Mostre settembre 2015
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La ripresa dopo le vacanze ci riserva molte sorprese e un numero incredibile di possibilità per i week-end di settembre.
Cominciamo la nostra lunga carrellata da Aosta. Presso il Centre Saint-Benin è stata allestita una mostra dedicata al genio di Canova. La rassegna presenta al pubblico una selezione di oltre sessanta opere: preziosi gessi, alcuni marmi, acqueforti, dipinti a tempera e olii provenienti dalla Fondazione Canova, che documentano “l’origine del mito” - come giustamente recita il sottotitolo della mostra - dallo schizzo iniziale al bozzetto in terracotta, alla statua in argilla fino al modello in gesso su cui venivano fissati i chiodini (chiamati “repère”), grazie ai quali era possibile trasferire nel marmo le esatte proporzioni dell’opera. Tra le opere esposte ricordiamo l’elegante scultura in gesso Danzatrice con le mani sui fianchi (1812) e il busto in marmo Francesco I d’Austria (1804).
A Milano continuiamo con un altro genio dell’arte: Leonardo. Dopo la grande mostra a Palazzo Reale e all’Acquario Civico, troviamo un’altra interessante rassegna presso il Museo Poldi Pezzoli, dal titolo Sotto il segno di Leonardo. La mostra mette in luce la splendida fioritura dell’arte lombarda avvenuta tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, attraverso il ricco nucleo di dipinti e arti applicate posseduto dal museo, opere di cui verranno svelati lati nascosti e recenti novità scientifiche. Dopo sei anni di riposo conservativo vengono messi in mostra i meravigliosi tessuti rinascimentali in seta e oro tinti con i coloranti più preziosi e gli importanti e rarissimi paliotti realizzati in velluto e ricami, che recano le imprese sforzesche e le insegne di Beatrice d’Este, moglie di Ludovico il Moro. Uno di essi verrà esposto in parte scucito per mostrare – si tratta di una novità assoluta – un raffinato disegno raffigurante il volto del Christus patiens che un misterioso artista, di cui si cercherà di svelare l’identità, ha tracciato sulla seta come guida per i ricamatori. Delle sontuose oreficerie in smalto traslucido sarà finalmente possibile ammirare il tergo normalmente nascosto. È come pittore, però, che Leonardo inciderà sulla scuola artistica milanese e lombarda cambiandone per sempre il corso. Per testimoniare il suo influsso ogni dipinto della scuola leonardesca sarà affiancato da un pannello didattico che presenterà rimandi puntuali ai disegni o ai dipinti del maestro. Dalla magnifica Madonna col Bambino (Madonna della rosa)di Giovanni Antonio Boltraffio, primo allievo di Leonardo a Milano, risalente al 1487 circa, alla misteriosa Madonna che allatta il Bambino, che riflette puntualmente le invenzioni della Madonna Litta conservata all’Ermitage di San Pietroburgo, a lungo attribuita allo stesso Leonardo, alla Madonna con il Bambino di Giampietrino che reca sul retro la raffigurazione di un solido geometrico affascinante e complesso, l’Icosidodecaedro regolare che testimonia l’interesse per gli studi matematici e geometrici sviluppatosi nella cerchia leonardesca su impulso diretto del maestro.
Trasferiamoci ora a Mantova per due mostre. La prima è allestita al Museo Diocesano. Oltre un anno di lavoro per la scelta dei preziosi pezzi, databili dal ’500 al ’700, e circa cento opere in mostra di cui una sessantina formata da soli dipinti; e poi ancora genealogie gonzaghesche, armi, monete e oggetti del quotidiano in gran parte sconosciute al pubblico. Nelle sale poi saranno esposte anche ceramiche, vasellame, armi e tutto quello che è riconducibile documentariamente ai Gonzaga. La mostra si snoderà attraverso un percorso in nove sezioni dove saranno presentati i Gonzaga dominanti, le donne, gli ecclesiastici, i rami cadetti ma anche esemplari di medaglie e ceramiche. E’ anche presente una collezione di diciannove ritratti dei Gonzaga più uno che ne illustra la sequenza con frasi in latino, probabilmente, commissionate negli anni da una grande famiglia perché i quadri non sono coevi.
La seconda rassegna, lontana da questa per tempo e tema si trova a Palazzo Te. La mostra, Guardando all’URSS. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato, riconduce il visitatore agli anni della frontale contrapposizione politica tra comunisti e democristiani, quelli di don Camillo e Peppone, di Dio ti vede e Stalin no! Gli anni in cui per metà degli italiani l’URSS era il mito, il paradiso della giustizia sociale e il demonio per l’altra metà. Gli anni in cui grandi intellettuali italiani (Levi, Calvino, Moravia tra i tanti) compivano il loro pellegrinaggio laico a Mosca. Gli anni in cui lunghe code si formavano all’Ermitage per ammirare Guttuso. Al centro di questa proposta inedita è infatti la riflessione sull’immagine mitica dell’URSS nell’Italia del secondo dopoguerra e sul ruolo assunto dall’iconografia realista nella sua diffusione e veicolazione. La mostra si arricchisce di molteplici testimonianze che vogliono segnalare la complessità di un contesto e la pluralità di linguaggi: i racconti e i resoconti di viaggio, le campagne fotografiche, i film e i documentari dedicati all’URSS, presentati in un’ottica critica che non vuole definire un’immagine univoca del realismo socialista nello sguardo italiano, ma ricostruire le sfaccettature assunte dalla cultura di un Paese negli occhi di un altro.
La nostra prossima tappa è Venezia per una commuovente mostra sulla Prima Guerra Mondiale: La memoria della Grande Guerra nelle lettere dal fronte dei figli della Pietà (1915-1918) . Ogni soldato ha contribuito con il proprio apporto a creare la memoria collettiva della Grande Guerra. La mostra intende ricostruire, attraverso lettere e biografie, l’esperienza al fronte di quei soldati che erano stati accolti, fin da neonati, dall’Istituto della Pietà di Venezia e dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, antichi brefotrofi che fornivano assistenza ai bambini esposti. Durante il periodo bellico nascono anche sinergie dettate da "patriottica solidarietà", come la collaborazione con l'Istituto degli Innocenti che ospitò, dal novembre 1917, tutto il personale e gli assistiti della Pietà, sfollati a causa dei frequenti bombardamenti. Le fotografie di Tomaso Filippi, conservate dall’IRE, restituiscono la vivida immagine di Venezia come una città in guerra che si organizza per allestire ospedali militari e per difendere i principali monumenti.
Andiamo a Illegio (Ud), già noto per importanti mostre a carattere spirituale, biblico e religioso. Il tema affrontato quest’anno è sulla figura femminile: ‘L’ultima Creatura. L’Idea Divina del Femminile’. Si tratta un evento culturale fondato su un’indagine teologica sulla donna, ripercorrendo i testi della Sacra Scrittura, su un’ampia ricerca iconografica nella storia dell’arte, che vuole rendere testimonianza alla presenza notevole del tema del femminile biblico e alla sua recezione nel corso della storia culturale occidentale. Dodici donne sono protagoniste della mostra – Eva, Hagar, Rebecca, Rachele, Tamar, Miriam, Dalila, Giuditta, Giaele, Ester, Susanna, la stessa divina Sapienza – che raccoglie quaranta opere di alto pregio artistico e di rilievo internazionale (trenta i prestatori, tra musei e altre istituzioni), tutte pitture e sculture dal XV al XX secolo.
Inoltriamoci ora in Emilia, a Modena per una piccola mostra di un autore contemporaneo, già noto ai nostri lettori, Velasco Vitali (1960) con “Fuga”. L'artista lombardo presenta le sue opere attraverso un percorso labirintico in cui lo sguardo e l'itinerario dello spettatore vengono 'direzionati' in un viaggio all'interno della galleria che conduce a scoprire, e riscoprire nel tragitto inverso, le opere inedite che Velasco Vitali ha realizzato nell’ultimo anno e che delineano un’“evasione” attraverso pittura e scultura. Un ossimoro: un labirinto attraverso cui poter evadere. Nell’ampio spazio della galleria, pensato dall’artista come un labirinto, si vogliono porre delle domande e riflessioni a chi lo percorre. Lo spazio espositivo si articola in 5 sale, 5 capitoli, e Ogni stanza della mostra è uno spazio che accoglie differenti palcoscenici affettivi’, esempi visivi di momenti di transizione della consapevolezza pittorica dell’artista.
In occasione del centenario della nascita di Alberto Burri (1915-1995), Città di Castello (Pg) organizza una serie di eventi tra cui la mostra Alberto Burri e Luca Signorelli. La Giornata di studi e la Mostra storico-documentaria hanno come tema principale il rapporto tra i due artisti, le opere di Luca Signorelli e aiuti presenti nell'Oratorio di San Crescentino, il loro restauro e l'opera di Alberto Burri. Burri era particolarmente vicino all'arte rinascimentale e agli artisti che avevano operato nel territorio umbro-toscano tra i quali in particolar modo, oltre Piero della Francesca e Raffaello, Luca Signorelli. Nel 1973 egli promuove il restauro dell'Oratorio di San Crescentino e il recupero del ciclo di affreschi signorelliani devolvendo prima l'intero importo del Premio Feltrinelli per la Grafica, assegnatogli dall'Accademia dei Lincei, poi destinando a questo monumento anche parte dei proventi della cessione di sue opere per il recupero di beni storici.
La nostra tappa successiva è Firenze dove presentiamo ben tre mostre.
Presso le Gallerie dell’Accademia è stata allestita una bellissima mostra dedicata all’iconografia francescana. La mostra si propone di documentare ai massimi livelli qualitativi la produzione artistica di diretta matrice francescana (pittura, scultura, arti suntuarie) dal Duecento al Quattrocento e, nel contempo, di porre in evidenza la straordinaria attività evangelizzatrice dei francescani in Asia, dalla Terra Santa alla Cina, rievocandola anche con oggetti di eccezionale importanza storica e incomparabile suggestione. Tra questi, il corno ritenuto tradizionalmente quello donato al Santo dal Sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil nel 1219 a Damietta (Egitto) in occasione del loro incontro e conservato in Assisi nella Cappella delle reliquie della basilica di San Francesco.
Occorre sottolineare che i capolavori d’arte sono presentati in mostra non soltanto dal punto di vista della loro iconografia francescana, ma in primo luogo per il fatto di essere il frutto della committenza dei frati francescani, per il tramite delle loro più prestigiose fondazioni chiesastiche e conventuali, nonché per opera di privati cittadini particolarmente devoti del Serafico e dei suoi più diretti seguaci, quali ad esempio, Santa Chiara, San Bonaventura, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino.
La seconda rassegna si trova agli Uffizi ed è dedicata a Piero di Cosimo (1462-1522). Pittore “fiorentino” eccentrico fra Rinascimento e Maniera. La mostra fiorentina ricostruisce il percorso artistico di Piero di Cosimo, a partire dalla formazione nella bottega di Cosimo Rosselli – maestro dal quale derivò fra l’altro il nome con cui divenne noto – seppure il suo vero nome fosse Piero di Lorenzo. Gli incontri determinanti con l’arte di Leonardo da Vinci e dei pittori fiamminghi, stimolarono nel maestro la capacità di osservare la natura e la realtà circostante con incantata meraviglia, trasportandone di volta in volta frammenti nei dipinti di soggetto sacro, dove si arricchiscono di significati simbolici. Le opere di Piero di Cosimo ci introducono infatti anche al mondo colto e raffinato dei suoi committenti, i Del Pugliese, gli Strozzi, i Vespucci, che commissionarono cicli pittorici di tema mitologico per le loro dimore, nei quali il pittore raggiunge i vertici più alti nell’abilità narrativa, nella ricchezza dei dettagli, nella varietà di figure, costumi, scenari che fanno appena intuire quale dovesse essere la meraviglia degli apparati per sfilate e delle scenografie ideati dal maestro e descritti nella sua vita da Giorgio Vasari.
Da ultimo al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti una straordinaria mostra su oggettivi d’oreficeria in lapislazzulo. Le ‘stanze del Tesoro’ del Museo degli Argenti custodiscono una straordinaria raccolta di vasi intagliati in lapislazzuli, dalle mirabolanti forme ispirate dagli artisti del Manierismo fiorentino. E’ una collezione unica al mondo, iniziata da Cosimo I de’ Medici alla metà del Cinquecento e accresciuta soprattutto per volontà di Francesco I nei laboratori del Casino di San Marco e proseguita, alla sua morte, dal fratello Ferdinando, cardinale della Chiesa romana, che gli succedette nella carica di granduca di Toscana. La rara e preziosa pietra blu, che sembrava racchiudere in sé vene d’oro e che evocava sia il mare spumeggiante che la volta stellata di un cielo notturno, veniva dal lontano Oriente. Era estratta dalle cave di Sar–e–Sang, tra le montagne del Badakhshan (odierno Afghanistan), l’unico giacimento noto nell’antichità, visitato anche da Marco Polo nel XIII secolo ed era assurta a simbolo di ricchezza, insieme all’oro, all’argento e agli altri metalli preziosi, già nella letteratura sumerica, dove – si parla del poema Enmerkar e il signore di Aratta – si intreccia con le prime proposte di scambi commerciali tra le granaglie di Uruk e le pietre dure di Aratta nell’altopiano iranico. In quattro ricche sezioni è presentato l’inestimabile tesoro dei Granduchi, incrementato soprattutto in epoca manieristica e barocca, con l’inserimento di altri materiali preziosi nei diversi manufatti.
Arriviamo ora a Roma per due mostre. La prima archeologica presso i Musei Capitolini, dal titolo L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.) . La mostra si sofferma sui profondi cambiamenti che segnarono il III secolo d.C., secolo ritenuto tradizionalmente di “crisi” dell’impero, ma in realtà contenente in nuce alcuni dei germogli più fecondi destinati a mutare per sempre le età successive e ad aprire le porte verso la società tardo-antica. Il titolo della mostra trae spunto da un’opera di Eric Dodds intitolata “Pagani e cristiani in un’epoca di angoscia” , edita nel 1965, dedicata nello specifico proprio al III secolo d.C. Dodds era amico del poeta anglo-americano W.H. Auden, che nel ‘47 aveva pubblicato The Age of Anxiety, poema capace di mettere in luce il vuoto dell’esistenza nel periodo della seconda mondiale, caratterizzato dalla conversione o ritorno al Cristianesimo e dalla volontà di aderire a un credo religioso, da un «salto nella fede». La mostra racconta la diffusa crisi spirituale e religiosa che in un clima di ansia generalizzata portò a un abbandono delle religioni tradizionali e all'adesione sempre più massiccia al culto di divinità provenienti dall'Oriente: Iside, Cibele, Mithra, Sabazio. Oltre a loro, naturalmente, Cristo. L’ansia derivava da alcuni problemi concreti e materiali: guerre civili, crisi finanziarie ed economiche, carestie, epidemie (come quelle nel corso dei principati di Marco Aurelio e Gallieno) e la perenne pressione dei barbari ai confini. Ad astrologi, indovini ed oracoli gli uomini e le donne del tempo ripetevano frequentemente le stesse domande: “mi ridurrò a mendicare?”, “avrò il mio salario?”, “sarò venduto schiavo?”. La speranza di un futuro più sicuro era talmente diffusa e pressante da alimentare in chiunque quella che gli storici dell'antichità chiamano un'aspettativa di salvezza, legata in primo luogo alla figura dell'imperatore, in teoria garante della giustizia, della sicurezza militare dell'impero e anche suprema autorità religiosa. Il collasso dei sistemi di riferimento sociali ed economici hanno sempre avuto come effetto principale quello di compromettere la quotidianità della vita delle persone, che in modo progressivo e rapido, si trovano ad affrontare l’angoscia del reale.
La seconda rassegna, presso le Scuderie del Quirinale, presenta Arte della civiltà Islamica. La collezione al- Sabah del Kuwait. Da ormai quaranta anni Sheikh Nasser Sabah al-Ahmad al-Sabah e Sheikha Hussah Sabah al-Salim al-Sabah, raccolgono opere d'arte islamiche e del Medio Oriente pre-islamico. La loro collezione, stimabile in circa 35.000 oggetti, è certamente una delle più importanti al mondo, non solo per ampiezza, ma anche per qualità e originalità delle opere. In occasione della Festa Nazionale del Kuwait il 23 febbraio 1983 la Collezione venne offerta in prestito permanente al Museo Nazionale del Kuwait dove rimase fino alle tragiche vicende dell'invasione irachena dell'agosto 1990. Dalla razzia allora operata si salvarono un centinaio di oggetti, il nucleo della mostra "Arte Islamica e Mecenatismo", protagonista in seguito di un tour che ha toccato oltre venti fra i musei più importanti del mondo (giunse anche in Italia, a Firenze nel 1994). Le altre opere, in seguito quasi integralmente recuperate a Baghdad, sono poi tornate in Kuwait e costituiscono una delle raccolte medio orientali più complete e prestigiose al mondo.
Da ultimo arriviamo in Sicilia, a Scoglitti (Rg) per una rassegna archeologica dedicata ai Naufragi. La mostra verte attorno ad un eccezionale sarcofago. Il sarcofago, già nella collezione Borghese a Roma, fu acquistato nel 1895 dalla Glyptotek e fu trasferito a Copenaghen. Ritorna in Italia per la prima volta dopo 120 anni. Il tema del naufragio rappresentato nella scena figurata della fronte del sarcofago, ripreso dall’esposizione dei reperti recuperati in due relitti camarinesi è il filo conduttore intrigante e drammatico, della mostra. In questa esposizione si raccontano e si intrecciano storie anonime di uomini e cose che viaggiavano sulle rotte del Mediterraneo fra la fine del terzo e gli inizi del quarto secolo d.C. Anfore per il trasporto di derrate, ceramiche da mensa, oggetti della vita quotidiana dei marinai a bordo si coniugano con le immagini realistiche riproposte nel sarcofago di un uomo caduto in mare, fra le navi da carico, in un porto con un faro. Uomini e cose sono riproposti nella mostra in un rigoroso contesto storico così che fagocitano la riflessione storica e l’attenzione del pubblico per i temi dell’approvvigionamento delle derrate e del commercio nel mondo romano nel periodo della Tetrarchia, fra Diocleziano e Costantino. Emerge così con evidenza nell’ambito della storia economica della tardoantichità il ruolo produttivo dell’Africa per le province centro-orientali dell’Impero.
Antonio Canova. All’origine del mito
Aosta – Centre Saint-Benin (Rue Festaz 27)
13 giugno 2015 – 11 ottobre 2015
Orari: martedì- domenica 10.00-13.00/14.00-18.00, chiuso lunedì
Biglietti:6€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.regione.vda.it
Sotto il segno di Leonardo
Milano – Poldi Pezzoli
14 maggio 2015 – 28 settembre 2015
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00, chiuso martedì
Biglietti: 10€ intero, 7€ ridotto
Informazioni: www.museopoldipezzoli.it
Gonzaga, i volti della storia
Mantova – Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”
12 aprile 2015 -20 settembre 2015
Orari: mercoledì- domenica 9.30 – 12.00/ 15.00- 17.30, lunedì e martedì aperto solo a gruppi prenotati.
Biglietti: 6€
Informazioni: www.museodiocesanomantova.it
Guardando all’URSS. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato
Mantova – Fruttiere Palazzo Te
30 maggio 2015- 4 ottobre 2015
Orari: lunedì 13.00-18.00; da martedì a domenica 9.00-18.00
Biglietti: 6€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.centropalazzote.it
Finora mi trovo sano e salvo. La memoria della Grande Guerra nelle lettere al fronte dei figli della Pietà (1915-1918)
Venezia – Chiesa della Pietà
28 aprile 2015 – 27 settembre 2015
Orari: mostra aperta su prenotazione (0415222171 interno 201)
Biglietti: 7€
Informazioni: www.pietavenezia.org
L’Ultima Creatura. L’idea divina del femminile
Illegio, Tolmezzo (Ud) – Casa delle Esposizioni
17 maggio 2015 -4 ottobre 2015
Orari: martedì - sabato 10.00- 19-00 - domenica 9.30 - 19.30, chiuso lunedì
Biglietti: 10€ intero, 5€ ridotto
Velasco Vitali. Fuga
Modena – Galleria Mazzoli (Via Nazario Sauro 62)
29 giugno 2015 – 19 settembre 2015
Orari: lunedì – sabato 10.00-13.00/16.00-19.00
Informazioni: www.velascovitali.com ; www.galleriamazzoli.it
Ingresso libero
Alberto Burri e Luca Signorelli
Città di Castello (Pg) -Oratorio di San Crescentino
30 maggio 2015 – 4 ottobre 2015
Orari: lunedì - sabato 9.30-13.00 / 14.30-18.00, domenica 10.30-12.30 / 15.00-18.00
Informazioni: www.burricentenario.com , www.fondazioneburri.org
L’arte di Francesco. Capolavori d’arte italiana e terre d’Asia dal XIII al XV secolo
Firenze – Gallerie dell’Accademia
31 marzo 2015-11 ottobre 2015
Orari: martedì – domenica 8.15 -18.50, chiuso lunedì
Biglietti: 12,50€ intero, 6,25€ ridotto
Informazioni: www.unannoadarte.it
Piero di Cosimo (1462-1522). Pittore “fiorentino” eccentrico fra Rinascimento e Maniera
Firenze – Galleria degli Uffizi
23 giugno 2015 -27 settembre 2015
Orari: martedì 8.15-22.00, mercoledì – domenica ore 8.15 – 18.50. chiuso lunedì
Biglietti: 12,50€ intero, 6,25€ ridotto
Informazioni: www.unannoadarte.it
Lapislazzuli. Magia del blu
Firenze – Palazzo Pitti (Museo degli Argenti)
9 giugno 2015 -11 ottobre 2015
Orari: tutti i giorni 8.15 – 18.30
Biglietti: 10€ intero, 5€ ridotto
Informazioni: www.unannoadarte.it
L’età dell’angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 dC)
Roma – Musei Capitolini
20 gennaio 2015 – 4 ottobre 2015
Orari: tutti giorni 9.30-19.30
Biglietti: 15€ intero, 13€ ridotto
Informazioni: www.museicapitolini.org
Arte della civiltà Islamica. La collezione al- Sabah, Kuwait
Roma – Scuderie del Quirinale
25 luglio 2015 - 20 settembre 2015
Orari: domenica - venerdì 12.00- 20.00, sabato 12.00- 23.00
Biglietti: 8€ intero, 6€ ridotto
Informazioni: www.scuderiequirinale.it
Naufragi
Vittoria, Località Scoglitti (Rg) – Museo archeologico regionale di Camarina
29 dicembre 2015 – 30 settembre 2015
Orari: giorni feriali 9.00-18.00; festivi 9.00-13.00
Biglietti: 4€
Informazioni: www.mostranaufragi.it