Luci e colori dell’alba
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Più si conoscono gli artisti e più si capisce che tutto è nello sguardo. Certo, poi ti colpiscono le tecniche, i soggetti, i tagli prospettici, le angolazioni più o meno suggestive, ma quello che al fondo ti rimane, quello che in qualche modo li accomuna è un’intensità di sguardo, un saper vedere l’Oltre che permea e dà respiro al reale.
La pittura di Anna L’Altrella colpisce proprio per questo.
Per chi volesse rivivere la suggestione dell’alba, il lento e indefinibile mutare del chiarore delle prime ore del giorno, non deve perdersi questa mostra ospitata allo Spazio Lumera, una sede espositiva ormai nota ai nostri lettori.
Milanese di nascita e ora ligure per “chiamata”, Anna L’Altrella si forma all’Accademia di Brera a metà degli anni ‘80. Le strade della vita la conducono dapprima verso l’insegnamento e poi verso un lavoro d’ufficio, motivo che la costringe a mortificare l’innata passione per la pittura, relegata al dopolavoro.
Ma sotto la cenere dei ritagli di tempo il fuoco della pittura continuava a crepitare, diventando, ad insaputa della stessa pittrice, una brace ardente.
Nel 2006 il cambiamento: la proposta di trasferirsi a Varigotti, uno dei paesi più belli, e ancora un po’ rustici, della riviera di Ponente, per dedicarsi ad un’opera di accoglienza.
“In quei primi tempi - ci confida Anna - vivevo il travaglio del non cedere al richiamo della pittura, che in fondo ritenevo come una distrazione dai compiti che mi venivano affidati e come un rubare tempo all’insegnamento che, arrivando a Varigotti, avevo ripreso. Ma in me piano è rinata la consapevolezza della vocazione alla pittura.”
Il primo disegno in cui Anna ci cimenta è a carboncino: il segno scuro insiste sui contorni delle cose, la composizione è studiata, ma in esso manca la vita.
“Il cedere alla pittura ha coinciso con un cedere alla realtà e a ciò che della realtà più ci colpisce, il colore.”
Da questa lineare, semplice e sorpresa coscienza nasce tutta la pittura di Anna L’Altrella, nascono i suoi “festosi” acquarelli.
Due sono gli indiscussi protagonisti di questi quadri: il mare e il cielo. Lo sguardo di Anna non si stanca mai di osservare, di lasciarsi colpire, di scoprire nel solito nuovi ed originali particolari.
Non c’è nulla di più bello di un’alba sul mare (Immagine 1), dello splendore del cielo nelle prime luci del giorno: è una commozione, è una com-passione quella che si sente sgorgare dai fogli acquarellati della L’Altrella.
La pittrice vive in totale sintonia con ciò che vede e dipinge, tanto che Anna lavora dal vero, en-plein-air come i pittori impressionisti.
Parte da casa quando ancora è buio, carica di tutto il materiale per dipingere. Arriva al posto prescelto e attende paziente il sorgere della luce (Immagine 2). Spesso nel giro di poco il chiarore cambia, le nuvole si illuminano, il mare increspato riflette i toni del cielo, le montagne che scendono alla riva si trasformano in antichi esseri viventi: tutto vibra in questa attesa, tutto è teso nel ringraziamento, nella lode al Creatore per il dono inesauribile del creato. (Immagine 3)
Forse solo alcuni salmi laudativi della Bibbia potrebbero rendere la trepida e sommessa gioia che promana da questi acquarelli.
Se il primo riferimento storico-artistico che nasce spontaneo è quello degli impressionisti francesi, a guardare meglio, la pittura della L’Altrella non ne rivela la bella, anche se fatua “superficialità”. La pittura impressionista è appunto “impressione” momentanea degli occhi, il cogliere la superficie delle cose in quel loro splendore che la luce fa emergere. La pittura di Anna, pur così soave e leggere, ha una sua intrinseca densità. La leggerezza del tocco non smaterializza gli oggetti in un tutto indefinito ed evanescente, no, li condensa nella ricerca dell’essenza stessa delle cose. (Immagine 4)
La pittrice procede quasi per sottrazioni, fino ad arrivare all’essenza del reale, a quel nucleo incandescente di bellezza che ci parla della Bellezza stessa. Lo sguardo di Anna sa ritrovare la Bellezza nella apparente banalità del reale, lo sguardo di chi è innamorato sa cogliere la dimensione di dono che le cose in sé sono. (Immagine 5)
Ecco svelarsi allora un’ulteriore dimensione di questi quadri. Accanto alla festa degli occhi, la pittura di Anna è intensamente drammatica, di una interiore drammaticità (Immagine 6). L’accoglienza del dono, il rendersene conto impegna la vita in una dimensione di dramma, la libertà umana deve decidere se accettare la bellezza che la realtà veicola e che è segno di altra Bellezza o se chiudersi in una presuntuosa capacità artistica. (Immagine 7/8)
Come davanti a quest’alba… così Ti aspettavamo!
Milano - Spazio Lumera (Via Abbondio Sangiorgio, 6)
21 novembre 2007 - 19 dicembre 2007
Orari: lun-mar-giov-ven 16.00-19.30
Sabato 10.30-12.30/16.00-19.30
Ingresso libero.