Le piante ci ascoltano!
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Ho partecipato al Convegno sulla Libertà di stampa (di cui si parla in queste pagine). Certamente interessante, e i cui contributi dovranno essere oggetto di riflessione di approfondimento. Tra l’altro mi ha colpito positivamente la partecipazione di alcune classi della Scuola Superiore, accompagnate dai lori insegnanti. Segno che la scuola, per essere tale, deve aprire il cuore e la mente dei giovani alla realtà in tutta la sua varietà e complessità.
Mi riprometto di portare alcune mie riflessioni rispetto a quanto detto lì, anche perché l’impegno che vivo anche in Repubblica mi offre spunti di approfondimento, e il lavoro che svolgo con CulturaCattolica.it mi apre continuamente a riflettere sul comunicare.
Mi fermo però a una osservazione fatta da Ivo Milazzo, all’interno della sua bella comunicazione.
Ha detto: «Vi voglio raccontare un aneddoto per farvi capire la forza delle parole. Chi ha inventato la macchina della verità un giorno ha voluto fare un esperimento, ha voluto applicare gli elettrodi alle piante che aveva in casa perché voleva capire la percezione che le piante avevano della parola. Ha espresso un pensiero a una pianta «adesso ti brucio». Poi è andato in cucina e ha tirato fuori un fiammifero, ma non l’ha nemmeno acceso. È andato a vedere i risultati. La pianta, quando lui ha detto «ti brucio» era svenuta. E non è che il fatto che lui fosse andato in cucina a prendere i fiammiferi l’avesse fatta morire definitivamente, era svenuta solamente colla parola. Quindi, se una pianta a cui noi non diamo grande importanza può reagire così, come possono reagire gli esseri umani che magari sono stati condizionati nella loro vita da parole o da immagini degli altri o che qualcheduno ha trasmesso?».
Ascoltando queste parole mi è venuto subito in mente il mio amico Massimiliano Tresoldi, che pure è venuto qui a San Marino e che ha ricevuto l’onorificenza del Cavalierato di s. Agata, che si è risvegliato dal coma dopo 10 anni, e che in questo periodo sentiva e capiva, pur non potendo esprimersi. Ma soprattutto mi è venuta in mente la cara Eluana Englaro che è stata fatta morire perché in molti, troppi, hanno detto che la sua non era vita, e che era solo un vegetale. Un vegetale che capiva? ci possiamo domandare.