Mostre Dicembre 2016
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La selezione di mostre che proponiamo per dicembre verte in gran parte su autori poco noti dell’arte tra Ottocento e Novecento, una bella occasione quindi per allargare interessi e conoscenze.
Cominciamo da Torino, dalla sede espositiva della Fondazione Accorsi-Ometto per una mostra dedicata a Carlo Pittara e la scuola di Rivara. Il percorso della mostra presenta 69 opere di dodici artisti: paesaggi agresti, talvolta animati da figure e scene dal sapore narrativo, dipinti, spesso en plein air, con tocchi leggeri ispirati agli effetti di luce di Corot e al naturalismo romantico della Scuola di Barbizon. Sviluppatosi tra il 1870 e il 1873, il cenacolo di Rivara fu guardato con interesse dal macchiaiolo Telemaco Signorini, che ammirò in particolare le opere di Ernesto Rayper, di cui figurano sette tele ambientate tra la campagna piemontese e quella ligure. Una trentina, invece, i dipinti di Carlo Pittara, che grazie ai soggiorni a Roma e Parigi passò dal pungente verismo di pascoli e bestiami alla vibrante policromia degli abiti delle dame francesi. Con la campagna piemontese si confrontò anche lo spagnolo Serafin De Avendano, le cui cangianti atmosfere evocate da corsi d’acqua fanno sfoggio delle sue abilità pre-impressioniste. Di rara poesia le opere di Alberto Issel, capace di raffigurare la spensierata giovinezza di una pastorella che corre in un pendio o l’affaticamento di un’anziana fascinaia al crepuscolo sulla strada di casa. Lontani dagli accademismi anche le campagne romane di Vittorio Avondo, gli scorci di villaggi laboriosi di Ernesto Bertea, gli interni eleganti e signorili di Giovanni Battista Carpanetto e i lavori di Alfredo d’Andrade, Adolfo Dalbesio, Francesco Romero, Federico Pastoris di Casalrosso e Antenore Soldi che completano la mostra.
Eccoci ora a Milano, presso la Galleria Bottegantica specializzata in autori dell’Ottocento. Infatti la mostra che intendiamo presentare è dedicata ad Antonio Mancini (1852-1930), uno tra i più significativi e singolari artisti dell’Ottocento italiano, talento precoce che fece esclamare al pittore americano John Singer Sargent “Ho conosciuto in Italia il maggior pittore vivente”. L’esposizione presenta una selezione di 40 opere di Mancini, provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed europee, molte delle quali mai presentante al grande pubblico, che ripercorrono le tappe salienti della sua carriera, dagli esordi napoletani al periodo romano, dai soggiorni a Parigi, Londra e Dublino fino agli anni di Frascati. La rassegna analizza inoltre i grandi temi affrontati da Mancini nel corso del suo iter creativo. Questi comprendono non solo i penetranti e noti ritratti di artisti circensi, musicisti di strada e poveri bimbi incontrati nei vicoli di Napoli, ma anche la ritrattistica ufficiale eseguita dietro commissione di alcuni dei più illustri esponenti della società internazionale del tempo, come pure i suoi intimi autoritratti che riflettono sia la giovanile agitazione interiore sia la serenità d’animo raggiunta nella tarda maturità. Colorista geniale, Mancini è noto per i suoi audaci e innovativi metodi di pittura, caratterizzati da un impasto insolitamente spesso, che, soprattutto nella fase matura della sua attività, prevede addirittura l’inclusione di vetro, lana, madreperla e altri materiali liberamente disposti lungo la superficie pittorica.
Sempre a Milano una mostra natalizia presso il museo di San Fedele dal titolo Cristo luce del mondo. Si tratta di tre dipinti raffiguranti la Natività di Giovan Battista Gaulli detto Baciccio, Pietro Della Vecchia e Paolo de Matteis. Tre pittori barocchi, così come tipicamente barocche sono le tre tele: il piccolo Gesù luminescente sulla paglia, proprio ad indicare Gesù luce del mondo, la silente contemplazione di Maria e Giuseppe, l’estatica meraviglia dei pastori. Una piccola ma interessante mostra per riflettere sul mistero del Natale.
Le nostre proposte continuano con una interessante mostra a Venezia presso la Fondazione Cini dal titolo Mindful Hands. I capolavori miniati della Fondazione Giorgio Cini Viene esposta per la prima volta dopo oltre 35 anni più della metà di una delle collezioni più importanti e preziose custodite dalla Fondazione Cini: la raccolta di 236 miniature acquisita dal conte Vittorio Cini tra il 1939 e il 1940 dalla Libreria Antiquaria Hoepli di Milano e donata alla Fondazione nel 1962. In mostra il pubblico si può ammirare una selezione di oltre 120 delle miniature più significative e importanti della collezione, e un nucleo scelto di pregevoli codici miniati. La collezione di miniature di Vittorio Cini rappresenta una delle più importanti raccolte al mondo di questo genere, formata da pagine e iniziali miniate ritagliate, per lo più provenienti da libri liturgici (graduali e antifonari), paragonabile sia per tipologia che per qualità a collezioni come la Wildenstein custodita al Musée Marmottan di Parigi o quella di Robert Owen Lehman Senior, fino a pochi anni depositata al Metropolitan Museum di New York. La collezione Cini è rappresentativa delle principali scuole italiane di miniatura e raccoglie le creazioni di alcuni dei più importanti miniatori attivi tra XII e XVI secolo.
Presso la Fondazione Fotografia di Modena segnaliamo due rassegne fotografiche appunto: la prima Lying in Between. Hellas 206, vede coinvolti sette fotografi italiani - Antonio Biasiucci, inviato a Chios, Antonio Fortugno, a Kos, Angelo Iannone, a Samos, Filippo Luini e Francesco Mammarella, a Aghatonisi, Kalimnos, Pserimos e Simi, Simone Mizzotti, a Idomeni, e Francesco Radino, a Lesbos -nove destinazioni differenti sparse tra isole e continente greco, un unico obiettivo: documentare le condizioni di vita nel paese nel pieno dell’emergenza umanitaria e all’indomani della crisi economica. I luoghi prescelti, mete turistiche per eccellenza, sono oggi emblema dell’ampio divario esistente fra un mondo, quello occidentale, attento a preservare le proprie certezze, e ‘l’altro’ a noi confinante, quello mediorientale, lacerato da guerre civili e di religione. I fotografi impegnati nella missione hanno potuto calarsi completamente in questo contesto, dapprima documentando la loro esperienza in tempo reale, attraverso una cronaca fotografica quotidiana, condivisa attraverso i canali web e social di Fondazione Fotografia; successivamente, al rientro in Italia, ciascuno ha rielaborato il materiale raccolto da una prospettiva personale e secondo la propria cifra stilistica, compiendo un’analisi più lenta e ponderata che ha dato luogo alle opere finali esposte in mostra.
La seconda mostra, la prima monografica, è dedicata a Robert Rive, fotografo di origini tedesche che ha immortalato le più famose città e gli scorci più suggestivi del Bel Paese nella seconda metà dell’Ottocento. Le opere selezionate provengono da diversi album originali realizzati dal fotografo del suo atelier di Napoli – attivo dal 1850 al 1895 – conservati oggi negli archivi storici di Fondazione Fotografia. Sarà integralmente visibile, grazie ad un allestimento suggestivo, un album totalmente inedito di grande formato, ‘Photographies d’Italie par R. Rive, Naples’, contenente 147 preziose vedute all’albumina delle località più frequentate dai turisti del Grand Tour: da Genova a Torino, Milano e Venezia, fino a Taormina e Palermo. Un secondo album di 49 fotografie dedicato a Napoli, alle città della Costiera, Capri e Pompei e alcune fotografie di Roma completano la visione dell’Italia di questo autore ancora poco conosciuto.
La prossima tappa è Bologna presso il Museo Morandi per una mostra monografica su Ennio Morlotti. Il Museo Morandi prosegue il percorso di valorizzazione della propria collezione attraverso una programmazione di mostre temporanee che accostano l'attività di Giorgio Morandi all'opera di altri importanti artisti: oggi Ennio Morlotti. In una delle sale espositive, infatti, si può ammirare un'ampia selezione di dipinti e di pastelli dell'artista lombardo, uno dei più amati dal collezionista Giuseppe Merlini. La notevole qualità dei dipinti e dei pastelli di Morlotti in mostra consente di ripercorrere tutti i momenti salienti dell'attività dell'artista, a partire dagli esordi sulla scena milanese dei primi anni Quaranta, documentati in particolare da una rara Natura morta ascrivibile al 1942: un tempo in cui, da precoce protagonista del vivace ambiente artistico cittadino, Morlotti individua appunto in Morandi un riferimento e un modello. Attraverso le opere esposte si seguirà l'evoluzione di Morlotti, che rielabora e assorbe gradualmente la pittura di Morandi entro uno stile proprio e autonomo.
Ferrara dedica, a 500 anni dalla composizione dell’Orlando furioso, una mostra a Ludovico Ariosto. Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi? Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano? Quali opere d’arte furono le muse del suo immaginario? A queste domande vuole dare una risposta la mostra organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte per celebrare i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando furioso. Concepito nella Ferrara estense e stampato in città nel 1516, il poema è uno dei capolavori assoluti letteratura occidentale che da subito parlò al cuore dei lettori italiani ed europei. Più che una ricostruzione documentaria, l’esposizione vuole essere un’ importante rassegna d’arte vera e propria: una straordinaria narrazione per immagini che conduce il visitatore in un viaggio appassionante nell’universo ariostesco, tra battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi. I capolavori dei più grandi artisti del periodo – da Giovanni Bellini a Mantegna, da Dosso Dossi a Raffaello, da Leonardo a Michelangelo e Tiziano – oltre a sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità, faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il libro e raccontando sogni, desideri e fantasie di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui Ariosto fu cantore sensibilissimo.
A Loreto (Ancona), presso il Museo della Santa Casa è stata allestita una mostra dal titolo La Maddalena, tra peccato e penitenza. 50 opere dal Duecento ad oggi per raccontare la vita e la santità di Maria Maddalena. Troviamo l’elegante e provocante donna nella tavola di Montefiore dell’Aso di Carlo Crivelli, estatica nel quadro di Giulio Cagnacci, dolente nella terracotta di Guido Mazzoni, incredibile nelle opere di Simone Martini, Parma il giovane, Orazio Gentileschi, Mattia Preti, Luca Giordano e Antonio Canova. Nei Vangeli canonici la Maddalena è una devota che segue e sostiene Gesù, l’apostola degli apostoli. L’iconografia prevalente infatti vuole la Maddalena peccatrice: spesso la sua figura è stata inglobata nel personaggio di altre figure di donna dei Vangeli apocrifi, più intriganti per i pittori.
Arriviamo a Firenze per ben due mostre. La prima a Palazzo Pitti dal titolo Tempo Reale e tempo della realtà. Gli orologi di Palazzo Pitti dal XVII al XIX secolo. Una significativa selezione di ottanta orologi degli oltre duecento, patrimonio di Palazzo Pitti. Singolari oggetti d’arte testimoni del trascorrere dei giorni di coloro che vissero nella reggia fiorentina tra XVIII e XIX secolo. La scelta degli esemplari permetterà di apprezzare, sotto le diverse forme di realizzazione, una straordinaria qualità, sia dal punto di vista tecnico scientifico che da quello prettamente artistico. Singolari strumenti composti di due anime: il meccanismo, spesso sofisticato e complesso, e la cassa che, nata per proteggere il delicato contenuto, si è andato trasformando in vero oggetto d’arte, dotato di un valore proprio. La mostra Tempo Reale e tempo della realtà è nata dal desiderio di richiamare per la prima volta l’attenzione del pubblico sull’importante collezione di orologi conservata nei prestigiosi ambienti di Palazzo Pitti, attraverso una significativa scelta di tali oggetti d’arte (circa sessanta orologi selezionati da un patrimonio totale di oltre 200 esemplari, la maggior parte storicamente legati al Palazzo oppure acquisiti in seguito a donazioni per le collezioni museali), selezionati in base alla forma e destinazione d’uso ed ambientati in una suggestiva scenografia di arredi e dipinti coevi.
La seconda mostra è dedicata ad un pittore del Novecento, Ardengo Soffici. La donazione di un autoritratto di Ardengo Soffici, da parte degli eredi del grande artista ed intellettuale toscano, agli Uffizi (Ardengo Soffici, Autoritratto, 1949, Firenze, Galleria degli Uffizi), ha stimolato l’idea di una mostra su questa figura di pittore, scrittore, polemista e critico d’arte, puntando l’attenzione in particolare sugli anni che lo videro assumere un ruolo di assoluto protagonista nell’aggiornamento della cultura figurativa italiana. E’ infatti da tempo riconosciuto che gli scritti di Soffici pubblicati tra il primo e il secondo decennio del Novecento e le iniziative culturali da lui sostenute e organizzate (come la Prima Mostra italiana dell’Impressionismo allestita a Firenze nel 1910) costituirono un momento decisivo per lo svecchiamento e il rinnovamento dell’arte in Italia.
Questa mostra su Soffici ha trovato una guida nel suo libro memorabile Scoperte e massacri. Scritti sull’arte, edito a Firenze da Attilio Vallecchi nel marzo del 1919, che raccoglie una scelta dei testi storico artistici pubblicati, per lo più su “La Voce”, a partire dal 1908. Alla data cruciale del 1919, appena conclusa la Grande Guerra, Scoperte e massacri si presenta come un vero e proprio spartiacque tra due epoche: quella delle avanguardie europee e quella del “ritorno all’ordine”.
Ultima tappa del nostro viaggio è a Roma, presso il Museo Napoleonico per una mostra dedicata ai micromosaici romani. Tecnica tipicamente romana, il micromosaico raggiunse il suo apice tra la fine del XVIII e la metà del secolo seguente, quando in città operavano decine di botteghe specializzate, la cui produzione era in massima parte destinata ai viaggiatori stranieri del Grand Tour. Presso questi studi d’arte e negozi di belle arti, per lo più situati tra piazza del Popolo e Piazza di Spagna, operavano numerosissimi artigiani, spesso sotto la guida di maestri affermati, come Giacomo Raffaelli (cui Moroni attribuiva l’invenzione del micromosaico), Antonio Aguatti, Clemente Ciuli, Luigi Moglia, Gioacchino e Michelangelo Barberi, forse parenti fra loro, Guglielmo Chibel.In mostra circa cento oggetti – tra quadri, tavoli, tabacchiere, placchette, gioielli e fermacarte – che mostreranno l’evoluzione del mosaico minuto attraverso le tematiche più diffuse: vedute romane, paesaggi del Grand Tour, nature morte, raffigurazioni di animali. Nucleo dell’esposizione è una selezione di opere provenienti dalla collezione Ars Antiqua Savelli di Roma, una delle più importanti in ambito internazionale dedicate a questo peculiare genere artistico, frutto di oltre quarant’anni di acquisizioni e ricerche.
Carlo Pittara e la scuola di Rivara
Torino- Fondazione Accorsi – Ometto
22 settembre 2016 - 15 gennaio 2017
Orari: martedì- venerdì 10.00-13.00/14.00-18.00; sabato-domenica 10.00-13.00/14.00-18.00, chiuso il lunedì
Biglietti: 10€ intero, 8€ ridotto
Informazioni: www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Antonio Mancini. Genio ribelle
Milano – Galleria Bottegantica (Via Manzoni 45)
21 ottobre 2016 – 18 dicembre 2016
Orari: martedì – domenica 10.00-13.00/15.00-19.00, chiuso il lunedì
Informazioni: www.bottegantica.com
Ingresso libero
Cristo luce del mondo
Milano – Museo San Fedele
1 dicembre 2016 – 23 dicembre 2016
Orari: mercoledì, giovedì, venerdì 14.00-18.00; sabato 10.00-18.00; domenica 14.00-18.00.
Biglietti: 2€
Informazioni: www.sanfedeleartefede.it
Mindful Hands. I capolavori miniati della Fondazione Giorgio Cini
Venezia – Fondazione Giorgio Cini
17 settembre 2016 – 8 gennaio 2017
Orari: tutti i giorni 11.00-19.00, chiuso il mercoledì
Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto
Informazioni: www.cini.it
Lying in Between. Hellas 206
Robert Rive. Photographies d’Italie
Modena – Foro Boario
15 settembre 2016 – 8 gennaio 2017
Orari: mercoledì-giovedì-venerdì 15.00-19.00; sabato-domenica 11.00-19.00; chiuso il lunedì e il martedì
Informazioni: www.fondazionefotografia.org
Ingresso libero
Ennio Morlotti. Dalla collezione Merlini al Museo Morandi
Bologna – Museo Morandi
18 novembre 2016 – 8 gennaio 2017
Orari: martedì - domenica 10.00 - 19.00; chiuso il lunedì
Biglietti: 6€ intero, 4€ ridotto
Informazioni: www.manbo-bologna.org
Orlando Furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi
Ferrara – Palazzo dei Diamanti
24 settembre 2016 – 8 gennaio 2016
Orari: tutti i giorni 9.00-19.00
Biglietti: 13€ intero, 11€ ridotto
Informazioni: www.palazzodiamanti.it
La Maddalena, tra peccato e penitenza
Loreto (An) – Museo – Antico Tesoro della Santa Casa
4 settembre 2016 - 8 gennaio 2017
Orari: lunedì-venerdì 10.00-13.30/15.00-18.00; sabato – domenica 10.00-13.30/15.00/19.00
Biglietti: 8€ intero, 6€ ridotto
Informazioni: www.artifexarte.it
Tempo Reale e tempo della realtà. Gli orologi di Palazzo Pitti dal XVII al XIX secolo
Firenze – Galleria d’Arte moderna di Palazzo Pitti
13 settembre 2016 - 8 gennaio 2017
Orari: martedì – domenica ore 8.15 – 18.50; chiuso il lunedì
Biglietti: 13€ intero, 6,50€ ridotto
Informazioni: www.gallerieuffizimostre.it
Scoperte e massacri. Ardengo Soffici e le avanguardie a Firenze
Firenze – Galleria delle Statue e delle Pitture degli Uffizi
27 settembre 2016 - 8 gennaio 2017
Orari: martedì – domenica 8.15-18.50, chiuso il lunedì
Biglietti: 12,50€ intero, 6,25€ ridotto
Informazioni: www.gallerieuffizimostre.it
Minute visioni. Micromosaici romani del XVIII e XIX secolo dalla collezione Ars Antiqua Savelli
Roma – Museo Napoleonico
25 giugno 2016 - 31 dicembre 2016
Orari: Da Martedì a Domenica ore 10.00 - 18.00, chiuso il lunedì
Informazioni: www.museonapoleonico.it
Ingresso libero