«Famiglia, non autoesiliarti nell’educazione dei figli»
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Lo abbiamo detto da tempo, e ora ci conforta questo giudizio del Card. Bagnasco: «Sembra che a volte, certe parole del Papa, non in linea con il pensiero unico, siano selezionate e oscurate da chi ha altre parole da far valere e diffondere nella pubblica opinione». L’ospitalità che Tribuna dà ai miei interventi mi fa pensare che sia possibile comunicare un pensiero con maggiore obiettività.
Vorrei che tutti noi potessimo riflettere sul grave problema educativo che oggi, nella consueta catechesi del Mercoledì, Papa Francesco ha dedicato al tema dell’educazione.
Riporto alcune sue affermazioni:
1. «I figli devono crescere senza scoraggiarsi, passo a passo. Se voi genitori dite ai figli: “Saliamo su quella scaletta” e prendete loro la mano e passo dopo passo li fate salire, le cose andranno bene. Ma se voi dite: “Vai su!” – “Ma non posso” – “Vai!”, questo si chiama esasperare i figli, chiedere ai figli le cose che non sono capaci di fare.» L’educazione avviene attraverso una compagnia e una condivisione, così che sia possibile addentrarsi nell’avventura della vita con una ipotesi positiva da verificare.
2. «Come educare? Quale tradizione abbiamo oggi da trasmettere ai nostri figli? Intellettuali “critici” di ogni genere hanno zittito i genitori in mille modi, per difendere le giovani generazioni dai danni – veri o presunti – dell’educazione familiare. La famiglia è stata accusata, tra l’altro, di autoritarismo, di favoritismo, di conformismo, di repressione affettiva che genera conflitti. Di fatto, si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, il patto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi perché è stata minata la fiducia reciproca… Si sono moltiplicati i cosiddetti “esperti”, che hanno occupato il ruolo dei genitori anche negli aspetti più intimi dell’educazione. Sulla vita affettiva, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli “esperti” sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi.» Quante volte assistiamo a questa autentica espropriazione della responsabilità educativa dei genitori! Quante volte i figli sono tornati a casa con idee e valori in contrasto con quanto la famiglia con passione e sacrifici ha insegnato! Quante volte la scuola si è ritenuta «padrona» dei ragazzi a lei affidati!
3. «Non c’è dubbio che i genitori, o meglio, certi modelli educativi del passato avevano alcuni limiti, non c’è dubbio. Ma è anche vero che ci sono sbagli che solo i genitori sono autorizzati a fare, perché possono compensarli in un modo che è impossibile a chiunque altro.» Tutti noi abbiamo esperienza di questo stupendo insegnamento, per cui solo chi ti ama può realmente aiutarti, e non ci sono errori irreparabili nell’amore.
4. «E’ ora che i padri e le madri ritornino dal loro esilio - perché si sono autoesiliati dall’educazione dei figli -, e riassumano pienamente il loro ruolo educativo. Speriamo che il Signore dia ai genitori questa grazia: di non autoesiliarsi nell’educazione dei figli.»
Se il Papa indica questa strada estremamente ragionevole, penso che sia possibile aprire un confronto senza schemi che dia anche alla nostra scuola la possibilità di essere il luogo in cui rinasca l’umano autentico, nella libertà e nel rispetto di ogni posizione.