Ma il Papa non si arruola

Autore:
Salina, Giorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it

Il Santo Padre Benedetto XVI ieri, 19 ottobre 2006, a Verona, in occasione del IV° Convegno della Chiesa italiana, più volte puntualmente citato da CulturaCattolica.it, ha rivolto un grande messaggio alla Chiesa che è in Italia, che dovrà essere riletto, studiato e meditato.
Un giornale, non certo della CEI, oggi titola “Benedetto XVI scommette sull’Italia cristiana: per un grande servizio anche all’Europa e al mondo”

Il Papa, guida della Chiesa madre e maestra di tutte le genti, ha riproposto ai credenti e a tutte le genti, ciò che è bene per l’uomo, per tutti gli uomini. Su questo stesso sito sono riportati ampi servizi su “la direttiva pastorale per i prossimi anni” di cui il Papa ha fatto dono “a tutta la Chiesa in Italia … ponendo al centro Gesù Cristo risorto.”

Dei moltissimi passaggi esemplari anche per chiarezza e nettezza, mi permetto richiamarne tre all’attenzione di chi legge.

  • “Tocca a noi infatti - non con le nostre povere risorse, ma con la forza che viene dallo Spirito Santo - dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente: se sapremo farlo, la Chiesa in Italia renderà un grande servizio non solo a questa nazione, ma anche all’Europa e al mondo, perché è presente ovunque l’insidia del secolarismo e altrettanto universale è la necessità di una fede vissuta in rapporto alle sfide del nostro tempo.”
  • Alle esigenze del nostro tempo “Dobbiamo rispondere “con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”, con quella forza mite che viene dall’unione con Cristo. Dobbiamo farlo a tutto campo, sul piano del pensiero e dell’azione, dei comportamenti personali e della testimonianza pubblica.”
  • Parlando poi a proposito di educazione: “Tra le molteplici forme di questo impegno non posso non ricordare, in particolare, la scuola cattolica, perché nei suoi confronti sussistono ancora, in qualche misura, antichi pregiudizi, che generano ritardi dannosi, e ormai non più giustificabili, nel riconoscerne la funzione e nel permetterne in concreto l’attività.”


Si deve resistere (devo resistere) alla tentazione di riportarlo di nuovo tutto questo messaggio, perché ha in sé una forza che contrasta con la naturale mitezza del Papa e persino con un’apparente fragilità fisica.

Di fronte a tutto questo, mi sono sembrati inadeguati e meschini i tentativi di strumentalizzare il Santo Padre: ha salutato affettuosamente questo e/o quello, e non quello e/o questo. A parte il fatto che non si capisce perché il Papa dovrebbe essere scortese, questi tentativi francamente un poco infantili, cercano di accreditare presunte “simpatie” per questa o quella persona, per questa o quella “fazione”: ma il Papa non si arruola. Suggerisce a tutti coloro che vogliono accogliere il Suo insegnamento di perseguire in Italia, in Europa e nel mondo il vero bene, soprattutto difendendo la vita, salvaguardando la famiglia e la libertà di educazione. Afferma poi che occorre che tutti (quindi anche, se non soprattutto i politici) si impegnino a «fronteggiare, con pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano.»