Il 21 giugno a Murata: preghiera con i nostri politici
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Si parla spesso di politica. E non sono discorsi edificanti. Ma ci sarà una speranza nuova? Da tempo la Chiesa ci ha abituato a riflettere su quella che è chiamata «Dottrina Sociale Cristiana» e ci ha insegnato che l’uomo deve agire per il «bene comune». E ancora recentemente il grande San Giovanni Paolo II ha indicato per tutti gli uomini politici la figura di Tommaso Moro, come patrono e guida per una azione che salvaguardi la dignità di ciascuno, la libertà e la coscienza.
Del santo Tommaso Moro voglio ricordare questa preghiera che ho imparato tempo fa, e che fa sempre bene recitare, e che ci mostra come un impegno per il bene comune sia lontanissimo da quella austerità tetra con cui i mass-media ci vogliono imbesuire: «Signore, donami una buona digestione / e anche qualcosa da digerire. / Donami la salute del corpo / e il buon umore necessario per mantenerla. / Donami, Signore, un'anima semplice / che sappia far tesoro / di tutto ciò che è buono / e non si spaventi alla vista del male / ma piuttosto trovi sempre il modo / di rimetter le cose a posto. / Dammi un'anima che non conosca la noia, / i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, / e non permettere / che mi crucci eccessivamente / per quella cosa troppo ingombrante / che si chiama "io". / Dammi, Signore, il senso del buon umore. / Concedimi la grazia / di comprendere uno scherzo / per scoprire nella vita un po' di gioia / e farne parte anche agli altri. / Amen.»
A questo punto allora ben venga l’iniziativa del nostro Vescovo di indire, quest’anno e per gli anni a venire, una speciale giornata di preghiera per tutti gli impegnati in politica, da celebrare nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Tommaso Moro (che è il 22 giugno). E quest’anno sarà celebrata con una veglia di preghiera il 21 giugno nella Parrocchia di Murata, in città, alle ore 21.
Del resto in questi giorni (e l’ho scritto su queste pagine ricordando l’invito di Papa Francesco a Peres e Abu Mazen a pregare in Vaticano per la pace) quel gesto ha ridato speranza al mondo.
Un grande teologo cattolico, Jean Daniélou, subito dopo il Concilio, aveva scritto un libretto dal titolo interessante, per il nostro tempo: «La preghiera problema politico».
Penso che questa iniziativa a cui tutti siamo chiamati (e non solo i politici, ma ogni uomo che abbia a cuore il bene comune) ci aiuti a capire che la politica è una «forma alta di carità», che anche i giovani sono invitati a prenderla in considerazione (e del resto mi pare che anche qui a San Marino sia possibile un «darsi da fare» giovanile) e che la gravità dei problemi chieda a ciascuno di farsene carico. Oggi è necessario che la politica rispetti il volto dell’uomo, la dignità della famiglia, la libertà di educazione, un benessere che consenta a tutti di vivere dignitosamente, una giustizia che garantisca a tutti i soggetti di vedere riconosciuti i propri diritti, quelli che sono tali, e non i capricci individuali…
Se la preghiera di tutti sarà efficace allora potremo vedere rinascere la nostra Repubblica come faro di civiltà per il mondo (e non è cosa da poco e neppure sogno utopistico). Abbiamo una storia millenaria che non può essere messa da parte. Che questa preghiera ce ne faccia riscoprire il senso, facendocene ancora protagonisti.