«Nulla su di noi senza di noi»
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Ho appreso con grave preoccupazione che ormai in tutta la Comunità Europea, e non solo, è sempre più facile ricorrere ai metodi così detti di contraccezione d’emergenza. Credo siano noti ai più ma per chi non lo sapesse si tratta di quei farmaci che possono essere assunti dopo un rapporto sessuale non protetto o per il fallimento di altri metodi contraccettivi i quali, pur vantando la non abortività (secondo quanto ci indicano le case farmaceutiche ed i professionististi prescrittori), impediscono l’istaurarsi di una gravidanza.
Nel resto del mondo, in Italia in particolare, si è discusso della questione: non è stato un semplice atto amministrativo e sono noti i pareri discordanti tra AIFA e Consiglio Superiore della Sanità che tra l’altro impongono il criterio di ritiro di tali prodotti con ricetta non ripetibile e con onere a carico del cittadino richiedente.
A San Marino sappiamo che da tempo viene distribuita la pillola del giorno dopo, ma vien da chiedersi se sarà possibile pure la distribuzione della pillola dei 5 giorni dopo in commercio in vari paesi tra cui l’Italia per l’appunto. Non siamo carne da macello o «popolo bue». Vorremmo che la regola che anche qui a San Marino è diventata slogan: «Nulla su di noi senza di noi» fosse vissuta con chiarezza in ogni circostanza. Del resto proprio qui in Repubblica le Istanze di Arengo sono il segno di una volontà dei cittadini di intervenire direttamente sulle questioni di interesse generale.
E non ditemi che la vita, dall’istante del suo concepimento, non è qualcosa che interessa tutti gli uomini e le donne di questo meraviglioso paese!
Spieghiamoci meglio: di che cosa si tratta quando si parla di «pillola dei 5 giorni dopo»?
Ulipristal acetato è il principio attivo del farmaco attualmente in commercio e la sua azione consisterebbe nell’inibire o ritardare l’ovulazione fino a cinque giorni dopo la sua assunzione. Ma qui qualcosa non torna: infatti senza il bisogno di arrivare al tema reale della questione ovvero il rispetto della vita e della sessualità, viene già da chiedersi dove sta l’inganno. La scienza di un certo tipo gioca spesso sulla questione del che cosa viene prima: se l’uovo o la gallina, e cerca di fornire il disonesto inganno circa la definizione corretta dell’inizio della vita. Infatti se da un lato questi prodotti vantano il blocco dell’ovulazione dall’altro esiste la plausibile possibilità che ad ovulo fecondato ne impediscano l’impianto in quanto competono con il progesterone nel creare quell’ambiente uterino atto ad accogliere il prodotto del concepimento. Tanto è vero che nei primi tempi in cui è stata distribuita in Italia veniva chiesto prima della prescrizione di effettuare il test di gravidanza ed esso doveva risultare negativo.
Ricordo che quando nel Comitato Sammarinese di Bioetica si era discussa la possibilità o meno di distribuire – a determinate condizioni – la «pillola del giorno dopo» – il dibattito è stato serio, approfondito e sofferto, portando a una conclusione che ne consentiva la prescrizione a condizione che non risultasse abortiva. In tal caso si era chiesto esplicitamente di riconsiderare il parere espresso.
Ora: che la prescrizione della pillola dei 5 giorni dopo possa essere liberalizzata anche nel nostro paese ritengo che debba in primis suscitare un serio dibattito sociale ed un auspicabile risveglio delle coscienze nonché un opportuno rimando al parere del Comitato di bioetica.