridotto, ingresso libero bambini fino ai 6 anni, accompagnatori di scolaresche e di gruppi di almeno 15 visitatori.
www.cremonamostre.it
Giotto e le arti a Bologna al tempo di Bertrando del Poggetto.
Bologna – Museo Civico Medioevale
dal 3 dicembre 2005 al 28 marzo 2006
Orari: da martedí a sabato dalle ore 9.00-18.30; domenica e festivi 10.00-18.30
Biglietti: 6€ intero, 3€ ridotto
www.giottoeleartiabologna.it
Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne
Forlí, Musei in San Domenico
dal 4 dicembre 2005 al 30 aprile 2006
Orari: da martedí a domenica dalle ore 9.00-19.00
Biglietti: 8€ intero, 6 € ridotto
www.marcopalmezzano.it