Testimoni del nostro tempo
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In queste nostre brevi presentazione ci piace alternare mostre su autori antichi ad altre su moderni e/o contemporanei; questa volta infatti presentiamo alcune rassegne che hanno come tema aspetti artistici vicino a noi.
A Genova dal 4 marzo è aperta la mostra Ottocento in salotto. Cultura, vita privata e affari tra Genova e Napoli.
La mostra racconta la storia di una famiglia della ricca borghesia di origine genovese, promotrice di cultura e raffinato collezionismo.
Nel 1867 Teresa Oneto (1847-1934), figlia di un ricco banchiere di Genova, andava in sposa al napoletano Benedetto Maglione (1841-1892), discendente di un’illustre famiglia di ligure origine. Gli interessi e la vivacità culturale dei due giovani diede vita, a Genova prima e a Napoli poi, ad un’intensa attività di promozione culturale che spaziava dalla ben fornita biblioteca ai concerti che i due sposi organizzavano nella loro casa (Teresa suonava il pianoforte, Benedetto il violino).
In parallelo viene presentata la vicende artistica e biografica del pittore ligure Benedetto Musso, cugino dei Maglione, e alla cerchia dei pittori dell’epoca amici della famiglia.
La vicenda particolare di questa famiglia della grande borghesia del secondo Ottocento consente perciò di presentare opere d’arte di eccezionale qualità, firmate da alcuni dei maggiori protagonisti di quel tempo, come i meridionali Morelli, Gemito, Palizzi e i settentrionali Induno, Ciardi, accanto a volume antichi, ceramiche, spartiti, manoscritti, riviste dell’epoca, abiti e suppellettili femminili.
Il 2 aprile saranno trascorsi 50 anni dalla morte di Filippo de Pisis (1896-1956). A tale proposito la sua città natale, Ferrara, organizza presso il Palazzo dei Diamanti, una mostra e per l’occasione vera anche presentato il catalogo generale del pittore.
La mostra conterà 49 olii e ben 200 opere su carta, una messe di capolavori che permette al visitatore di avere un’idea completa e sintetica del maestro ferrarese.. La rassegna inizia con i primissimi esercizi pittorici, come Passeri (1908); già vent’anni dopo il pittore rivela un notevole salto di qualità ed originalità, allontanandosi dalla tradizione pittorica ottocentesca, documentato da tele come Natura morta col martin pescatore (1925). Dalla primavera di quello stesso anno De Pisis si trasferisce a Parigi, entrando in contatto con le avanguardie artistiche, in particolar modo la pittura metafisica di De Chirico (vedi Le cipolle di Socrate del 1927).
Ma gli “amori metafisici” vengono ripudiati già nel 1930, quando il pittore si proietta su una pittura che esprima i propri sentimenti e le proprie emozioni, con una totale immedesimazione con il soggetto dipinto (Gladiolo del 1930).
Accanto a questa produzione emerge il suo carattere di ritrattista, insieme raffinato e violento, capace di rapire in un lampo da un volto i sentimenti del soggetto e poi trasportarli sulla scena (Ritratto di Allegro, 1940).
La mostra si conclude con l’ultima stagione del suo lavoro, quando da pittore della vita si trasforma in pittore della morte: la tela si prosciuga e mostra un’inedita sintassi figurativa (Rose bianche, 1950; Rose nella bottiglia, 1950; Natura morta con pipa e calamaio, 1951; Le pere, 1953).
Anche Ravenna, in questi ultimi anni, sta contendendo il primate per quanto concerne le mostre d’arte modera e contemporanea. Dopo la stupenda ed importante mostra su Gioacometti dello scorso anno, troviamo ora un’esposizione che vuole documentare l’attività critica di uno dei maggiori studiosi italiani dell’arte del Novecento, Francesco Arcangeli. Il percorso espositivo è già indicato nei nomi presenti nel titolo, cioè tre protagonisti che, per lo studioso, rappresentano le pietre miliari di una linea romantica dell’arte contemporanea. Si inizia con i romantici inglesi, ai quali Arcangeli dedicò molti studi (Turner e Constable): seguono poi i realisti della pittura francese dell’Ottocento, Corot e Courbet, fino a Monet, studiato con passione e intuito tanto da giungere a nuove e più esaurienti interpretazione.
Accanto all’Ottocento francese quello italiano, con Fontanesi e i Macchiaioli Fattori, Lega; poi Segantini, sempre rivalutato da Arcangeli. Del Novecento invece troviamo Klee, Soutine, Permeke, gli italiano Carrà, De Pisis, Morandi.
La mostra si conclude con un panorama dell’Informale che ha caratterizzata la scena internazionale dal secondo dopoguerra agli anni Cinquanta, con le figure di De Kooning, Kline, Dubuffet, Pollock, fino agli italiani Burri e gli ultimi naturalisti Morlotti, Mandelli, Vacchi.
Come Ravenna anche Como sta scoprendo un’inedita vocazione artistica; dopo Mirò e Picasso, ecco una mostra su Magritte, il genio surrealista belga.
A Villa Olmo si potranno vedere 60 dipinti ad olio e numerosi disegni e lettere illustrate (1925-1967), provenienti dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, che presto costituiranno il Museo Magritte di Bruxelles.
In mostra, per la gioia dei visitatori, troviamo le opere più note di Magritte, come L’impero delle luci, La buona fede, La fata ignorante. L’artista riteneva che la pittura fosse una “cosa mentale”, una proposta di riflessioni che doveva prendere forma attraverso il disegno ed i colori, mantenendosi entro i limiti della riproduzione del mondo visibile, la riproduzione di ambienti familiari e quotidiani riprodotti con la massima fedeltà, per provocare una discussione proprio su quegli oggetto dati spesso per scontati..
Punto di partenza è Lo scudiere, opera cubista di Magritte, per giungere successivamente a quadri misteriosi, perchè, proprio lo stesso pittore dichiara “ Io mi sforzo di non dipingere se non immagini che evochino il mistero del mondo. Perché ciò sia possibile, devo cessare d’identificarmi con idée, sentimenti, sensazioni”.
Esempio di ciò può essere la tavola Personaggio che medita sulla follia (1928), un’opera angosciante, probabilmente dipinti sulla rievocazione del suicidio della madre, trovato annegata nel 1912 con la testa avvolta nella camicia da notte.
Nel suo avvicinarsi alle tematiche surrealiste Magritte si dedica alla tecnica del collage, tecnica con cui propone figure estratte dal quotidiano ma inserite in realtà contraddittorie o apparenti, come Supplizio della vestale o Giocatore segreto.
Nell’esposizione comasca viene dato spazio anche al periodo Vache, di tendenza fauviste: tele nate durante la seconda Guerra Mondiale, caratterizzata da colori accesi e con una tecnica che ricorda Renoir. Questi dipinti sono un tentativo di reazione all’occupazione nazista e, come lo stesso autori dice “…ha segnato una svolta nella mia arte…Vivo in un mondo estremamente sgradevole e la mia opera vuole essere una controffensiva…”
Già il mese passato abbiamo dato spazio ad una mostra di Trento Longaretti, lo facciamo anche questa volta non solo come omaggio al grande Maestro, ma anche per far capire ai lettori la vitalità e la giovinezza di questo “bambino” di ormai 90 primavere!
Quest’ultima mostra di Longaretti si tiene a Roma, nel prestigioso museo di Castel Sant’Angelo; in 40 dipinti si ripercorre la carriera e la vita del pittore bergamasco, appuntandosi in particolare sui cicli che hanno contraddistinto l’arte del Maestro: i paesaggi e le nature morte degli esordi, le madri, gli umili, i popoli e il loro dramma umano.
Concludiamo con una mostra fotografica a Milano, presso il museo del Pime. La mostra è dedicate a padre Augusto Colombo, grande missionario e appassionato fotografo, che con i suoi scatti ci fa rivivere il sapore genuino dell’India e l’entusiasmo dei missionari. Quella che padre Colombo ha ritratto è un’India minore, quella esclusa dai percorsi turistici europei. In 50 scatti il missionario presenta la freschezza di un popolo, la carica umana di quella gente e le emozioni che lo hanno colpito.
La qualità di questa operazione è data anche dal fatto che padre Colombo ha fatto tutto da sè, “facevo tutto da me: lo sviluppo, con acidi preparati in casa, come pure la stampa. Dato che non avevo una camera oscura, tutte le operazioni venivano eseguite di notte, mentre la stampa la facevo quando mi capitava di andare in città”.
Ottocento in salotto. Cultura, vita private e affari tra Genova e Napoli
Genova Nervi – Galleria d’Arte moderna
4 marzo 2006 – 4 giugno 2006
Orari: tutti i giorni tranne il lunedì 10.00/19.00
Biglietti: intero 6€, ridotto gruppi 5€, scuole 2,80€
www.gamgenova.it
De Pisis a Ferrara
Ferrara – Palazzo dei Diamanti
12 marzo 2006– 4 giugno 2006
Orari: tutti i giorni 10.00/18.00
Biglietti: intero 5 €, ridotto 4 €, scuola 2 €
www.comune.fe.it
Turner, Monet, Pollock dal Romanticismo all’Informale. Omaggio a Francesco Arcangeli
Ravenna – Museo d’arte
19 marzo 2006 – 23 luglio 2006
Orari: martedì- domenica 9.00/19.00; venerdì 9.00/21.00; chiuso lunedì
Biglietti: intero 8 €, ridotto 6 €, scuola 3 €
René Magritte. L’impero delle luci
Como – Villa Olmo
25 marzo 2006 – 16 luglio 2006
Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.00/20.00; venerdì, sabato e domenica 9.00/22.00; lunedì chiuso
Biglietti: intero 9€, ridotto 5€
www.magrittecomo.it
Trento Longaretti. “In cammino”
Roma – Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo
7 marzo 2006 – 17 aprile 2006
Orari: tutti i giorni 9.00/19.00; chiuso il lunedì
Biglietti: intero 5,16€, ridotto 2,58
India 1952 – 1970. Impressioni di un fotografo
Milano – Museo Popoli e Culture (PIME)
11 marzo 2006 – 1 giugno 2006
Orari: lunedì – sabato 9.00/12.30- 14.00/18.00; domenica e festivi chiuso
Ingresso gratuito